Ottimo film davvero questo Trigger di Bruce McDonald, passionale, forte e con un sacco di rock ‘n roll dentro.
Le due componenti delle Trigger si rivedono dopo dieci anni dal loro ultimo turbolento incontro.
La cena che le vede riunite è un momento di difficile riunione e la nottata che segue riaprirà vecchie ferite e la delusione degli ultimi anni.
Sarà però anche la loro notte, il modo di riunirsi e riaccendere quel rapporto che negli anni in cui erano famose non aveva trovato il modo di esprimersi, bloccato dalla maledizione del rock.
McDonald crea un film intenso, molto incentrato su una serie di lunghissimi e splendidi dialoghi, un film in cui il tempo si dilata e prende tutto lo spazio che gli serve.
Ottima la lunga sequenza iniziale, nel ristorante, con la crescente litigata tra le due donne. Una sequenza che da sola riesce a riassumere il senso del film e della vita delle protagoniste, facendoci capire il loro rapporto, i lori sogni di ragazze e la desolazione dei loro fallimenti (personali più che professionali).
Tracy Wright e Molly Parker sono davvero eccellenti e del resto è su di loro che pesa la gran parte di Trigger, sulla loro capacità di rapportarsi, di scontrarsi, di amarsi. Di esprimere
La cosa interessante è che Trigger esprime se stesso tutto in una notte, dalla cena all’alba del giorno successivo, facendo passare le due protagoniste in turbinio di sentimenti che ripercorrono la loro storia con riferimenti accennati alla loro carriera artistica, ai loro successi e più espliciti ai loro fallimenti, alle loro dipendenze (droga, alcool).
Più nascosta è invece la storia d’amore lesbico, mai veramente sbocciata, mai veramente espressa, sempre bloccata dal demone del rock perchè loro in fondo sono cattive ragazze o dovrebbero esserle.
E poi, fidatevi, c’è una colonna sonora di Rock al femminile davvero esagerata!