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Guariento, angelo che pesa le anime mentre tiene a bada il diavolo
Si è creata molta attesa per lo straordinario appuntamento patavino con la grande arte e la storia che ruota attorno alla mostra «Guariento e la Padova Carrarese» che ha aperto i battenti al Palazzo del Monte, sabato 16 aprile, restando aperta fino al 31 luglio 2011.
Considerata una «mostra impossibile», sta diventando realtà, promossa e organizzata dal Comune di Padova, assessorato alla Cultura e Civici Musei e dalla Fondazione cassa di risparmio di Padova e Rovigo. Curata da Davide Banzato, Francesca Flores d'Arcais e Anna Maria Spiazzi, l'esposizione tende soprattutto, e non solo, a far conoscere Guariento, il primo artista di corte a Padova, di cui sono ignoti l'anno e il luogo di nascita, pur essendo documentata la sua attività tra il 1338 e il 1367.
Tutte le principali opere del grande Maestro degli Angeli, considerato, dopo Giotto, il più grande interprete della pittura del Trecento a Padova, saranno riunite nella composita esposizione. Decine di preziosissime tavole e affreschi staccati documenteranno l'assoluto talento di un artista che ha saputo precorrere l'eleganza del gotico internazionale. Il Guariento è celebre per i suoi meravigliosi angeli, arcangeli e cherubini.
L'artista li dipinge secondo le gerarchie e le mansioni che loro attribuiscono la dottrina cattolica (custodire i battezzati) e le credenze medievali («pesare» le anime dei defunti, per esempio. Per chi avesse curiosità sull'argomento, il testo di riferimento è il tomo a cura di Agamben, edito da Neri Pozza, con tutti i testi sugli angeli nella Bibbia, Antico e Nuovo testamenti, e nel Corano).
Ai capolavori angelici saranno accostate altre splendide opere a tema sacro e profano del Guariento e, accanto, altre di Giotto, Pietro e Giuliano da Rimini, Vitale da Bologna, Paolo e Lorenzo Veneziano, Giusto Menabuoi, Altichiero da Zevio, Vivarini, Nicolò di Pietro e Giambono.
La complessità dell'esposizione comporrà un ideale affresco che prima d'ora non era mai stato possibile proporre al pubblico, tanto che per rarità e preziosa qualità delle opere esposte, non potrà avere una seconda edizione.
La grande monografia sul Guariento allestita a Palazzo del Monte è il fulcro di una più ampia esposizione che contempla per la prima volta la Padova Carrarese, dipanandosi in diverse sedi espositive: i Civici Musei agli Eremitani, Palazzo Zuckermann, il Museo Diocesano e la casa del Petrarca ad Arquà, ove è, inoltre, allestito un approfondimento sul poeta e i suoi anni padovani.
Sono, quindi, ben dieci le sezioni della mostra, a indagare le figure dei Signori trecenteschi di Padova, oltre ai diversi aspetti della vita di corte e cittadina nel secolo d'oro di Padova, in cui la città brillò non solo nel campo letterario, ma anche in quello musicale, scientifico ed artistico in senso lato, senza trascurare quello delle arti applicate (oreficeria, ceramiche, avori, mobili), monetazione e persino nella moda.
Giovanni Dondi Dall’Orologio, Astrario (ricostruzione). Museo Diocesano d’Arte Sacro
Altri angeli dei giorni nostri attendono il visitatore nel Museo Diocesano.
Sono quelli di Omar Galliani, proposti nella mostra «Il Codice degli Angeli», allestita nel salone dei Vescovi, pronti a creare un dialogo tra le «presenze» contemporanee di Galliani e la sequenza di figure affrescate sulle pareti dell'immensa sala, ove lo stesso Guariento viene evocato con una citazione a punta di grafite.
Grazia Giordani
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