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Giuseppe Prete, un uomo nuovo alla guida di un nuovo Movimento.
Creato il 04 marzo 2015 da Freeskipper
Quest'oggi vogliamo cogliere l'occasione per conoscere e presentare a tutti i lettori di freeskipper il dottor Giuseppe Prete, Presidente e fondatore del "Movimento Gente Onesta". Lei, Presidente, sostiene di essere un politico nuovo, diverso da tutti gli altri e di poter contribuire a cambiare questo nostro martoriato Paese. Ebbene, come intende farlo?"Il come, mi chiede? Semplice. Creando un Movimento non politico ma, allo stesso tempo, che non ne risulti estraneo. Un Movimento di impegno civile e sociale assunto da normali cittadini, persino da giovani che non hanno mai svolto attività politica. Insomma, da chiunque sia in grado di dare a garanzia la propria Onestà.Il nome stesso di MGO si configura, infatti, come provocazione, se non lo avesse notato. Non viene utilizzato come slogan bensì in qualità di simbolo d’azione politica, cura per un Paese ammalato. Trenta anni di politica scorretta è un dato intollerabile se lo si guarda alla luce della nostra attualità; che si voglia parlare di destra o di sinistra il risultato non cambia. Il sistema che oggi rappresenta la nostra classe dirigente ha gettato il nostro paese in una crisi tanto profonda da sconfinare nell’incredulità di chi la osserva. Fallimenti su fallimenti che hanno ridotto l’Italia, come oggi la vediamo. La stella polare di questo Movimento è, dunque, l’onestà, intesa come impegno sincero e perseguito in maniera trasparente al fine di fronteggiare l’evasione e la corruzione in prima fila. Tentiamo di scardinare l’attuale sistema politico e ci sentiamo in grado di poter realizzare dinamiche di sviluppo concrete per la nostra amata Italia. Posso, dirle che se intraprendo un percorso e sono motivato, non lo abbandono mai. In questo caso, però, non è la motivazione a spingermi in politica. E’ una questione di necessità: sento il bisogno di dire basta e lo sento con il coraggio di chi mi impone di intervenire. Voglio fare qualcosa perché questo presente possa cambiare, in meglio.Qual'è la sua idea di Stato e come intende rifondarlo in termini di efficacia ed efficienza e di reale servizio al cittadino? Probabilmente se cominciassi a impostare lo Stato secondo la mia idea, avrei difficoltà a rimanere integro. In ogni caso, qualunque disegno di legge passerebbe inevitabilmente dalla percentuale con cui il Movimento entrerebbe in Parlamento, semmai riuscissimo nell’impresa. In base al numero effettivo di seggi le possibilità che si aprono a noi, ritengo, siano classificabili in due ordini di azione: una mera opposizione senza alcun esito effettivo - alla “Grillo” per intendersi - fino alla realizzazione di un modello che ci permetta di cambiare sostanzialmente il Paese. Questo, soltanto qualora si potesse contare su 150 seggi tra deputati e senatori. Tuttavia, sul fondamento di questo risultato, potrebbero cambiare le sorti della Repubblica. Essa verrebbe chiamata, con certezza, al rispetto della sua carta costituzionale restituendo, in questo modo, dignità e diritti ai propri cittadini, siano essi appartenenti a qualunque ordine e grado. Lo sforzo è immane, me ne rendo conto. Tuttavia non richiederà altro che ordine e impegno, disciplina e rispetto delle regole. Che la mia idea sia un’Utopia, non lo credo. Forse, l’unica equiparabile a tale, invece, sarebbe proprio l’aspettativa di una ripresa dell’Italia, continuando su questa linea di condotta. Dati alla mano, il nostro Paese è ultimo in Europa per competitività industriale, non riesce a costruire opportunità di lavoro e lo spettro che si configura, mantenendo questa classe politica al governo, è quello di un peggioramento inevitabile con l’incremento della disoccupazione, cui si lega la conseguente recessione economica. Di questo passo, il rischio del fallimento è ben più di un possibile scenario utopico. Un parametro che conferma le mie impressioni è dato dal numero di imprese che continuano ad abbandonare l’Italia per trasferirsi all’estero.Quali sono i problemi principali che vede all'orizzonte di questa sua avventura politica? Quali sono le difficoltà che maggiormente la preoccupano?Faccio una premessa prima di risponderle: una delle principali difficoltà che ci vedrà protagonisti degli eventi futuri, nasce dal fatto che non regalo illusioni, seppur affascinanti e provocanti esse siano. Non desidero elemosinare voti a cittadini, sull’esempio del disonesto. Piuttosto tendo sempre ad offrire la verità, in quanto, sono convinto, che l’italiano di oggi sia stanco di promesse, scenari, dati di borsa. Egli desidera solo conoscere il suo presente. Senza lo stesso presente che gli renda giustizia e dignità, infatti, potrebbe forse esistere alcuna prospettiva di futuro? L’ostacolo che temo maggiormente è quello dei costi di una possibile campagna elettorale; volendola basare sull’autofinanziamento. Il motivo di questa scelta nasce dal desiderio di restare svincolato da qualunque compromesso: scendere a patti con altri, impegnati a salvaguardare il proprio tornaconto a scapito del Paese, non mi interessa. Stesso discorso vale per l’ accettare liquidità da terzi. Non voglio esporre me ed il Movimento ad insidie pericolose, nonché mine per l’impostazione che stiamo cercando di raggiungere insieme. La vita mi ha reso un importante insegnamento: mai rendersi ricattabile. Insomma, il denaro è il primo strumento col quale si può tentare di riscuotere e non solo in termini di interessi ma soprattutto in termini