New Zealand 20 - 6 Australia
E dunque il tabellone ora è tutto completo: la Nuova Zelanda sconfigge 20-6 l'Australia all'Eden Park di Auckland nella seconda semifinale del Mondiale 2011, per giocarsi la Web Ellis Cup contro i più rognosi del torneo, i francesi (tabellino e highlights). Come 24 anni fa: 1987, l'unica volta da vincenti degli All Blacks. E sempre come allora, i Wallabies disputeranno venerdì la finalina contro il Galles. Corsi e ricorsi della storia. E' anche tempo di rivincita. RWC 2003, Australia che si prende lo scalpo dei vicini prima di essere abbattuta in finale dal drop di Wilko e George Gregan che li rincuora: "Four more years, boy, four more years". Ne sono trascorsi otto, ma tant'è.
Primo tempo. Due cose da mettere in chiaro dall'inizio, dal punto di vista del canovaccio tattico: i neozelandesi attaccano, premono, infilano subito la sesta marcia e lo fanno non solo muovendo palla al largo, ma usando con accuratezza i piedi. Prima Piri Weepu, poi Cory Jane (eletto alla fine Man of the match): lo scopo è tenere gli australiani non tanto nella loro area dei 22, quando compressi sulla linea dei cinque metri. Di modo che nei primi minuti la gara venga dirottata sui binari All Blacks, ed infatti, quel danzatore che è Israel Dagg manda Anthony Fainga a rane e sfugge a Rocky Elsom muovendo veloci i piedi e riciclando per il trequarti adibito a sostegno sempre ed ovunque, tale Ma'a Nonu, quando sta per finire fuori dal campo: invece gli serve il vassoio da portare al tavolo ed arriva così la prima - e poi unica - meta del match. Weepu non converte, è comunque 5-0.
Comincia male la faccenda per la truppa di Robbie Deans, da subito: Quade Cooper che spedisce direttamente fuori il kick off, mischia che comincia ad essere lavorata ai fianchi, avversari che sgambettano per tutto il campo, Adam Ashley-Cooper che, schierato estremo, deve tenerne sott'occhio come minimo due. E la marcatura pesante di Nonu. Non c'è tempo per riavvolgere il nastro, Weepu si ripresenta altre due volte alla piazzola: prima il palo, poi centro (12') per un fallo di David Pocock in ruck.I Wallabies hanno sette vite come i gatti, gli AB lo sanno e continuano a premere sull'acceleratore. Salvo ritrovarsi per la prima volta nei propri 22 al quarto d'ora, colpa di un calcio di Weepu che non esce: la coppia James O'Connor - Digby Ioane penetra, il secondo soprattutto. Ne servono quattro per abbatterlo, il decisivo intervento è di Jerome Kaino. Il suo compagno di reparto in terza linea, capitan Richie McCaw viene punti dall'arbitro sudafricano Craig Joubert perché non si leva di torno nel raggruppamento e O'Connor accorcia: 8-3.
Non c'è attimo di sosta: Weepu spedisce fuori un altro pallone da un penalty conquistato dalla mischia (il lavoro ai fianchi ormai è finito, è tempo di sferrare i primi montanti), Richard Kahui riprende la linea dei colpi di mortaio per assediare il triangolo allargato nemico. Kieran Read si diverte a placcare, il resto del gruppo va a caccia come i migliori dei segugi. Al 21' Aaron Cruden conquista l'esultanza dei tifosi di casa marcando di drop.
Sette vite, gli Aussie. Alla loro seconda comparsa nei 22 neozelandesi, propiziata dall'unico motore che gira e che gli consente di avanzare - il piede di Will Genia, di possessi chiari non ce ne sono - portano a casa altri tre punti con il drop di Quade Cooper, fino a quel momento finito nei tabellini delle cronache per essere finito al centro di una pista di autoscontro dove lui è il bersaglio grosso.
Cinque punti di distacco, sulla carta. In realtà, sia Dagg che Jane non soffrono di vertigine o mal d'aria e si assicurano tutti i palloni che piovono dal cielo. Le terze linee australiane cedono nel breakdown, Cooper non tocca palla e dunque fa molto meno paura, Pat McCabe viene tartassato. I segni della battaglia sono sul volto di tutti, le ferite aperte non si contano, ma le botte peggiori sono riservati all'Australia. Intanto, al 36', Weepu ritrova la via dei pali per il 14-6 sul quale si chiude la prima frazione. Perché allo scadere, su un errore di Dagg nel controllare di piatto un ovale calciato avanti da Ashley-Cooper che consente una mischia nei 22 neozelandesi, i detentori del Tri-Nations non riescono ad aggiungere altri punti al loro bottino.
Secondo tempo - Quaranta minuti trascorsi a tutta velocità. Gli All Blacks dovranno pure rifiatare un attimo, invece sono loro a marcare per primi al 42': è lo stesso Weepu a conquistarsi il fallo, andando a contestare un possesso a McCabe, aiutato dal peso specifico del pilone Owen Franks. 17-6. La marea nera lentamente monta e nel frattempo chiude tutti i canali dove potrebbero infilarsi gli avversari, mentre il sistema gps incorporato per Jane e Dagg continua a funzionare molto bene.
Si tratterebbe soltanto di chiudere definitivamente la pratica - cosa di non poco conto. Weepu è convinto di potercela fare da con un piazzato dalla metà campo, nel gabbiotto di Graham Henry non la vedono allo stesso modo, ma il barbuto mediano calcia uguale e sbaglia. Entra a sostituirlo Andy Ellis: la coincidenza farebbe pensare ad una sorta di punizione, non è così. Weepu chiude con un 3/7, quattro calci smarriti che sarebbero pesati nell'economia, se poi la faccenda non fosse andata come poi effettivamente è andata: con i neozelandesi che rimediano anche agli errori o alle imprecisioni che commettono. Tipo Dagg, che prima cicca un drop, per farsi perdonare con una pedatona dai propri 22 che finisce sulla trequarti opposta.Si entra negli ultimi dieci minuti con Cruden che non infila i pali con l'ennesimo penalty - anche questo dalla distanza. La contesa non risparmia Ellis costretto ad uscire subito per sangue e così Weepu si ripresenta sul terreno. Il sigillo arriva al 70', sull'accoppiata Brad Thorn - Ali Williams, entrato per Sam Whitelock: le due pertiche allungano i piedi sull'ovale introdotto in mischia da Genia dopo che la loro prima linea (dove ha fatto il suo ingresso al tallonaggio Andrew Hore per un ispirato Keven Mealamu) ha accartocciato quella australiana e arriva il calcio, da ottima distanza, per staccare il biglietto con scritto sopra finale: Weepu non sbaglia e può ritornarsene in panchina con la coscienza in ordine. 20-6.
Fa la sua comparsa anche Sonny Bill Williams: entra al 72' e si fa cacciare al 75' per un placcaggio di spalla ai danni di Cooper. In un certo senso, ha lavorato a cottimo anche lui.
Four more years, Wallabies, four more years.