Entra in un negozio con una valigia e un impermeabile, col cappello e le scarpe impolverate. Ha uno strano impermeabile, spalle larghe e tese. Non porta i calzoni a campana dei gauchos e i fazzoletti colorati che usano gli altri. Saluta, ma non sorride, ha un’aria eccentrica, singolare. Beve una birra e guarda la strada verso la montagna. Si vede che è malato da come conta i soldi sul bancone, da quelle sue dita svigorite e dall’impossibilità di dominare le cose. Sembra disperato, diffidente, guardingo. E’ arrivato qui, tra queste montagne, per curarsi nel sanatorio locale, ma si sente separato dagli altri e forse non crede nel valore, nell’importanza di curarsi e ignora i vortici di polvere, il caldo e il freddo.
Deve avere circa quarant’anni e, anche se ora ha quest’aspetto, un tempo è stato una grande stella del basket…
“Me lo immaginavo, solitario e pigro, guardare la chiesa così come guardava le montagne dal mio negozio, senza attribuirvi un significato, anzi per eliminarle, intento a deformare pietre e colonne, e la scalinata annerita. Impegnato con una dolce e vecchia protervia a convincere e corrompere quello che stava guardando, perché tutto interpretasse il senso della sottile disperazione che mi aveva rivelato nel negozio, lo sconforto che manifestava senza saperlo o senza la possibilità di nasconderlo nel caso l’avesse saputo.”
Ignorato dalla critica per anni, Juan Carlos Onetti è stato “scoperto” nel 1960, in concomitanza con il periodo “boom” del romanzo latino-americano. Di sicuro Gli addii è tra i migliori racconti mai scritti in lingua spagnola.
Onetti è un maestro nella fusione di fantasia e realismo e questo suo racconto è per molti il suo capolavoro.
Di Onetti colpisce (e non poco) l’eccellenza artistica e il totale rifiuto dei valori dominanti.
SUR lo presenta in una splendida edizione (con quest’opera inizia la pubblicazione di tutte le opere di Onetti) con la traduzione di Dario Puccini (riveduta e corretta da Raul Schenardi).
Twitter:@marcoliber
Juan Carlos Onetti
Gli addii
(traduzione di Dario Puccini)
SUR
2012