Giuseppe Cassibba, Madre Terra. Spazio Tadini 2013
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Inaugurazione: venerdì 15 marzo, ore 18,30
Giuseppe Cassibba è un documentarista del presente. Dalla Sicilia, sua terra natale (Comiso), ha avuto in dono un punto d’osservazione eccellente sui cambiamenti sociali, ambientali, geopolitici ed economici in atto. Con la stessa delicatezza del poeta nell’uso delle parole e delle metafore per raccontare la vita anche nei suoi aspetti più duri, Cassibba usa acqua e pennello per illustrare i cambiamenti che sta subendo il Pianeta.
L’artista lo testimonia a modo suo, ritraendo le etnie che osserva approdare su quest’isola di confine tra il Nord e il Sud del mondo. Non usa la macchina fotografica per ritrarre i nuovi volti degli immigranti, ma il tocco lieve di un pennello di martora che si avvicina ai volti segnati con rispetto e attenzione. I suoi lavori sono stati scelti anche dal movimento “Primo marzo, un giorno senza Immigrati” e utilizzati a manifesto nel 2010.
Destino, quello dei popoli o di questa gente, in cerca di una vita migliore, comune però anche ad altri esseri viventi che abitano questo sofferente Pianeta del Terzo Millennio.Nei lavori di Cassibba troviamo così, oltre ai ritratti di persone, anche quello di alcuni animali in estinzione o costretti a migrare per i cambiamenti climatici o, ancora, a vivere come randagi nella loro stessa terra, come i molti cani abbandonati nelle campagne siciliane, a cui Cassibba ha dedicato una mostra. Una condizione comune anche ai tanti disoccupati di oggi costretti a vivere di stenti, senza prospettive future, ai margini del sistema.
E’ questo il ritratto che Giuseppe Cassibba ha voluto fare di Madre Terra. Una Terra che è diventata inospitale per molti e su cui dobbiamo riportare attenzione. Purtuttavia non matrigna, ma semmai vittima.
La mostra si inserisce in un percorso artistico sul tema della Natura a Spazio Tadini che comprende, oltre alla mostra di Giuseppe Cassibba, “Madre Terra”, anche una collettiva fotografica, “Secondo Natura” a cura di Roberto Mutti. Entrambe propongono al visitatore due punti di osservazione sull’ambiente, quello dei fotografi, focalizzato sul paesaggio, quello del pittore sui suoi abitanti.
Melina Scalise
Breve Biografia dell’artista
Giuseppe Cassibba nasce a Comiso nel 1965. Nel 1990 consegue il diploma di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Dal ‘93 al ‘95 vive a Vienna, dove trova un clima congeniale alla sua pittura, influenzata, in un primo momento, da quella neoespressionista. Nello stesso periodo ritorna per brevi soggiorni in Sicilia dove, assieme a Rosario Antoci, Sandro Bracchitta, Salvo Caruso, Giuseppe Colombo, Piero Roccasalva e altri artisti iblei, espone in una collettiva prima a Ragusa e poi a Catania. In seguito presenta la sua prima personale alla Galleria degli Archi di Comiso,con un testo di Aldo Cottonaro pubblicato su “Belfagor”. Nel 1995 espone sue opere a Klosterneuburg e poi a Vienna. Nel 1998 ritorna definitivamente nella sua città natale dove, dopo un breve periodo dedicato all’illustrazione, riprende a dedicarsi alla pittura. Partecipa a prestigiose collettive internazionali e svolge diverse mostre personali che consolidano la sua qualità pittorica. Nell’estate del 2000 viene selezionato tra i migliori artisti siciliani al di sotto dei trentacinque anni da una commissione di giovani critici d’arte per la mostra Onda d’urto: un progetto per Fiumara d’arte. Nel 2010 è autore del manifesto del movimento “Primo marzo” contro le discriminazioni e per i diritti verso gli stranieri in Italia. Nel 2010 partecipa ai Muri dopo Berlino e nel 2011 alla collettiva “Soldi d’artista” sempre presso SpazioTadini (Milano).
TESTI CRITICI
IL COLORE E IL GESTO di Mavì Marino
Ho conosciuto Beppe Cassibba a Comiso, sua città natale nel sudest della Sicilia. Era una calda estate di alcuni anni fa, quando mi stavo impegnando ad aprire una galleria d’arte a Scicli (Ragusa). Abbiamo poi collaborato a più riprese, sia in mostre collettive che personali e mi ha sempre impressionato la sua visione personale e passionale dell’immagine artistica. Mai le sue opere risultano banali o superficiali, mai la sua tecnica e gli strumenti usati inadeguati al messaggio che ci vuole trasmettere. Fin dall’inizio Cassibba si dedica a temi forti, alle persone scure, nel senso della pelle e della sofferenza, con toni di colore decisi, inequivocabili, non usa sfumature per denunciare le ingiustizie e le miserie di questo mondo. Sia che rappresenti la solitudine del pescatore nell’ombra di una spiaggia o il degrado di una periferia di città, la magrezza di un cane randagio a rappresentare la persecuzione verso i più deboli o i volti dallo sguardo triste dei braccianti neri delle campagne iblee. Tutti questi ritratti ci guardano e denunciano la condizione umana di sfruttati, di vittime, di volontà feroce di vivere e sperare, nell’intensità del colore rosso, nero, arancione, verde, blu. L’artista sottende una sua personale e intensa comunione con questi uomini trasformati in personaggi della commedia della vita, li delinea con semplicità e traccia le linee dei volti con pochi segni, lasciando al bianco solo il lampo degli occhi. Ma l’empatia di Cassibba è rivolta anche agli animali e dal pastello si passa all’acquerello in uno stile più lieve e rassicurante, colori più tenui e indefiniti: uccelli, tigri, cani dove il colore libero di scorrere sulla carta toglie ogni definizione agli oggetti e tutto si compenetra in una visione felice di speranza e di immanenza nella natura.(marzo 2013)
DALLA MADRE TERRA: LE PROFEZIE DI GIUSEPPE CASSIBBA di Salvatore Schembari