Alla fine di settembre, il mercato ha spazzato via più di 5 miliardi di dollari dal valore della Glencore, la multinazionale delle materie prime con sede in Svizzera.
Le azioni della società hanno perso circa il 30% mettendo a nudo un debito enorme che diventa sempre meno sostenibile a causa della prolungata discesa dei prezzi dei metalli a livello mondiale, rame e carbone in testa. Il valore delle azioni sono scese addirittura dell'85% rispetto al valore del loro debutto nel 2011.
Ma dopo pochi giorni, indiscrezioni su una possibile scalata della società ha fatto alzare il valore del titolo del 33% sulla borsa di Hong Kong.
Un percorso sulle montagne russe che evidenzia come la società non stia facendo abbastanza per tagliare il debito, con conseguenti preoccupazioni sulla capacità di mantenere inalterati i propri rating di mercato.
Alcuni osservatori sono preoccupati circa la possibilità di una raffica di vendite da parte di GlencoreL'amministratore delegato Ivan Glasenberg ha dovuto cedere alle pressioni degli azionisti per una sostanziale ristrutturazione, sospendendo i dividendi e mettendo in programma la vendita di beni per fare cassa. Perciò ha già cominciato a vendere alcune attività, come quelle relative al nichel in Brasile, cedute alla Horizonte Minerals per 8 milioni di dollari, una frazione di quello che erano costate.
Tuttavia, alcuni osservatori sono preoccupati per una possibile raffica di vendite da parte di Glencore, i cui effetti potrebbero essere assai deleteri per i mercati.
Secondo gli analisti della banca d'investimento Investec, se i prezzi delle principali materie prime rimangono ai livelli attuali, senza una profonda ristrutturazione il patrimonio di Glencore potrebbe evaporare.
Tutto il mercato minerario è sotto pressione a causa del rallentamento dei mercati emergenti e del crollo dei prezzi delle materie prime, come testimonia per esempio l'indice FTSE350 dei titoli minerari che ha raggiunto i suoi livelli più bassi dal dicembre 2008. Ma Glencore si trova in una posizione particolarmente traballante soprattutto per le prospettive nei consumi di materie prime in Cina e per i bassi prezzi del rame, il metallo più importante per i bilanci della società.
Nessuno è ancora in grado di capire quanto è lontano il pavimento per i titoli del gigante minerario svizzero.
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