Detto che Lisa Ray e Sheetal Sheth sono due splendide donne e due attrici davvero brillanti di cui è probabile torneremo a sentir parlare presto, anche The world unseen non è niente male. Nessun dubbio che Shamin Sarif (che è atterrata a Torino senza bagagli, spediti chissà dove dalla compagnia aerea) abbia fatto uno splendido lavoro.
Siamo nel Sudafrica del 1952, in pieno Aparthaid. Neri e bianchi devono stare nettamente divisi, ed anche la minoranza indiana ha degli spazi riservati a metà tra le due grosse maggioranze etniche.
Amina però non vuole starci. Apre un locale in società con Jacob dove ospita bianchi, indiani e neri, veste da uomo e non ha alcuna intenzione di sposarsi.
Deve però continuamente lottare contro la polizia locale ed anche una nonna estremamente tradizionalista.
Quando conosce una giovane madre di famiglia indiana (che mai ha pensato alla possibilità di ribellarsi alla sua vita) la situazione precipita perchè tra le due scatta qualcosa e un amore lesbico è fuori discussione in quegli anni in quei posti.
Il film è davvero ben fatto.
Temi per niente facili trattati con sottile leggerezza, a tratti anche con simpatica ironia.
La Ray e la Seth sono molto brave e sono curioso di vedere il film che la Sarif ha girato in contemporanea con le stesse attrici a ruoli invertiti per quanto riguarda libertà e voglia di ribellione.
In fondo si tratta di una commedia su temi drammatici, ma il risultato è solare, coinvolgente e capace di far riflettere su temi mai troppo scontati.