Giuseppe Calabrese: talento siculo

Piacevolissima intervista al fotografo di Troina Giuseppe Calabrese che, con toni molto modesti, mi ha raccontato della sua passione per la fotografia, tanto da farla diventare la sua professione, e del suo ultimo sforzo dal titolo “Matriarche”.

Disponibilissimo, anche se impegnato in un reportage, Giuseppe Calabrese mi spiega, e vuole amorevolmente sottolinearlo, come il suo amore per il fotografare parte dai ricordi d’infanzia quando il papà si dilettava a fotografare lui e la sua famiglia. Questo legame affettivo Giuseppe Calabrese lo ha voluto omaggiare in Matriarche, concludendo il libro con una foto del padre che lo ritrae da piccino con la famiglia.

La scelta del titolo ha radici sia culturali che letterarie: Matriarche sono le donne della Sicilia che in qualsiasi loro ruolo, madre, amica, nonna, moglie, possiedono una forte influenza, anche intellettuale, sull’uomo e Matriarche sono le donne di Sciascia e Bufalino  in una Sicilia che è un continente.

Dai 15 anni di scatti dedicati all’animo femminile, già dai tempi dei suoi studi accademici, il fotografo Calabrese ha sempre preferito l’uso del bianco e nero sia per esigenza narrativa, cosicché la mancanza del colore possa evitare distrazioni dal soggetto fotografato, sia come trucco formale poiché il bianco e nero assicura l’uniformità del lavoro.

 

Il giovane fotografo ha dato spazio a qualsiasi sprazzo "dell’essenza donna" con scatti che catturano la quotidianità, la realtà e ha reso reali, vere anche le modelle di castdiva, immortalandole nel backstage delle sfilate. Ci teneva particolarmente ad offrire una visione differente, più genuina, della figura di modella, spesso annullata dal proprio ruolo, volto solo a sponsorizzare il prodotto che indossa, catturando nei suoi scatti momenti di relax e sorrisi veri.

Proprio con questo ultimo impegno Giuseppe Calabrese ha ricevuto la medaglia d’onore dal Capo dello Stato per il suo impegno sociale, ma ancora una volta la sua modestia salta fuori, volendo condividere questa riconoscenza con tutte le persone, le donne in particolar modo, che gli hanno dato fiducia.

E per i futuri fotografi? Il miglior consiglio da dare?

Lavorare tanto. Utilizzare la fotografia come proprio linguaggio per esprimere tutte le realtà possibili, belle e non. Vivere il territorio per far conoscere, tramite paesaggi e volti, l’essenza della terra.

Leggere tanto. Leggere, leggere e leggere! Si impara di più dai romanzi, dagli studi umanistici che dai testi di fotografia.