Magazine Cultura
Abbiamo piacere di ospitare al Pinkafè, la scrittrice Patrizia Violi. L'autrice vive a Milano, dove fa la giornalista. Ha pubblicato i romanzi Una mamma da URL (Dalai editore, 2010) e Love.com (Emmabooks, 2011).Il suo blog è: www.extramamma.net
Del suo libro Affari d'amore dice:
Il mio libro racconta di una famiglia tutta al femminile, nonna, figlia e nipoti il cui credo è, ed è sempre stato, quello di trovare uomini sponsor anzichè realizzarsi sul lavoro. La nonna è la matriarca, ai suoi tempi una bellona di Carosello, e ha inculcato alla figlia e poi alle nipoti la sua filosofia. Nel romanzo poi qualcosa non funzione irrompe
l'amore e la situazione si complica parecchio...
Cara Patrizia, benvenuta al Pinkafè, la prima domanda che ti facciamo è d’obbligo: sei sposata, hai due figlie adolescenti, un cane, un lavoro impegnativo, sei anche una blogger e scrivi anche libri… complimenti, dove trovi il tempo? vuoi parlarci un pò di te?
Grazie a voi di avermi invitata!
Grazie anche dei complimenti, forse immeritati: questa prima domanda scopre un tasto dolente! Infatti arranco sempre per riuscire a fare tutto, nei momenti più strani, tipo mentre sto per addormentarmi, sotto la doccia o durante la spesa, mi viene in mente : ”Oddio, ho dimenticato questo!” oppure: “Devo ricordarmi assolutamente...”
Insomma un’ansia quasi continua. Poi sono sempre di corsa e mi sento in colpa.
Normale no? Noi donne siamo multitasking! Sarà mica una maledizione?
Comunque l’unica cosa che mi salva è che riesco spesso a vedere il lato ironico delle situazioni e quindi cerco di sdrammatizzare e ridimensionare. Poi ho la fortuna di avere un marito che mi aiuta con la gestione della casa, del cane e ovviamente delle nostre figlie.
Per scrivere il momento ideale è la sera quando le ragazze sono andate a letto o comunque affaccendate nelle loro cose e posso ritagliarmi un paio d’ore per concentrarmi e farmi trasportare nel mio mondo di sogno e di scrittura.
E' stato facile diventare una scrittrice?
E’ stato molto difficile. Come giornalista diciamo che “confinavo” con il mondo dell’editoria, ma essere presi in considerazione per pubblicare è piuttosto duro. Ho mandato un po’ di manoscritti alle varie case editrici, senza successo. Il problema è che spesso le redazioni degli editori sono ridotte all’osso e quindi chi è preposto alla lettura dei manoscritti lavora molto, molto lentamente. E le risposte arrivano dopo tantissimo tempo, se arrivano. Spesso comunque è una questione di tempistica, di fortuna, di fatalità. Quando avevo deciso di lasciar perdere mi è capitata, per puro caso, la coincidenza giusta.
Affari d'amore non è il primo libro che pubblichi con la casa editrice Baldini&Castoldi; ci racconti come è iniziata questa tua avventura?
Riprendo dalla domanda precedente...Attraverso il mio blog, extramamma, in cui racconto le mie avventure domestiche, avevo incontrato una ragazza, una giovane mamma, ci siamo scambiate un po’ di email e un giorno incontrate per conoscerci di persona. Mi ha raccontato che lavorava per la mia futura casa editrice e allora le ho parlato delle mie velleità letterarie. Lei mi ha proposto, senza che glielo chiedessi, di mettermi in contatto con la mia futura editor e zac! come per magia, dopo anni di disillusioni, tutto è cominciato. Dopo il primo romanzo “Una mamma da URL” basato sulla mia esperienza nel mondo dei blog, è andato bene e così mi hanno chiesto un secondo libro che è appunto “Affari d’amore”.
Come è nata l'idea di scrivere Affari d'amore? Vuoi parlarci dei personaggi femminili del romanzo?
L’editor mi ha chiesto una storia d’amore, l’idea della famiglia tutto al femminile con queste donne ciniche e in cerca di uomini ricchi, mi è venuta perchè nella vita ne ho incontrati un paio di nuclei famigliari di questo tipo. Devo ammettere che erano meno glamour, un po’ più escort delle mie protagoniste. Qual è la cosa che questo tipo di donne non si possono permettere?
