Il problema, però, è che non è così semplice come Hollywood vuole dipingere. Penetrare in un sistema informatico, soprattutto ai tempi in cui i film sono stati girati, era qualcosa che richiedeva tempo, informazioni, ravanare nella spazzatura e studio, molto molto studio.
Ma il cinema ci ha abituato ad hacker che sono in grado di fare qualunque cosa, dallo spegnere semafori allo scavare nei segreti più torbidi della CIA digitando un paio di keywords. E possiamo cercare di capire i requisiti fondamentali di un hacker hollywoodiano.
Il più figo di tutti
L'hacker che compare nei film è sempre, sempre, il più figo di tutti. Ha creato Napster, ma chissà per quale motivo gli è stato sottratto il merito; è penetrato nel database dell' FBI, ma per ragioni inspiegabili è a piede libero e può compiere ancora i suoi furti informatici.
Si tratta sempre dell'hacker con più attributi del mondo. Non viene mai preso, non sbaglia mai, e digitando tre parole sulla tastiera riesce ad arrivare ovunque.
In "Codice Swordfish" c'è per esempio Stanley, (Hugh Jackman), che è stato nominato su Hacker Magazine come il migliore di tutti. Sfortunatamente ha passato qualche anno in cella, ma ora è pronto per lavorare per un gruppo di terroristi. Che c'è di meglio nella vita per un hacker?
Estremamente veloci
Ogni hacker del cinema è in grado di penetrare in un sistema informatico nel giro di pochi secondi. Il bello è che, ad esempio, riescono a scovare una password con 4-5 tentativi. Trovare una password è un processo che richiede informazioni e tanta, tanta pazienza.
Scrivere il codice di un virus richiede tempo; sviluppare un software richiede ancora più tempo, soprattutto se deve bypassare un sistema di sicurezza. E trovare la password di un account di posta, soprattutto quando la posta informatica era agli albori, richiedeva molte informazioni reperibili nella spazzatura o attraverso tecniche di social engineering. Immaginate uno che utilizza una password come "idkfa" (che, tra l'altro, è uno dei secret code di Doom per ottenere l'immortalità): come diavolo si fa a risalire a quella password con 4 tentativi ed utilizzando delle parole prese a caso?
Gli hacker fanno cose impossibili
Il miglior esempio per questa caratteristica degli hacker di Hollywood è il film "Indipendence Day". Una razza aliena invade la Terra, ed un hacker (Jeff Goldblum) scopre che gli alieni si sincronizzano attraverso una frequenza informatica facilmente registrabile.
Quindi, attraverso il suo PowerBook (Apple, presente ovunque nel film) riesce ad elaborare un virus, nel giro di mezza giornata, che rende possibile mettere fuori uso l'intera flotta aliena.
Se dopo questo non sentite l'odore di assurdità, spieghiamoci meglio: una razza aliena in grado di viaggiare per anni luce nello spazio e di costruire astronavi grandi come metà della Luna viene messa in crisi da un virus creato in mezza giornata da una persona che non sa nulla del sistema informatico di queste creature extraterrestri, e che potrebbero avere, giusto a titolo di esempio, un computer che lavora in maniera del tutto differente dai nostri. Ora è più chiara l'assurdità della cosa?
Visioni assurde del futuro
Anche quando gli hacker lavorano nelle visioni del futuro degli sceneggiatori fanno cose assurde. Primo fra tutti Johnny Mnemonic: un corriere di dati, che nel suo cervello ha una memoria sovraccarica di informazioni, non sa che porta dentro la sua testa un'informazione vitale per il genere umano.
Già il fatto che Keanu Reeves possa contenere troppe informazioni è bizzarro; ma quando si fa aiutare da un delfino cyborg la cosa si fa del tutto comica. Il tutto con una Internet basata sulla realtà virtuale immersiva, in cui ognuno di noi naviga la Rete attraverso un paio di occhialini ed una connessione cerebrale che può potenzialmente ucciderci. Forse non vedremo questa tecnologia nemmeno nei prossimi 100 anni; ma la vera fantascienza dell'assurdo è il fatto che Keanu Reeves possa trasportare qualche dato nel cervello.
Comicità
L'hacker del cinema ci mette del suo per rendere ogni situazione un po' comica. Così vediamo il ciccione di Jurassic Park che programma un virus per l'intero parco che reagisce ad una password sbagliata con un'animazione che dice "Ah Ah Ah! Non hai detto la parola magica!". Ma che diavolo di bisogno c'è di farlo? Stai rubando embrioni di dinosauro, in un'azione che può farti rinchiudere in galera per diversi capi d'accusa, e ti sbatti a programmare una cosa del genere? E, se sei un genio, di sicuro non ti perdi all'interno del parco, diventando un succulento pasto per i dinosauri al suo interno.
Niente Windows
Hackers è uscito nel 1995, due anni dopo l'uscita di Windows 3.11 e l'anno stesso di Windows 95. I Mac erano già in circolazione da tempo, e tra tutti e due il mercato dell'utenza "normale" era pressochè del tutto occupato da queste due firme. A dire il vero c'erano in giro altri sistemi operativi, come lo Unix, Minix, Linux; ma ogni hacker sembra avere il proprio.
Ogni computer ha il suo sistema operativo, che risponde ad ogni singolo movimento del mouse, pulsante o azione con un suono estremamente irritante. Ha finestre colorate, personalizzazioni estreme e via dicendo. Ma niente sistema operativo tra quelli noti all'epoca.
Parlare al computer
Forse è uno degli aspetti più bizzarri degli hackers del cinema. Se per programmare un virus o lanciare comandi al sistema di solito si usano sequenze di caratteri che spesso hanno ben poco a che fare con un linguaggio naturale (soprattutto negli anni '90), al cinema la situazione è ben diversa.
Volete l'archivio dei crimini che vanno dal 1993 al 1997 in ordine cronologico e solo per i criminali di sesso maschile? Facilissimo: digitate "male criminals archive between 1993 and 1997" ed il computer comprenderà la vostra richiesta (ovviamente i dati li si reperiscono pubblicamente sulla Internet del tempo).
Dovete lanciare un programma che decripta i codici di accesso della CIA? Ancora una volta, è molto semplice: scrivete "decrypt CIA access code".
I computer del cinema sembrano rispondere a comandi scritti in linguaggio naturale, anche quando gli elaboratori in questione sono programmabili solo attraverso un assembly estremamente complicato.