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Gl’investimenti all’estero della Cina: miti e realtà

Creato il 05 agosto 2012 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
Gl’investimenti all’estero della Cina: miti e realtà

Non è una novità per nessuno che la Cina sta espandendo le sue attività di acquisizione di risorse per tutto il mondo. E nella sua ricerca per i diritti di estrazione e perforazione, la Cina sembra più che disponibile a lavorare con qualsiasi governo che la aiuti a salvaguardare tali investimenti, inclusi quei governi accusati di dilagante corruzione o di gravi violazioni dei diritti umani. Perfino in paesi con governi migliori, le esportazioni delle risorse potrebbero ancora non riuscire a migliorare gli standard di vita per la gente comune, mentre lo sfruttamento delle risorse spesso conduce al degrado ambientale e agli effetti negativi del cosiddetto “male olandese”. La Cina è sistematicamente accusata di importare risorse da paesi affetti da questo “male”, prima di “scaricare” beni di scarsa qualità su di loro. Di conseguenza, gli investimenti internazionali della Cina sono spesso visti come una “nuova forma di colonialismo”.

La realtà è che le aziende di risorse cinesi differiscono ben poco dalle aziende di risorse del mondo – se non per il fatto le aziende cinesi operano spesso in paesi più emarginati, principalmente perché i mercati nei paesi più sicuri sono già controllati dalle aziende occidentali. Inoltre, i progetti di acquisizione delle risorse da parte della Cina sono stati definiti in base alle sue priorità interne, incluse quelle formulate dai suoi politici. Il desiderio della Cina di acquisire risorse naturali è determinato dalla sua politica industriale nazionale. Mentre il governo mira a ridurre l’intensità energetica cinese del 40% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2020, la politica energetica della Cina non incoraggia risparmi progressivi sul consumo energetico, con i prezzi energetici del paese fissati attualmente al di sotto della maggior parte dei paesi. Per esempio, i prezzi del gas sono circa gli stessi di quelli statunitensi e meno della metà di quelli di molti paesi europei. Ma i bassi prezzi energetici della Cina sono supportati da aziende e normali consumatori allo stesso modo. L’aumento dei prezzi energetici sarebbe una scelta molto impopolare per il governo; da qui la generale mancanza di iniziativa su questo particolare fronte.

Oltre ai bassi prezzi, la crescita del consumo di energia è anche supportata dalla struttura industriale cinese. La quota di industria pesante nell’economia cinese è in costante aumento dai primi anni del 2000. La Cina ora detiene più della metà della produzione mondiale di acciaio e cemento, e la crescita dell’industria pesante è uno dei principali fattori responsabili per l’incremento del consumo energetico della Cina. Mentre la forte crescita del settore dei beni immobili e delle costruzioni in infrastrutture ha fatto aumentare la domanda cinese di cemento, acciaio, rame e altri metalli, il ruolo del governo in questa strategia di sviluppo non può essere ignorato. Fornendo sussidi e capitali al settore manifatturiero, il governo cinese sta effettivamente incoraggiando le industrie ad alta intensità di capitale. Vale anche la pena notare che le grandi aziende statali sono esse stesse attori attivi nella definizione della politica del governo sull’acquisizione delle risorse. Si prenda, per esempio, le tre grandi aziende petrolifere che sono state in prima linea nell’iniziativa cinese per le risorse naturali – CNOOC, CNPC e Sinopec. Il governo cinese spesso insiste che la ragione per il sostegno ai loro acquisti di giacimenti di petrolio oltremare è che il possesso di petrolio è cruciale per la sicurezza energetica della Cina.

Le aziende petrolifere cinesi sono neofite nel mercato del petrolio globale e c’è poco spazio per loro per entrare nei paesi politicamente stabili; invece, hanno concentrato i loro investimenti in paesi con ambienti politici meno favorevoli. A sua volta, il governo cinese ha anche svolto un ruolo vitale fornendo una garanzia per le sue aziende petrolifere concludendo accordi bilaterali con il governo del paese ospitante. La politica energetica e mineraria della Cina oltremare è il risultato congiunto del restringimento dello spazio internazionale per gli investimenti e dell’interesse di gruppi politici nazionali. Data questa situazione e le opzioni ora disponibili alle aziende cinesi che investono all’estero, la Cina dovrebbe mirare a gestire saggiamente la sua immagine internazionale. Ha fatto un grande lavoro costruendo scuole, ospedali, stadi, impianti per le conferenze e impegnandosi in altri progetti nei paesi esportatori di risorse. Tuttavia la Cina ha anche bisogno di imparare a migliorare la sua immagine internazionale in aree “più delicate”, come ottenere il supporto degli intellettuali nei paesi destinatari degli investimenti. Gli intellettuali plasmano il discorso pubblico nella comunità internazionale nonché all’interno di quei paesi. È cruciale per la Cina ottenere il loro supporto per acquisire un’immagine più positiva.

(Traduzione dall’inglese di Massimiliano Porto)


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