di favori. E’ nel mio desiderio cambiare il Paese. Tuttavia, se devo farlo con l’idea prestabilita di dover stringere la mano in nome di patti occulti e segreti, no! Ecco perché mi sforzo di girare tutta l’Italia cercando, in ogni angolo del territorio nazionale, dalla città al più piccolo dei comuni, persone giuste, oneste, che la pensino come me o che addirittura possano migliorare la mia visione di crescita di questo Paese. Ovviamente i “contatti” con personaggi facoltosi ci sono stati ma questi sembravano intenzionati solo a capire se il Movimento avesse, dalla sua, delle possibilità nel panorama politico nazionale. Noi non siamo fatti per affaristi dalle tangenti facili, non guardiamo al dato economico di un possibile seggio né cerchiamo di acquistarlo per ottenere voti e dunque consenso. Forse, se la Stampa fosse meno rigida e più aperta a quelle che sono le attività svolte nel Paese, come le nostre, allora non ci sarebbe questo bisogno perpetuo di denaro per ottenere un piccolo spazio nel panorama generale.Presidente, nel dedicarsi con tanta determinazione a rincorrere i suoi valori e ad affermare i suoi ideali, ha mai considerato l'eventualità di poter fallire nel suo progetto politico? Se l’Italia rifiutasse il mio progetto, non cambierei la strada che ho scelto. No. Sarebbe disonesto un simile atteggiamento, primo con me stesso, poi, sopratutto nei confronti dei miei familiari e verso chi ha deciso di seguirmi credendo nel vero cambiamento e nell’idea che sta alla base di questo Movimento. Mi ritirerei, certo e porterei via con me il logo affinché non possa esser usato da altri. La dipartita, però, non suonerebbe come una sconfitta dacché avrei comunque fatto ricorso a tutta la mia dignità, la mia onestà e a tutte le capacità mie e di altri, i quali, hanno condiviso con me questo percorso. Se ci bocceranno, ce ne andremo con onore e nella consapevolezza che quando l’onestà sempre paga, la disonestà impera.Come l’ha presa la sua famiglia nel vederla così determinato e impegnato in questo suo progetto? Sua moglie, i suoi figli, condividono questa sua scelta? L’appoggiano, la sostengono?Sono preoccupati per me, per loro stessi ma ciononostante mi lasciano piena libertà d’azione. D’altro canto, non li coinvolgo direttamente in questo percorso, cercando di tenerli a debita distanza, proteggendoli. Io stesso temo di essere sbattuto sulla stampa: falsità, calunnie, armi sono gli strumenti con cui viene combattuta puntualmente la nostra onestà. Abbiamo precedenti nella storia; per esempio il metodo “boffo”. Eppure, sono pronto. Cerco di farmi conoscere in anticipo dall’elettorato, anche personalmente (infatti sono l’unico che rilascia in televisione il proprio recapito telefonico), e lì dove le mie parole comportano un convincimento nell’opera mia e del Movimento, posso essere certo che sarò sostenuto comunque, indifferentemente da ciò che scriveranno contro di me e contro i miei collaboratori. Qualora, invece, tale fiducia permetterà di entrare nel Parlamento, questo sistema basato su calunnie ed infamia cesserà di esistere. Le persone si dovranno sempre misurare sul lavoro svolto e non sulla vita personale. E’ altrettanto giusto, io credo, che la mia vita possa essere pubblica, non voglio lasciare tracce nella penombra come molti fanno.Ma qual'è la sua idea di Paese? Lei crede che sia possibile realizzare un Paese "perfetto"?Non ci sarà mai un Paese "perfetto", specie in Italia dove si assiste al più alto tasso di corruzione, dove si è vissuto per anni con crescenti scandali inneggianti al legame tra politica e malaffare. Addirittura, possiamo affermare che gli scampi di potere attraverso la strategia delle tangenti sono aumentati grazie al vuoto della politica responsabile di oggi. Viviamo in un Paese dove i corruttori comprano il lavoro ed i più forti non fanno altro che danneggiare i più deboli. Non c’è una distinzione di colore politico per queste persone poiché il loro unico interesse è quello di cercare, scovare il possibile Premier del futuro, acquisirlo (o acquistarlo) in un secondo momento ed assicurarsi un’altra legislatura di “tranquillità” a dispetto della legge, dello Stato e dei suoi cittadini. Se tutto questo cambierà, non arriveremo al Paese "perfetto" ma sicuramente approderemo ad una costa pulita, giusta, stabile e credibile tanto per gli italiani quanto per l’Europa.Presidente, prima di salutarci, vorrebbe spiegare ai nostri lettori perché dovrebbero seguire lei, appoggiare e, perchè no, un domani votare il suo Movimento?Perché? Non bisogna dimenticare che prima di essere un bancario, un dipendente ed un padre di famiglia sono un lavoratore, sono un italiano e sono un cittadino che si è stancato di vedere il proprio Paese portato sempre più alla deriva, condotto verso una fine ingloriosa per la nostra storia, per i nostri figli e per i figli che verranno ancora. Non sono nato politico ma desidero esserlo per provare attivamente a fare qualcosa. La vita mi ha insegnato a non abbattermi dinnanzi alle difficoltà, a rimboccarmi le maniche e riprovare, mettendo in campo tutto quanto posso. Oggi, più di ieri, sono fiero della mia scelta e rivolgo un semplice invito a quanti potranno leggere o sentirsi anche solo curiosi di queste parole: se vivete con disagio questo Paese, se l’Italia non è più una casa, un lavoro, un futuro per voi ed i vostri figli, allora non c’è motivo per non provare a cambiare insieme. Mettetevi in gioco con noi, con i nostri giovani, con i nostri valori e la nostra voglia di innovazione.Insomma, un’invito da non perdere!