L’amore perchè è un sentimento incontrollabile che fa perdere il controllo e sbalestrare i conti. Quindi ho fatto innamorare una delle mie protagoniste per provocare una crisi nel sistema famigliare!
Poi un altro elemento che mi ha ispirato è stata la vicenda delle Olgettine dello scorso anno, sentire nelle intercettazioni i parenti che invece di scandalizzarsi incitavano le figlie a chiedere sempre di più. Mettendo insieme tutti questi spunti è nata la trama del romanzo. Poi come sempre succede scrivendo un po’ alla volta i personaggi prendono “corpo” e si definiscono.
Beatrice, la nonna cinica e manipolatrice, Isabella, la figlia succube di lei, le nipoti Viola, arrabbiata e ribelle, e Angelica, la protagonista che affronta a modo suo un percorso di crescita ed emancipazione.
Nonostante sia un personaggio negativo, Beatrice, la figura matriarcale della famiglia, ha un fascino tutto suo. E’ un personaggio che esiste realmente, ti sei ispirata a qualche tua conoscenza?
Qui volete mettermi nei guai!
In effetti sì, c’è una persona, una mia lontana parente che un po’ mi ha ispirato. Ma non posso dire di più e spero tanto che non navighi su internet e arrivi a Pinkafè!
Comunque l’ho peggiorata molto, l’ho resa più cinica e dissacrante. Ho lavorato di fantasia e devo dire che mi sono anche divertita. E’ stato il personaggio che mi è piaciuto di più scrivere: forse ho dato sfogo al mio lato oscuro!
Mi pare che il finale del libro lasci aperte alcune possibilità per un sequel. Ci stai pensando o lavorando, oppure hai altri progetti nell’immediato futuro? Hai mai pensato di scrivere un romanzo storico?
Infatti il finale è abbastanza aperto. Ho proprio pensato che la storia potrebbe continuare. Alcune lettrici me l’hanno chiesto. Vedremo... a me piacerebbe farle vivere ancora un po’.
Sui progetti futuri decisamente un’altra storia d’amore. Mi è venuto in mente un soggetto, mi piace anche molto ma sono bloccata, dopo un inizio promettente, non so come portarla avanti. Adesso è solo nella mia testa, ci penso sempre. E’ un’idea fissa. Così fissa che l’altro giorno stavo guidando, ero assorta in questi pensieri, e per poco tamponavo!
Sul romanzo storico mi piacerebbe moltissimo ma ci sono regole ben precise, dovrei studiarmele. Cercherò di farlo perchè è un argomento molto affascinante.
Siamo curiosi di sapere quali sono i tuoi gusti letterari; qual'è l'ultimo libro che hai letto e cosa stai leggendo adesso?
L’ultimo libro che ho letto è un saggio, non un romanzo. Si intitola “La scrittrice cucinava qui” (scritto da Stefania Aleph Barzini) e racconta in chiave romanzata la vita di alcune scrittrici famose come Colette, Virginia Wolf, Agatha Christie e molte altre per analizzare il loro rapporto con il cibo e la cucina. E’ molto intrigante perchè svela particolari inediti e romantici sulla loro vita e di come l’appetito sia legato ai sentimenti e alle emozioni anche quelle d’amore.
Poi recentemente mi sono gustata la trilogia di Katherine Pancol, da “Gli occhi gialli dei coccodrilli” fino a “Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì”.
E sul comodino ho “Sogni di vetro” di Mariangela Comocardi.
Vorresti dire qualcosa alle lettrici?
Vorrei suggerire di non curarsi, anzi di compatire con benevolenza, qualcuno che consideri la letteratura rosa di serie B e fa sorrisetti accondiscendenti quando si parla di libri d’amore. Vorrei consigliare di continuare a leggere romanzi che fanno sognare, emozionare, ridere e piangere. Questo è quello che un buon libro deve saper regalare!
Ancora grazie a Patrizia Violi per aver accettato di essere nostra ospite
Grazie a voi e complimenti a Pinkafè: ineressante, ben scritto ed efficace negli approfondimenti!
Trama di " Affari d'amore"
Investire sulla bellezza e sul proprio capitale erotico è un trucco vecchissimo. Tornato prepontentemente di moda in un momento di crisi economica come questo: cercare di accalappiare uno sponsor anzichè dannarsi per cercare un improbabile lavoro sembra ad alcune la scorciatoia più furba.
