Magazine Media e Comunicazione

"Gli anni spezzati", Mario Calabresi: "La verità sulla figura storica di mio padre è stata rispettata"

Creato il 10 gennaio 2014 da Nicoladki @NicolaRaiano
"Devo dire che, per quanto la complessità di quegli anni sia stata semplificata fino all’eccesso, la verità storica sulla figura di mio padre è stata rispettata". È questo il commento, scritto in risposta alle lettere di alcuni lettori, del direttore de La Stampa Mario Calabresi riguardo alla fiction "Gli anni spezzati" andata in onda su RaiUno e in particolare le prime due puntate intitolate "Il commissario". Queste raccontano la storia del padre, il commissario Luigi Calabresi.
"Non riesco a darne un giudizio distaccato perché per me, come per mia madre e i miei fratelli, è stata emozionante ma molto faticosa. Questo è il motivo per cui non abbiamo partecipato al progetto e non l’abbiamo voluta vedere prima. Perché le fiction per loro natura semplificano tutto, tendono a stereotipare personaggi e situazioni e non saranno mai somiglianti ai ricordi che ognuno si porta dentro. Devo dire che, per quanto la complessità di quegli anni sia stata semplificata fino all’eccesso, la verità storica sulla figura di mio padre è stata rispettata. C’è però un dettaglio, non insignificante, che è stato stravolto: Luigi Calabresi nei giorni della strage di Piazza Fontana e della morte di Giuseppe Pinelli aveva solamente 32 anni. Era uno dei funzionari in assoluto più giovani della Questura, non uno dei vecchi esperti che spiegavano come va il mondo ai nuovi arrivati. Farlo interpretare da un attore cinquantenne cambia il senso della storia. Mio padre, proprio per la sua giovane età, era il più interessato a capire cosa stava succedendo nei movimenti di protesta, formati da persone che erano spesso suoi coetanei e per questo motivo gli era più facile - rispetto ad altri funzionari di lungo corso della Polizia - essere accettato per uno scambio di idee in casa di Feltrinelli o all’interno di una marcia per la pace (come raccontò Marco Pannella). Nelle scene finali lo si vede quasi rassegnato per un destino che sentiva scritto, un destino che sembrava mettere fine a una lunga vita. Invece nella realtà era consapevole del pericolo e spaventato, ma non rassegnato e non intenzionato a fuggire, ma soprattutto era un giovane padre che venne ucciso a soli 34 anni."
Fonte: "La Stampa"

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :