GIUSSAGO (pv). Correre da soli non è automaticamente garanzia di vittoria.Lo sa bene Massimiliano Sacchi, che a sorpresa è stato tradito da un elettorato che aveva sempre dichiarato la piena fiducia in lui e nel suo operato di sindaco.
Alle 23 di ieri sera la sentenza: Comune consegnato a un commissario prefettizio.
L'obiettivo del 50% + 1 di voti validi, necessario per la rielezione, distava ancora 130 voti quando il countdown verso le 23, orario di fine votazioni, è terminato.
A rispondere sì a quello che, più che un'elezione, ha assunto le sembianze di un referendum su Sacchi sono stati 1.837 giussaghini. Oltre 200 in più rispetto alla tornata elettorale del 2010 che aveva visto all'opposizione come capofila Davide Rognoni.
Fra i votanti, un vero e proprio plebiscito per l'ormai ex sindaco: il 46,7% delle schede presentava una croce sul simbolo della sua lista. Un buon numero, tenuto conto che a Giussago risiedono 5156 persone. Ma decisamente non abbastanza.
"Lo avevamo capito fin dal pomeriggio - ammette Sacchi - il trend giussaghino rispecchia il calo di affluenza che si è verificato in tutta Italia in relazione al lungo ponte. Eravamo in bilico: potevamo passare per il rotto della cuffia o rimanere fermi un giro. Sono orgoglioso di non aver creato liste civiche fasulle per ottenere più voti. A parlare per me è stato il lavoro svolto in questi cinque anni di amministrazione. Il rimpianto è per le molteplici attività che avrebbero dovuto prendere avvio a settembre, in particolare la scuola materna presso il nuovo campus scolastico che non è ancora terminata".
a cura di Serena Baronchelli