Lo sostiene anche Catherine Hakim, sociologa della London School of Economics, nel saggio Honey Money: The Power of Erotic Capital, convinta che il mix di bellezza, abilità sociale, competenza sessuale e apparenza, produca potere e sia uno strumento di autopromozione indispensabile nella nostra società.
Affari d’amore racconta la storia di una famiglia tutta al femminile, che da sempre ha messo in pratica questa teoria. Nel romanzo ci sono, infatti, tre generazioni di donne disposte a tutto per vivere nel lusso.
La nonna, Beatrice, reginetta di bellezza d’antan, è la matriarca e con il suo carattere volitivo e cinico detta legge. Ha addomesticato figlia e nipoti al credo di famiglia: meglio non lavorare ma cercare uomini da compiacere e sfruttare. Relazioni senza emozioni e sentimenti per non rischiare di perdere il controllo e di conseguenza anche le entrate.
Isabella, la figlia, ex modella, è mantenuta da un ricco e vecchio fidanzato.
Mentre Angelica, la primogenita, facendo la ragazza immagine, si è accasata con un uomo che ha il doppio della sua età ma un bel conto in banca.
Poi c’è Viola, la sorellina di sedici anni che arrotonda mettendo foto hard sul web.
Le protagoniste di questa storia non si dolgono della loro condizione perchè si considerano emancipate: strumentalizzare gli uomini è un esempio di parità o forse anche di superiorità. Infatti entrambi i soggetti sono consapevoli dell’accordo su cui si basa la relazione: donne trofeo in cambio di un reddito sicuro.
Ma un giorno irrompe un elemento destabilizzante: una delle ragazze si innamora. Il suo cuore congelato dal cinismo delle regole di famiglia comincia a sciogliersi per un bel barista, giovane e spiantato. Uno scandalo per mamma e nonna, che non tollerano questo sciagurato cambiamento di rotta e tentano in ogni modo di riportarla sulla «retta» via. La ragazza abdicherà nel nome dell’interesse famigliare o si toglierà gli anelli di Pomellato per preparare insalate nel bar del suo amore?
Estratto del libro
...forse è un rischio passeggiare con Luca così vicino a casa. Mauro senz’altro non rischia di incontrarlo perché stamattina è uscito per andare in ufficio prima di lei. Ma più meno a quest’ora deve arrivare Carmen, la colf.
Chissà cosa penserebbe se la vedesse con Luca. Forse sarebbe contenta, pensa Angelica.
Perché, certe volte, le sembra che Carmen la guardi con compatimento quando è con Mauro, ma forse è soltanto una sua impressione. Dopo aver fatto colazione, Luca propone anche un giretto al Parco Sempione. Angelica fa un po’ di storie, ma poi accetta.
Camminano vicini sui vialetti ancora coperti di brina e il luminati dal sole. Incrociano solo jogger, padroni di cani e qualche mamma frettolosa con il passeggino.
Luca parla un sacco di sé. Racconta della sua passione per la musica: di quando ai tempi del liceo, aveva formato una band, ma anche dell’investimento che ha fatto recentemente acquistando il bar. Di suo padre che gli sta con il fiato sul collo perché ha paura che sia stato un passo troppo impegnativo, per lui che ha solamente venticinque anni.
Angelica ascolta e fa solo qualche commento nei momenti più opportuni.
«Ti ho praticamente raccontato tutta la mia vita mentre di te non so niente.»
«Non ho una storia molto interessante… ho appena ripreso l’università…»
«Prima lavoravi?»
«Sì, ho fatto un po’ di fiere e cose così, come ragazza immagine.»
«Certo, dovevo intuirlo.»
«Cosa vuoi dire?» Angelica è subito sulla difensiva.
«Che sei molto bella e magari…»
«Magari cosa?»
«Hai un fidanzato.»
Angelica non sa se negare o pregarlo di smetterla con le domande pericolose. Sono stati bene fino a quel momento, è un peccato rovinare tutto. Con le parole.
Così reagisce come non avrebbe mai immaginato.
Cerca la mano di Luca, infilata nella tasca del suo giubbotto, e la stringe. Lui non sembra affatto stupito. Gira il viso verso Angelica e la bacia. Prima piano, poi con più
passione. Si guardano e ridono. E si baciano ancora e ancora.
