Prima di scrivere questa recensione devo fare qualche premessa.
La prima: io non sono solita accettare i libri che mi vengono proposti in lettura dalle case editrici, soprattutto da quelle medio-grandi. Non che trovo che ci sia qualcosa di sbagliato in chi li accetta, per carità, semplicemente preferisco comprarmi i libri da sola, onde evitare spiacevoli incidenti nel caso in cui il libro che mi viene mandato non mi piaccia. Non dico che non sarei onesta nella recensione, questo no. Però, conoscendomi, sicuramente mi sentirei un po' a disagio. Come quando qualcuno vi regala una cosa brutta ma voi non ve la sentite di dirgli in faccia che è brutta. A volte, però, faccio delle eccezioni: se la casa editrice è piccolina e non avrei avuto altri modi per conoscerla, se il libro che mi viene proposto effettivamente mi ispira, se chi mi ha contattato è stato davvero molto gentile o senza un vero e proprio motivo, così perché mi va. La seconda premessa è che io odio i libri scritti da chi nella vita fa già altro. Soprattutto se è un presentatore tv, una velina o un calciatore. Li odio senza mai averne letto uno, diciamo la verità. Per snobismo, forse. O perché penso che la letteratura sia altro e che questi libri, piano piano, la stanno distruggendo.
La terza, e ultima giuro, premessa è che adoro Masterchef. Una scoperta tardiva, solo di quest'anno, che mi ha portato in una decina di mesi a vedere tutta la quarta serie di Masterchef USA, la prima di Masterchef Spagna, la prima serie di Junior Masterchef USA, la terza serie di MAsterchef Italia e, a breve, anche la prima di Junior Masterchef Italia. Adoro le sfide di cucina, adoro la creatività di certi piatti e adoro provare a rifarli a casa (il mio filetto alla Wellington è spettacolare). E, soprattutto, adoro le reazioni dei giudici. Soprattutto dei tre di Masterchef USA: Gordon Ramsay, Graham Elliot e, sì, soprattutto lui, Joe Bastianich.
Quindi alla luce della terza premessa ho deciso di violare quanto detto nella prima e nella seconda e quando la Utet mi ha scritto per propormi di leggere Giuseppino di Joe Bastianich (scritto con Sara Porro... cosa che, pur non avendo idea di chi fosse, un po' mi ha incoraggiata, perché vuol dire che il personaggio forse conosce i suoi limiti come scrittore) ho accettato. E li ringrazio davvero per avermelo inviato.
Anche se temo che loro non faranno lo stesso per questa recensione.
Giuseppino di Joe Bastianich avrebbe tutte le potenzialità per essere un bel libro. Non sto scherzando. La vita di Bastianich, dalla fuga dei suoi nonni dall'Istria subito dopo la guerra, all'arrivo in America, dall'infanzia all'apertura del primo ristorante da parte di quel fenomeno che deve essere sua madre, dall'acquisto dei vigneti in Friuli alla collaborazione con Farinetti per portare Eataly a New York, oltre ovviamente alla sua esperienza come giudice di Matserchef, sarebbero materiale più che sufficiente per scrivere una piccola e interessante saga familiare.Però, qualcosa non ha funzionato. Il libro è scritto, francamente, abbastanza male, in modo quasi frettoloso e tratta solo di sfuggita tutti gli argomenti che avrebbe potuto e dovuto ampliare sulla vita di questo personaggio. Già solo il titolo, che effettivamente è una delle cose che mi ha attirata di più, viene quasi sprecato senza che davvero si racconti quasi nulla del rapporto con la nonna, l'unica a chiamarlo ancora così, e di cosa questo rapporto ha significato. Certo, alcuni aneddoti sono divertenti, così come lo sono i disegnini tra un capitolo e l'altro (a opera di Gianluca Biscalchin) e, soprattutto, il glossario Bastianich-Italiano in chiusura del libro. Però, la sensazione una volta chiuso il libro è che manchi davvero qualcosa. Molto spesso inoltre si fa riferimento a quello precedente, Restaurant man (pubblicato da Rizzoli, nel 2012), dicendo proprio "questa cosa la racconto già lì, quindi qua non la dico". Ed è una cosa irritante (anche perché se compro uno non è poi detto che io compri anche l'altro, no?).
Forse avrei dovuto ascoltare il mio buon senso, quello che mi ha sempre detto di non leggere libri scritti da personaggi televisivi, indipendentemente da quanto questi personaggi televisivi mi piacciano. Ma lo so per la prossima volta. E ora tornerò sicuramente alle mie vecchie abitudini, di non accettare libri dalle case editrici, se non in casi eccezionali, di non leggere libri scritti da personaggi televisivi e di guardare puntate Masterchef, in ogni sua edizione, come se non ci fosse un domani.
Titolo: GiuseppinoAutore: Joe Bastianich con Sara PorroPagine: 201Editore: UtetAnno: 2014Acquista su Amazon:formato brossura: Giuseppino. Da New York all'Italia: storia del mio ritorno a casaformato ebook: Giuseppino (Utet)