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Gli amanti dei libri e i loro drammi

Creato il 14 marzo 2015 da Martinaframmartino

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Dopo un discorso serio sull’editoria passiamo a uno scemo su noi amanti dei libri. Mi sono imbattuta in un articolo che elenca i 20 piccoli drammi quotidiani che solo un vero amante dei libri può capire. Diciamo che non tutti sono quotidiani e che non tutti mi toccano allo stesso modo, comunque qualche sorrisino un articolo di questo tipo lo strappa perché al suo interno per qualche aspetto ci ritroviamo tutti: http://www.libreriamo.it/a/11245/i-20-piccoli-drammi-quotidiani-che-solo-un-vero-amante-dei-libri-puo-capire-.aspx.

  1. Decidere quale sarà il prossimo libro da leggere.

Ci sono troppe possibilità, troppe responsabilità in ballo, troppe considerazioni da fare, troppi libri interessanti e la vita è dannatamente troppo breve!

Questa per me non è sempre vera, a volte so che leggerò un determinato libro a partire dal giorno della sua pubblicazione. Ci sono libri per cui non esistono dubbi e che scavalcano tutte le code di lettura, ma spesso il dubbio c’è ed è particolarmente forte quando si tratta di decidere cosa infilare in valigia per le vacanze. Lo so, ho un lettore ebook, ma quello va bene come archivio o per le offerte su cose poco importanti, mica posso usarlo per i libri seri.

I punti sui film mi toccano ben poco, se non per il fatto che vorrei veder realizzato un film da uno qualsiasi dei romanzi di Guy Gavriel Kay, cosa che finalmente potrebbe indurre gli editori italiani a tradurlo. Quanto ai sequel, se arrivano e sono belli ne sono felice, ma non ci perdo il sonno. Questo se sono davvero sequel, se sono il secondo, terzo, ennesimo volume di una saga che non ha ancora avuto la sua conclusione il discorso è diverso. Non ci perdo il sonno lo stesso ma i seguiti che concludono la trama principale della storia li voglio.

  1. Affrontare i serissimi problemi logistici di spazio che la tua passione per i libri ti pone davanti quotidianamente.

Presto o tardi dovrai affittare un deposito, vendere tutti i tuoi vestiti, imparare a dormire in piedi come i cavalli…

Un po’ di spazio l’ho recuperato regalando ai mercatini di beneficenza libri che non mi interessavano più, e volendo ho ancora posto per due ripiani aggiuntivi, ma poi? Credo che entro la fine dell’anno dovrò riflettere sul serio su cosa fare. I libri sull’essere mamma sono ancora in casa o li ho già portati tutti in solaio? Devo controllare… E davvero si può dormire in piedi?

  1. Essere interrotti nei momenti (di lettura) più inopportuni.

Quando sto leggendo, ogni momento è inopportuno.

Quella di non essere disturbata è una pia illusione. Sono mamma, come potrebbero non disturbarmi le bimbe? E a volte il marito chiama pure più spesso di loro. Nemmeno quando loro sono in vacanza e io non sono partita perché non ho le ferie ho la lettura tranquilla assicurata. Avete idea di quante telefonate ricevo perché gli manco? Pure a me mancano, ma se si sente il cozzare delle spade, appare un drago in volo o altri dettagli di questo tipo capirete che sapere se hanno mangiato le pennette piuttosto che gli spaghetti non è la mia prima preoccupazione. E per fortuna almeno sono finiti i racconti su quante volte hanno fatto la cacca, angoscia (del marito, mica mia) per alcuni anni solo perché per un paio di mesi durante lo svezzamento la maggiore ha avuto qualche problema di stitichezza. Se mi disturbano? Diciamo che ormai ho imparato a interrompere la lettura a metà di una parola, perché nemmeno a fine frase mi fanno arrivare.

  1. Prestare un libro a un amico per vederselo restituire danneggiato…

Ne consegue la sete di vendetta che porta a danneggiare qualcosa che gli stia terribilmente a cuore. Tipo la sua auto. Tipo la sua faccia.

Capitato raramente per fortuna. È ovvio che chi si è macchiato di un tale delitto da me non ha più ricevuto in prestito un libro. Idem per chi non lo ha restituito. Libro preferito? Perché non parliamo invece di quale sia la mia Billy preferita? Avete presente le librerie Billy dell’Ikea, vero? Quattro su una parete, quattro sull’altra, più un paio di mobili più piccoli da altre parti. Ragionando a librerie penso di poter abbastanza facilmente indicare… quali siano le mie due Billy preferite.

E gnegnegné.

Questo, con chi non capisce, ci sta sempre bene. Come risposta a ogni domanda. Niente problemi con i segnalibri, mentre per la gestione della vita quotidiana ci sono orari imposti da altri che devo rispettare, e un marito che mi chiama se sto provando a verificare se sono finalmente riuscita a ricostruire una Giratempo. Però esistono sempre quelle due settimane l’anno in cui vado a letto quando proprio non mi reggo più… seduta, altro che in piedi, e vado a fare la spesa quando non ho neppure il necessario per farmi una pasta in bianco. Del resto fra la spesa e un libro voi chi scegliereste?

  1. Imparare a convivere con la morte del tuo personaggio preferito.

Non so se posso farcela…

Mai sentito parlare di un tal George R.R. Martin? E di Guy Gavriel Kay? Così, giusto per citare due nomi.

  1. Scoppiare a piangere in pubblico. O scoppiare a ridere in pubblico. O imprecare furiosamente in pubblico. In breve, qualunque reazione emotiva in pubblico. Soprattutto se scaturita dalla lettura di un libro.

Cosa avete tutti da guardare?!

Mai fatto. Imprecare intendo. Ridere sì. Piangere… devo ricordarmi che non posso leggere i libri di Kay al bar o sui mezzi pubblici. Però una volta che li ho iniziati come posso interrompere la lettura solo perché non sono a casa da sola? Voi non avete idea delle condizioni in cui ero qualche tempo fa, quando stavo finendo The Lions of Al-Rassan per la terza volta. C’è gente che non capisce, semplicemente. Insensibili, ecco cosa sono.

  1. Finire un libro e realizzare che adesso hai un mondo reale da affrontare. E che purtroppo preferivi l’altro.

Su, coraggio. Domani è un altro giorno (in cui dovrò affrontare lo psicodramma del punto 1)

Ecco, appunto.



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