Secondo estratto
Angelica è contenta di vedere Marta.
Sorride immaginandosela arrivare sorridente e tutta intabarrata: sciarpa, cuffia di lana e giaccone peloso. Sempre in ritardo e sempre di corsa. Marta è l’unica amica di Angelica.
Insieme si divertono anche se sono diversissime. Angelica è introversa e razionale, Marta vulcanica e imprevedibile. Una decisamente bella, l’altra solo appariscente: un po’ cicciottella, ha un décolleté che fa molte vittime, gli occhi da gatta e i capelli da fattucchiera ingabbiati in una specie di palma di treccine.
Quando si sono incontrate, tre anni prima all’università, Angelica pensava che Marta l’avesse avvicinata solo per curiosità antropologica: per studiarla come un incomprensibile
e futile fenomeno metropolitano.
Angelica, sin dai tempi del liceo, era abituata a essere osservata e soprattutto giudicata. Quindi si era lasciata passivamente analizzare anche da quella strana ragazza che ogni tanto dopo le lezioni la invitava a mangiare un panino insieme.
In quelle occasioni, chiacchierando con Marta, si era resa conto invece di quanto fosse spontanea e attirata da lei a prescindere dalle differenze.
Questa scoperta l’aveva stupita.
Era la prima volta che una ragazza sembrava trovarla interessante. Le sue compagne di scuola infatti l’avevano sempre emarginata: perché piaceva molto ai maschi, aveva una
famiglia strana e troppi vestiti firmati.
Con Marta invece sembrava diverso, dallo scambiarsi dritte per il piano di studi erano passate gradualmente a confidenze più intime.
Marta le aveva svelato di essere innamorata di un ragazzo, un certo Davide, che quando stava con lei era meraviglioso, soprattutto a fare sesso, poi spariva per troppo tempo
facendola disperare. Quando lei se n’era quasi fatta una ragione, ricompariva più appassionato di prima, la incantava e dopo si dava nuovamente alla fuga. Un amore intermittente che le avvelenava la vita da un anno.
«Gli uomini sono dei deficienti e bisogna solo usarli»,
aveva subito commentato con astio Angelica.
Marta era rimasta a bocca aperta. Si sarebbe aspettata comprensione, alla peggio commiserazione, ma mai una risposta così cinica e diretta.
Allora Angelica le aveva raccontato la filosofia di casa sua e di come le avessero insegnato che gli uomini sono solo polli da spennare. E come a questo proposito il fatto che lei frequentasse l’università fosse visto come una trasgressione che allontanava dal vero obiettivo: trovare un uomo ricco che la mantenesse. Mentre gli uomini che si incontrano in facoltà, i professori universitari, in genere, non erano così ben pagati da potersi permettere di far vivere nel lusso una giovane compagna. Quindi, per la madre di Angelica era assolutamente sconsigliabile e inutile perdere tempo nell’ambiente
accademico.
Marta, ascoltandola, l’aveva guardata con incredulità e all’inizio aveva pensato che Angelica si inventasse tutto per prenderla in giro. Per scioccarla.
Poi, dall’espressione seria dell’amica aveva capito che diceva la verità. Il boccone del panino che stava mangiando le era andato di traverso e stava quasi per soffocare. Dopo un bicchiere d’acqua era riuscita a sbottare, scandalizzata: «L’eco di tutte le battaglie delle donne che hanno combattuto per l’uguaglianza dei diritti non è mai arrivato a casa tua?»
«Ma cosa dici? Certo che siamo emancipate. Strumentalizzare gli uomini è un esempio di parità: ci usano come un trofeo e per fare sesso mentre noi li usiamo come fonte di reddito. Siamo entrambi consapevoli di questo accordo.»
«Ok, questa potrebbe anche essere la teoria delirante, ma in pratica fare sesso con un vecchio non ti fa schifo?»
Angelica era già pentita di essersi confidata con Marta, non avrebbe dovuto farsi trascinare in quella conversazione.
Era stata una vera ingenua. La mamma e la nonna le avevano consigliato di glissare sempre quando con altre donne si parlava di uomini. Nessuna avrebbe capito, tutte si sarebbero mostrate moraliste e bacchettone.
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