Si potrebbe chiosare con una frase di Schopenhauer: gli amici si dicono sinceri, ma in realtà sinceri sono i nemici.
Io l’ho interpretata così: i nemici sono sinceri poiché manifestano apertamente i propri sentimenti, ciò che quelli che riteniamo amici danno per sottinteso oppure semplicemente non fanno. Le persone che ci detestano sono di solito bene identificabili, coloro che si professano nostri sodali meno.
Con ciò non voglio dire che io non creda all’amicizia: tutt’altro. Quando si fonda sull’affetto, sulla stima, sulla fiducia, è un’esperienza emozionale e conoscitiva forte. Purtroppo sono più numerosi gli amici pour parler, se non i falsi amici, di quelli veri. Quelli che non chiedono mai come stai; quelli che, nel curare le relazioni interpersonali, intravedono convenienze e interessi; quelli che strumentalizzano, sfruttano e abusano in senso unilaterale; quelli che si fanno vivi solo in caso di bisogno, quindi spariscono; quelli che, alla fine, arrivano addirittura a ingannarti.
Mi capita di osservare situazioni del genere, di tanto in tanto le ho sperimentate: oserei direi che tali comportamenti sono divenuti oggigiorno socialmente accettabili. Proprio per tale motivo penso che la vera amicizia sia una perla rara, difficile da trovare e coltivare. E troppo spesso la si confonda con qualcosa che nulla ha da spartire con essa.