Nello spazio mostre del Museo del '900 nel palazzo Palazzo dell'Arengario in piazza Duomo a Milano, sarà inaugurata il 15 novembre la mostra "Giuseppe Pellizza da Volpedo e il Quarto Stato. Dieci anni di ricerca appassionata", che rimarrà aperta fino al 9 marzo 2014.
Vi cito in parte la presentazione della mostra che è presente sul sito del Museo.
"Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo (1899-1901) è una delle opere che più hanno segnato il XX secolo, non solo dal punto di vista artistico, ma anche sociale e della comunicazione. Il quadro è frutto di un lungo iter progettuale, segnato da due tappe fondamentali: Ambasciatori della fame (1892) e Fiumana (1895-96). La lunga elaborazione rese l’artista consapevole della propria missione intellettuale e della necessità di costruirsi un’articolata cultura filosofica e scientifica.
La radiografia digitale eseguita nel 2009 da Thierry Radelet
Ad ogni fase corrispose una peculiare sperimentazione compositiva e tecnica, il cui sviluppo può essere seguito lungo le tre sezioni della mostra, dove sono esposti i bozzetti, i disegni preparatori e alcune analisi radiografiche."
Pellizza da Volpedo ha fuso nel suo capolavoro le sue due opere per creare un quadro che meglio si adattasse all'immagine che voleva dare delle manifestazioni di protesta dei rappresentanti di contadini e i operai di fine Ottocento in Italia, creando una prospettiva che consentisse a chi si trova di fronte all'opera, di sentirsi coinvolto, quasi travolto, dalla folla nel momento in cui decide di iniziare la protesta.
immagine da qui
Il Quarto Stato (1898-1901)
Per il monumentale dipinto, che richiese tre anni di lavoro, Pellizza utilizzò tutti modelli volpedesi (nella donna in primo piano, ad esempio, ritrasse la moglie Teresa), ma eliminò i riferimenti ad alcune architetture specifiche sullo sfondo, sottolineando nel percorso dei lavoratori il passaggio da un’età più oscura ad un tempo più felice, segnato da progresso della classe lavoratrice. Lo studio della schiera in secondo piano venne articolato in tre cartoni, dai quali emerge come il pittore non fosse più interessato ad approfondire le singole azioni, ma a cogliere i reciproci rapporti, suggeriti dal concatenarsi e dal ripetersi dei gesti. La nuova concezione dell’opera si espresse anche in un nuovo titolo, Il cammino dei lavoratori: non più una massa simile ad un fiume in piena, ma una schiera compatta che avanza in modo cadenzato secondo linee forza ben evidenti, sottolineate dalla tonalità generale giallo rosata che creava una nuova armonia cromatica. Nel 1902 il Pellizza scelse di inviare il quadro all’esposizione di Torino col nuovo titolo Il Quarto Stato, ispirandosi alle pubblicazioni sulla rivoluzione francese e alla stampa socialista, dove si sottolineava l’affermazione, accanto alla borghesia (il terzo stato), del proletariato (appunto il quarto stato).
Un altro appuntamento da non perdere, un approfondimento affascinante e chiarificatore, tenuto all'interno di un Museo, che contiene, nella sua collezione stabile le opere dei più grandi artisti del 900 appunto quali Carrà, Soffici, Boccioni, Kandinskij, De Chirico, Modigliani, Sironi, Morandi, Fontana, Manzoni, Mondrian, Kounellis e che spazia fra tutte le principali correnti artistiche del periodo.
Walking 900. Inside the museum
Aggiungo anche il solo palazzo che ospita il museo, Palazzo dell'Arengario, costruito negli anni Trenta su progetto degli architetti Portaluppi Muzio, Magistretti e Griffini (tra i più grandi architetti dell'epoca) e decorato in facciata con gli altorilievi di Arturo Martini, merita una visita.
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Buona serata
Daniela