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Gli alberi secchi

Da Psytornello @psytornello

collera

Dopo un po’ di assenza dovuta al lavoro incessante, eccomi con un nuovo racconto cui seguirà un’interpretazione psicologica.

Intanto, buona lettura…

C’era una volta una creatura alla quale il pessimo carattere aveva provocato difficoltà enormi e la perdita dei buoni amici. Si avvicinò a un vecchio saggio coperto di stracci e gli domandò: “Come potrò riuscire a tenere sotto controllo questo demone della rabbia?”. Il vecchio gli consigliò di raggiungere una lontana oasi riarsa nel deserto, di sedere tra gli alberi secchi e di raccogliere l’acqua salmastra per i viaggiatori di passaggio.
E l’uomo, nel tentativo di vincere la sua collera, andò nel deserto fino al posto degli alberi secchi. Per mesi raccolse l’acqua salmastra e la offrì a tutti quelli che passavano. Trascorsero gli anni, e non soffriva più di accessi di collera. Un giorno arrivò all’oasi uno scuro cavaliere, e lanciò un’occhiata altezzosa all’uomo che gli offriva l’acqua. Il cavaliere disprezzò l’acqua torbida, la rifiutò e riprese a cavalcare. L’uomo che offriva l’acqua andò subito in collera, tanto da essere accecato, e afferrò il cavaliere, lo tirò giù dal suo cammello e lo uccise. Immediatamente con dolore comprese di essere stato consumato dalla collera. Ed ecco cosa accadde poi.
D’improvviso un altro cavaliere arrivò al galoppo. Guardò il volto del morto ed esclamò: Allah sia ringraziato! Hai ucciso l’uomo che stava andando ad assassinare il re!” e in quel momento l’acqua torbida dell’oasi si fece limpida e dolce e gli alberi secchi diventarono verdi e si ricoprirono di gemme.

Fonte:  Clarissa Pinkola Estés – Donne che corrono coi lupi – Milano, 2013 Frassinelli


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