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Giuseppe Tornatore

Creato il 10 settembre 2011 da Alejo90
Il camorrista (1986)
Nuovo cinema Paradiso (1988)
Stanno tutti bene (1990)
La domenica specialmente (1991)
Una pura formalità (1994) - 3,5/5
L'uomo delle stelle (1995)
La leggenda del pianista sull'oceano (1998)
Malèna (2000)
La sconosciuta (2006)
Baarìa (2009)
Tornatore (1956), italiano, è uno dei registi italiani contemporanei più conosciuti all'estero, grazie alla suo approccio più internazionale della media nostrana all'arte cinematografica. I suoi risultati sono tuttavia altalenanti.
-Una pura formalità
di Giuseppe Tornatore - Italia 1994 - giallo/fantastico - 108min.
Film curioso e affascinante, rivela il talento di Tornatore nel raccontare una storia all'interno di una sola ambientazione e rendendola avvincente, quasi adrenalinica nella sua spasmodica ricerca di suspence.
In aperta campagna, collinosa e battuta da una pioggia incessante, in piena notte, un uomo viene fermato dalla polizia e condotto in un commissariato isolato, fatiscente e semi-allagato per essere interrogato a proposito di un omicidio avvenuto nel pomeriggio. L'uomo, interrogato da un ambiguo e sottilmente sadico commissario (Roman Polanski, eccezionale), si rivela essere il celebre scrittore Onoff (Gerard Depardieu), in quei giorni in ritiro nella sua tenuta per lavorare al suo ultimo romanzo. Infreddolito e colto da una lieve amnesia, Onoff è libero di andare, ma non prima di aver sbrigato col commissario una formalità.
Come macchina per creare suspence e tensione è perfetto, ed il finale sconfinante nel fantastico, pur scontentando gli amanti della logica, si rivela vincente e contribuisce a fare di questo strano e a tratti delirante film uno dei più originali di tutto il cinema italiano. Se ciò non bastasse, il testa a testa Polanski-Depardieu è impagabile, e vederli uno di fronte all'altro in tale duello di bravura sarebbe motivo sufficiente per vedere questo film. Ottime anche le figure di contorno, la musica di Morricone, la azzeccatissima scenografia. Dominato dall'acqua, simbolo del collegamento (e del passaggio) tra il mondo dei vivi e quello dei morti, immerso nella notte più buia e tetra che potete immaginare (forse metafora della prigionia di mondi e di storie all'interno della pellicola cinematografica?), "Una pura formalità" è un film da vedere almeno una volta. Pur con qualche tempo morto e prolissità, è una pellicola che, accettata l'impostazione, avvince per tutta la sua durata.
Voto: 3,5/5

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