Perchè Giuseppe è un nome che rimanda alla tradizione, mentre Giuseppina suona sempre un po’ come un diminutivo. Perchè Giuseppe dà l’idea di un uomo fermo, deciso, magari brillante ed audace. Giuseppina dà l’idea di una donna dimessa, modesta, forse indecisa. Probabilmente bruttina, a dirla tutta.
Devono aver fatto ragionamenti di questo tipo i 127 professori universitari (di biologia, chimica e fisica, scelti su un campione internazionale), quando è stata loro sottoposta la scelta fra un candidato uomo ed uno donna per la posizione di “science laboratory manager”. Ad ognuno di questi docenti universitari sono stati sottoposti curricula equivalenti, in termini di pubblicazioni, di livello di istruzione e di esperienza, con l’unica differenza del genere del candidato. Il risultato delle valutazioni è qui: a parità di esperienza curriculare, gli uomini sono sempre valutati meglio delle donne. Anche senza arrivare ad affrontare la questione dello stipendio, credo che la situazione di discriminazione di genere nel campo accademico non possa essere più facilmente liquidata come questione che non esiste. In ordine cronologico, l’ultima che ha affermato una cosa del genere è stata la “nostra” Fabiola Giannotti, che intervistata da una televisione italiana sottolineava che nel mondo scientifico non esiste discriminazione del genere. Buon per lei, ma a quanto pare da uno degli articoli più scaricati del 2012 le cose non stanno esattamente così, al di fuori del paradisiaco centro di ricerca del CERN.
Vi consiglio di dare uno sguardo all’articolo pubblicato su PNAS, perchè é ben strutturato e di semplice lettura, e per scoprire un altro dato piuttosto sconcertante. La valutazione discriminante nei confronti delle donne proviene parimenti da accademici donne e da accademici uomini. Come a dire che, una volta arrivati al podio, occupata la poltrona, afferrate le redini del carro, ci si dimentica del percorso fatto. Quindi, se incontrerò problemi d’irsutismo, significa che mi sto avvicinando al traguardo?!