(The asphalt jungle)
Visto in DVD.
Un uomo appena uscito di carcere organizza una rapina di gioielli, con il finanziamento di un avvocato ormai nelle acque stagnanti della crisi economica e con l’aiuto di un manipoli di piccoli criminali locali. La cosa andrebbe anche a buon fine se non ci fosse la sfortuna (o meglio, il destino avverso), un po di cupidigia e tradimenti e infine uno dei complice che vuota il sacco. Il piano perfetto diventa una fuga casuale verso una fine già ampiamente prevedibile (come nel migliore dei noir).
John Huston ci riprova con il miglior genere inventato dagli americani, ma cambia completamente i toni e i modi rispetto al suo “Il falcone maltese”. Qui non c’è un filo di ironia, siamo davanti a un noir duro e puro. Il regista ci mette il suo stile libero e preciso solo un poco più verso l’invisibilità. Tiene bene il ritmo e gestisce ottimamente una storia non particolarmente complessa, ma ampia; con molti personaggi ognuno con il suo background ed i propri intenti.
Il film mi ha molto ricordato “Rapina a mano armata”. Un film corale con una serie di personaggi vari, più o meno duri, più o meno ostentati, più o meno deboli. Il film verte tutto attorno ad una rapina, ma la storia è completamente nelle mani del destino, che si diverte a far andare male le cose e a sfottere i protagonisti. Infine il pessimismo di fondo e la durezza della messa in scena concludono le similitudini tra due tra i migliori film noir mai realizzati in USA.