Il silenzio degli angeli (Edizioni Libreria Croce, 2013), romanzo d’esordio di Rino Rondinella, non è un inno legato alla religione cattolica. E neanche una storia che abbraccia il paranormale. Il racconto scaturisce dal momento in cui viene a mancare la madre dello stesso autore, il cui nome è Maria. Rondinella, quasi da autodidatta, scrive una storia priva di ogni logica contemplazione della divinità, con un concetto tutto suo del Paradiso, ovvero della vita oltre la morte. L’opera è una lunga riflessione sulla vita e sulla morte, intesa proprio come rinascita. O meglio come la possibile acquisizione di una sapienza superiore, come “entrata” nell’essere, superate le contingenti ragioni dell’esistere. Davanti alla Grande Porta (Paradiso), il passato e il futuro si fondono in un eterno presente, dove il passato si placa e non c’è più ansia. Rondinella è certo che ci sia un Paradiso diverso da come lo immaginiamo tutti noi. Un luogo privo di ogni forma di credo. Non ci sarà Dio ad accoglierci nel suo Regno, ma solo Angeli in veste di uomini, pronti a ridarci quello che abbiamo perso sulla Terra. Rivedremo i nostri cari, le persone con cui abbiamo convissuto durante tutta la nostra vita terrena. Riavremo i nostri oggetti materiali, tutto si ricompone come un puzzle, tassello dopo tassello, senza lasciare nulla al caso. L’autore scrive con un linguaggio quasi parlato, accantonando concetti biblici o da omelia domenicale. Però, sempre secondo Rondinella, non tutti accederanno al Paradiso, solo coloro che veramente lo meritano. Rondinella non vuole dequalificare i concetti cristiani, non è la persona adatta. Lui non crede alla cristianità cattolica come verità assoluta. Tuttavia, sempre secondo l’autore, come esiste il Paradiso, luogo solare e pacifico, c’è anche l’Inferno, che non è quello descritto da Dante. I tuoi peccati non li estinguerai spegnendo il fuoco in cui brucerai. Forse nessuno conosce bene cosa accadrà arrivati in quel luogo.
La storia è l’incontro tra Grete e Maria, due anime nobili, le quali hanno meritato la Grazia Eterna. Si trovano inspiegabilmente attratte nella loro nuova vita. Passeranno le loro giornate a narrarsi i loro ricordi terreni, aspettando che il cerchio si chiuda, proprio come qualcuno ha voluto per loro. Nel Paradiso le nostre storie si intrecciano con le altre presenti sul luogo. Attraverso i racconti, scritti nel romanzo, si arguisce che ognuno di noi ha un legame, diretto o indiretto, con le anime che vi regnano. Lo scopriremo solo dopo aver lasciato la nostra vita terrena. Rondinella non vuole sminuire la religione con cui tutti noi siamo stati svezzati, ma non crede alla favola del Pater Noster, buona solo per addormentare i bambini. Lui non dubita dell’esistenza di un Dio, ma non è lo stesso presente nelle pagine della Sacra Bibbia. Non si preoccupa di essere scomunicato dalla Chiesa Cattolica, perché anche lui segue un suo credo e lo fa capire con questo suo libro. La morte, per l’autore, è come una liberazione da una punizione terrena voluta da qualcuno. «Questa scia di stelle, tanto compatta da crearsi un tappeto bianco era lunga e ondeggiata e noi cominciammo a seguirla, quasi fosse una strada da percorrere. La vita passata era già lontana e quella nuova era oltre la porta e il solo pensiero che tutti fossero lì, ad aspettarmi, mi fece gridare di gioia». Ottimo dunque l’esordio di Rino Rondinella che, con questo volume, non cerca le critiche di chi crede a un Dio voluto da tutti i cristiani, solo per vendere più copie. Le critiche non portano a nulla, solo a generare confusione e nient’altro. È stata una sua scelta, quella dettata dal cuore, come ricordo di una madre dedita al proprio figlio.