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Gli Anni Spezzati: Alessio Boni è "L'Ingegnere" stasera e domani in prima tv su Rai 1 e Rai HD

Creato il 27 gennaio 2014 da Nicoladki @NicolaRaiano
Lunedì 27 e martedì 28 gennaio alle 21.10 in prima assoluta su Rai 1 "L'Ingegnere", terza e ultima storia di "Gli anni spezzati", la serie incentrata sui dieci anni che hanno sconvolto l’Italia, raccontati dal punto di vista di chi ha combattuto cercando di salvare la nostra Repubblica. E' Giorgio Venuti (Alessio Boni), ingegnere Fiat che all'inizio degli Anni '80 ricevette l'incarico di licenziare 61 operai ritenuti vicini al terrorismo, il protagonista di questo ultimo appuntamento.
Nel cast Alessio Boni, Giulia Michelini, Arianna Jacchia, Paola Pitagora, Christiane Filangieri, Enzo Decaro, Alberto Molinari, Carmine Recano, Pier Luigi Misasi, Flavio Pistilli, Eleonora Sergio. Regia di Graziano Diana. Soggetto e Sceneggiatura di Graziano Diana, Stefano Marcocci e Domenico Tommasetti. Una co-produzione Rai Fiction-Albatros Entertainment.
SINOSSIPrima puntataTorino, 1980. Il clima economico e sociale a Torino e nell’Italia intera è rovente. Una grave crisi del settore automobilistico sta costringendo la FIAT a tagliare drasticamente il personale, e alle azioni di partiti e sindacati si affianca la penetrante infiltrazione di movimenti terroristici, che trovano terreno fertile negli operai esasperati dagli scarsi successi ottenuti da chi li dovrebbe rappresentare. A pagare con la propria vita è Carlo Ghiglieno, un dirigente della FIAT assassinato da un commando terrorista, reo semplicemente di aver svolto il proprio lavoro.È in questo clima che l’ing. Giorgio Venuti (Alessio Boni), 45 anni, riceve dal superiore Morvillo l’incarico di licenziare 61 operai FIAT ritenuti vicini al terrorismo. A malincuore e con tormentate crisi di coscienza, Giorgio accetta, rinfrancato e sostenuto nella scelta dalla collega Clara (Christiane Filangieri), con cui ha un rapporto di profonda amicizia.Giorgio è impiegato presso gli uffici del Servizio Personale di Torino Mirafiori della FIAT. Svolge il proprio lavoro con scrupolo e diligenza, intrattenendo ottimi rapporti tanto con i colleghi “colletti bianchi” quanto con gli operai, con i quali spesso e volentieri non disdegna incontrarsi al Dopolavoro per una partitina a carte e quattro chiacchiere. Completano le sue intense giornate lavorative le lezioni che tiene per la Scuola Aziendale Amministrativa di Torino.Giorgio è rimasto vedovo da poco, e il dolore per la perdita è accompagnato alle difficoltà di crescere senza l’apporto fondamentale della moglie le due figlie: Silvia (Arianna Jacchia), 16enne, fidanzata con Tommaso, una ragazza intelligente e responsabile, anche se in quell’età che porta a piccoli moti di ribellione; e Valeria (Giulia Michelini), 25 anni, un tempo caratterialmente simile alla sorellina, oggi diventata sfuggente e impenetrabile. Ad accomunare le sorelle, una sconfinata passione per l’atletica, oggi praticata solo da Silvia, visto che un incidente stradale ha stroncato da alcuni anni i sogni di Valeria. Giorgio è aiutato nel gravoso compito di genitore-vedovo dalla suocera, l’energica e positiva Nonna Assunta (Paola Pitagora), 65 anni, che cerca di rendersi utile come può.Solo poche ore prima di ricevere l’incarico da Morvillo, Venuti ha un primo sconvolgente contatto ravvicinato col mondo del terrorismo. Alcuni aderenti al movimento terroristico “Gruppi combattenti territoriali”, guidati nell’azione da Luca Varesi (Carmine Recano), irrompono nella scuola dove Giorgio sta tenendo lezione. Radunano docenti e alunni in aula magna e, dopo alcuni farneticanti proclami e inviti agli studenti a desistere dal frequentare le lezioni, scientificamente scelgono 5 alunni e 5 professori e li gambizzano in un’esecuzione tanto assurda quanto freddamente lucida. Quello che Giorgio non sa è che dell’organizzazione fa parte anche Valeria, affascinata dalla retorica del teorico del gruppo, il prof. Panara (Flavio Pistilli), che sostiene che il loro scopo è essere “come sabbia negli ingranaggi del sistema”.In questo difficile momento, oltre a Clara è vicino a Giorgio anche Walter Grimaldi (Enzo Decaro), amico fraterno e medico del Policlinico, che si trova a fronteggiare situazioni legate al terrorismo ancora più vili di quelle vissute da Giorgio: dei sabotatori interni all’ospedale provocano da mesi gravi danni, mettendo a repentaglio la vita dei pazienti, nel silenzio più spaventato che omertoso di medici e paramedici. All’ennesimo sabotaggio, Walter decide di denunciare la situazione alla polizia, consapevole che con la deposizione avrebbe firmato anche la propria condanna a morte.