Piccola delusione finale al 27° Torino GLBT Film Festival perchè Let My People Go! a me proprio non è piaciuto. Sarà la comicità ebraica di Mikael Buch!
Ruben è francese ma vive in Finlandia con il suo compagno. Fa il postino ma un mattino un abitante del paesino in cui vive rifiuta la consegna di un pacco pieno di soldi e glieli regala schiattando sul colpo.
La situazione particolare fa scattare la lite tra i due compagni e Ruben viene cacciato di casa.
Decide così di tornare in Francia dalla sua famiglia ebrea.
E qui trova una situazione da cui era scappato anni prima, una madre insopportabile, un padre che ha da 20 anni una doppia vita, una sorella che sta per divorziare ed un fratello facilmente irascibile.
E tutti si muovono all’ombra dello zio che possiede una catena di tintorie in cui lavorano un po’ tutti.
Il ritorno di Ruben fa saltare piccoli equilibri non solo in famiglia ma perfino nella comunità ebraica, così apparentemente funzionale.
Come detto, il film è deludente, si gioca su situazioni comiche poco comiche e doppi sensi facili.
Già il personaggio di Nicolas Maury è talmente effemminato da risultare fasullo, ma non per questo comico.
Il punto su cui si basa la vicenda è che Ruben, che dovrebbe essere il diverso, finisce per essere il più normale di una famiglia piena di imperfezioni e debolezze.
Le situazioni che fanno davvero ridere sono pochine, e le cose migliori sono alcuni dei personaggi secondari, le due madri dei ragazzi, il padre di Ruben, il commissario di polizia, l’avvocato rabbino gay…
Manca però quella forza e quel coraggio di osare che potrebbe rendere la commedia davvero folgorante, è come se mancasse la potenza comica capace di far ridere di gusto.
Nota dovuta: come sempre le considerazioni che leggete sono strettamente personali, in particolare in questo caso visto che in sala non è mancata gente piegata (per me inspiegabilmente) dalle risate.
Puoi trovare in questo post tutte le recensioni del 27° Torino GLBT Film Festival.