Titolo originale: Les Herbes Folles
Regia: Alain Resnais
Cast: Sabine Azéma, André Dussollier, Anne Consigny, Emmanuelle Devos, Mathieu Amalric, Michel Vuillermoz, Edouard Baer, Annie Cordy
Distribuzione: BIM, Francia-Italia, 2009
Marguerite ( Sabine Azéma) esce da un negozio di scarpe e subisce il furto della borsa. Georges (André Dussollier) trova il suo portafoglio per terra, nel parcheggio di un centro commerciale e comincia a fantasticare su di lei, ancor prima di contattarla, senza conoscerla. Il desiderio di questa donna che fa la dentista e il pilota di aerei leggeri è così forte che riempie la sua vita di padre di famiglia e di marito di pensieri e azioni totalmente privi di razionalità. Marguerite cerca di resistere, ma per poco. È una corsa istintiva e inarrestabile verso l’ignoto e l’irrazionalità…
Alain Resnais, il signore assoluto del cinema francese, realizza una pellicola delicata, piacevole, elegante, e soprattutto tutt’altro che banale, basata sul romanzo L’incident, di Christian Gailly, e presentata allo scorso Festival di Cannes, durante il quale gli è stato conferito un premio speciale alla carriera. La storia mostra cosa accade quando ci si abbandona all’irrazionalità e all’istinto. Marguerite è un medico dentista e pilota di velivoli nel tempo libero. Un giorno all’uscita da un negozio di calzature, le viene rubata la borsa. Georges è un marito amorevole e padre di due ragazzi. Al parcheggio del centro commerciale trova il portafogli di Marguerite, osserva i suoi documenti, e inizia a fantasticare irrazionalmente su di lei, a desiderare di vederla, di parlarle. Vorrebbe chiamarla per avvertirla del ritrovamento,ma non sa cosa dire, è imbarazzato, impacciato come un ragazzino alla prima cotta. Alla fine decide di recarsi dalla polizia, dove conosce Bernard (Mathieu Amalric) il poliziotto che si offre di aiutarlo e che si ritroverà suo malgrado coinvolto nella storia tra i due, poiché entrambi gli parleranno delle loro sensazioni, dubbi, ripensamenti. Infatti anche Marguerite dopo l’iniziale scetticismo, inizia a provare lo stesso desiderio assurdo e irrazionale di vedere Georges, tanto da chiamarlo a casa anche a notte tarda, di parlare con sua moglie, e di presentarsi a casa sua. Il film è un continuo rincorrersi, un continuo cercarsi per poi pentirsi e cercarsi di nuovo; il tutto è condito dalla bellissima fotografia di Éric Gautier ( a cui Resnais ha affidato il difficile compito di ricreare l’altmosfera e il contrasto del romanzo attraverso i colori e le immagini), da una grandissima ironia, da dialoghi brillanti e da protagonisti eccellenti nonché attori-feticcio di Resnais: André Dussollier, stupendo in questo ruolo, e Sabine Azéma, una rossa decisamente tutto pepe. Tra loro, il talentuoso Mathieu Amalric (indimenticabile protagonista de Lo Scafandro e la farfalla) , Emmanuelle Devos, nei panni di Josepha, collega e amica di Marguerite che tenta di farla ragionare e Anne Consigny, la rassegnata e dolce moglie di Georges.
Il titolo originale Les herbes folles, fa riferimento all’erba selvatica che cresce ovunque, anche dove meno ci si aspetterebbe, come ad esempio sull’asfalto o nelle crepe dei muri: allo stesso modo nasce e si sviluppa la passione descritta nel film. Da notare i numerosi riferimenti metacinematografici e letterari inseriti da Resnais, come la discussione su I ponti di Toko-Ri di Mark Robson, tra i due protagonisti, o la caratteristica musica introduttiva della 20th Century Fox, o il finale anticipato del film rispetto a quello reale e definitivo, o la splendida citazione tratta da L’educazione sentimentale di Gustave Flaubert: “N’importe, nous nous serons bien aimés“.
In definitiva un film che colpisce, cattura e invita lo spettatore in un viaggio in cui non c’è spazio per la razionalità.
Conclusione: Consigliatissimo.
Voto: 8.5