È proprio Walter ad accendere un campanello d’allarme in Giorgio sulle frequentazioni della figlia, quando gli fa presente che ha visto Valeria in compagnia del probabile sabotatore dell’ospedale.Giorgio indaga maldestramente, e Valeria lo coglie in flagrante mentre rovista tra le sue cose. La ragazza da quel momento lascia la casa e decide di non tornare più, facendosi viva solo con la sorellina, mentre questa si allena, dandole consigli sportivi.Disperato e preoccupato per l’abbandono del tetto di Valeria, Giorgio si mette sulle sue tracce, fino a giungere al covo dei terroristi. Con la morte nel cuore, denuncia quanto scoperto a un suo amico poliziotto, Borghesan (Pier Luigi Misasi), per evitare che la figlia si metta in guai ancora peggiori. Una soffiata avverte i terroristi dell’imminente irruzione dei poliziotti, che trovano il covo deserto, ma con indizi sufficienti a inchiodare molti dei componenti.La situazione dell’ing. Venuti precipita ulteriormente. L’aver portato brillantemente a termine l’incarico assegnatogli in FIAT gli costa l’amicizia e il rispetto degli operai e, contemporaneamente, fa sì che gli venga affidato un ulteriore compito analogo ma ancora più drammatico: provvedere a 200 cassaintegrazioni a 0 ore, di fatto licenziamenti mascherati. Nonostante sia rassicurato sulla massima riservatezza, ben presto il suo nome comincia a circolare tra i sindacalisti e gli operai, e Giorgio si trova sempre più emarginato e solo con i propri problemi, trovando conforto solo in Clara. Ma è in questo momento che incontra un movimento che sta prendendo vita tra gli impiegati, capeggiati da Luigi Arisio (Alberto Molinari), che si riuniscono per discutere l’insostenibile situazione aziendale, dove gli operai hanno in pugno la FIAT, paralizzandola con azioni anche violente.Il prossimo obiettivo dei Gruppi Territoriali Combattenti non è però interno alla FIAT. È giunta l’ora di far pagare la rottura del silenzio a Walter, che ormai da un mese vive al Policlinico per non far correre rischi ai propri familiari. Fanno parte del commando punitivo, tra gli altri, Valeria e Varesi. Il piano prevede la gambizzazione del medico, ma Varesi, che ogni giorno si dimostra più violento e spietato, decide all’ultimo momento di assassinarlo, sotto lo sguardo impietrito di un’impotente Valeria.
Seconda puntataI disperati tentativi di salvare la vita a Walter non hanno fortuna. Valeria spera che per il tragico epilogo della spedizione Varesi venga punito e allontanato da Panara, ma con grande delusione il professore si schiera dalla parte di Luca, dicendo che quanto accaduto potrà accelerare i processi rivoluzionari. Ma le cose non stanno così.Il barbaro omicidio ha risvegliato la coscienza pubblica torinese, e il comitato di quartiere, coordinato da Costantino Rumori, distribuisce volantini alla cittadinanza richiedendo una partecipazione attiva per individuare e sconfiggere i terroristi. Il successo dell’iniziativa è clamoroso, tanto da costringere Borghesan ad assegnare una scorta al comitato, nel timore di ritorsioni dei terroristi.Già sconvolto dalla morte dell’amico, Giorgio deve fare i conti con un’altra tegola che gli precipita sul capo: apprende attraverso un comunicato stampa che la FIAT ha intenzione di licenziare 15.000 dipendenti. È già pronto a rassegnare le dimissioni, quando Clara lo convince a ponderare meglio la decisione. Ma da qui a breve, l’attenzione di Giorgio verrà deviata da ben più traumatiche vicende.Nonostante il parere negativo dei compagni, Varesi decide di assassinare Rumori. Valeria e un altro terrorista, Manfrè, quando comprendono le intenzioni di Varesi, cercano di raggiungerlo per fermarlo in tempo, ma arrivano durante la sparatoria, in un bar, tra Luca e la scorta di Rumori. Rumori ne esce illeso, mentre il barista resta ucciso. Varesi, ferito, riesce a dileguarsi, mentre Valeria e Manfrè vengono arrestati. Panara si sincera che ai due arrestati arrivi il messaggio che non devono parlare, e i due si adeguano, proclamandosi prigionieri politici.La vita della famiglia Venuti è distrutta. Giorgio riesce a farsi sollevare dall’incarico dei licenziamenti – e nonostante questo riceve minacce di morte – e si prende un periodo di ferie, mentre Silvia rinuncia agli allenamenti, nonostante a breve si svolga un’importante gara nazionale che aspettava da mesi. In tutto questo, il dolore di Giorgio è acuito dal rifiuto di Valeria di incontrarlo, nonostante l’uomo provi ogni mercoledì ad andare a trovarla.La notizia dei licenziamenti ha provocato uno sciopero a oltranza con picchetti in tutti gli stabilimenti italiani, dove si ricorre anche alla violenza nei confronti degli aspiranti crumiri. Gli impiegati continuano a riunirsi, ormai in casa di Arisio, ma non riescono a comprendere come agire. È a Giorgio che viene un’idea: organizzare un corteo pacifico dei colletti bianchi, contro il terrorismo e per il diritto al lavoro di chi vuole entrare in fabbrica. Trova nel progetto talmente tanti stimoli da decidere di rientrare al lavoro per fare opera di propaganda. Per entrare in ufficio, come i suoi colleghi, è costretto a scavalcare un muro di cinta. È in uno di questi avventurosi ingressi che Mario, un anziano collega di Giorgio, esasperato dalla situazione tenta di entrare dall’ingresso presidiato, e nel corso del battibecco che nasce coi manifestanti viene stroncato da un infarto. La situazione è ormai insostenibile, e Giorgio accelera i tempi per la manifestazione, fissando la data al 14 ottobre. Raccoglie interessi e consensi, ma anche molte ironie e porte sbattute in faccia, senza perdersi mai d’animo.Panara ha invece le idee molto chiare sulle prossime mosse: stavolta nel mirino è finita la Framtek, una società satellite della FIAT, considerata strategica sia per colpire la FIAT che per farla pagare ai delatori che hanno causato il licenziamento degli operai in odore di terrorismo (cfr. puntata 1). L’attentato allo stabilimento riesce, e le due guardie giurate che lo presidiavano vengono uccise.Valeria, in carcere, tiene duro nel non parlare, e accetta di buon grado di incontrare Silvia, che convince a riprendere gli allenamenti e tratta amorevolmente. Ma sono gli unici momenti sereni delle cupe giornate della terrorista, che in un crollo di nervi decide di impiccarsi. Viene soccorsa in tempo, ma la notizia del cedimento della ragazza giunge alle orecchie di Panara, che le fa arrivare il messaggio che se parlerà Giorgio e Silvia saranno in grave pericolo. Di fronte a tale evenienza, finalmente la ragazza accetta di vedere il padre, e si fa promettere che si trasferirà con Silvia e Assunta lontano da Torino. Giorgio mantiene a metà la promessa: accompagnato da Clara, con cui ormai l’amicizia si sta trasformando in qualcosa di più profondo, porta nella casa per le vacanze in montagna figlia e suocera, ma subito dopo lui stesso fa ritorno in città con l’amica: la marcia ormai viene prima di tutto.Giorgio non sa quanto ha fatto bene a portare Silvia lontana: la ragazzina è da giorni pedinata dalla terrorista Gianna (Eleonora Sergio), che attende il momento giusto per rapirla, l’unico modo che i Gruppi Combattenti Territoriali hanno per assicurarsi il silenzio di Valeria. Tuttavia, il padre non ha fatto i conti col fatto che la ragazzina a Torino ha Tommaso, l’atletica, la scuola, le amiche... Silvia non ci mette molto a decidere di scappare dalla casa in montagna per tornare a Torino, facendosi aiutare da Tommaso, per tornare ad allenarsi. Finalmente il rapimento può attuarsi, ma Giorgio è avvertito subito da Assunta della fuga, e riesce ad allertare Borghesan appena in tempo. La banda terroristica viene finalmente sgominata, in flagranza di reato nel corso del tentativo di rapimento.È arrivata la fatidica data del 14 ottobre. Al ritrovo al Teatro Nuovo si presentano in pochissimi. Arisio è pronto ad annunciare ai microfoni il fallimento quando, inaspettatamente, orde di silenziosi e composti professionisti si aggiungono per sfilare in una lunga marcia, silenziosa e trionfale. Il successo è clamoroso, tutti i giornali titoleranno a caratteri cubitali il singolare evento come la fine di un’epoca.Un solo fatto rischia di compromettere in Giorgio la felicità del momento: sono stati confermati tutti i fermi dei terroristi, tranne quello di Panara, che può ripiegare in Francia e continuare indisturbato nel fare proseliti. Ma una consapevolezza rasserena l’animo dell’ingegnere: qualcosa è cambiato nell’animo della gente, e il terreno fertile su cui i discorsi del professore potranno attecchire saranno sempre meno, anche grazie a Giorgio stesso e alla marcia dei 40.000.

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