Magazine Astronomia

Gli asteroidi troiani di Marte frutto di un'antica collisione

Creato il 15 ottobre 2013 da Aliveuniverseimages @aliveuniverseim

Asteroidi troiani di Marte

Gli asteroidi troiani nell'orbita di Marte sarebbero la testimonianza di un'antica collisione.

Il nuovo studio, a cura di Dr. Apostolos Christou, un astronomo ricercatore presso l'Osservatorio di Armagh nell'Irlanda del Nord (Regno Unito), è stato presentato la scorsa settimana alla Division for Planetary Sciences of the American Astronomical Society a Denver.

Gli asteroidi troiani condividono la stessa orbita del pianeta senza collidere mai perché posizionati nei punti di Lagrange (ossia nei punti di equilibrio), L4 e L5, situati a 60° davanti e dietro il corpo celeste più grande.

Non tutti i troiani, però, sono stabili per lunghi periodi.
Quasi 6.000 ne sono stati trovati intorno a Giove ed altri intorno a Nettuno. Anche la Terra ne ha uno (temporaneo) in L4, 2010 TK7, con un diametro di circa 300 metri.
Alcuni si pensa risalgano alle origini del nostro Sistema Solare, quando i pianeti ancora non erano nella posizione attuale.

Dei pianeti interni, solo Marte sembra avere gli asteroidi troiani più stabili e longevi.
Il primo fu scoperto nel 1990 intorno a L5, chiamato Eureka; seguito da VF31 sempre in L5 nel 1998 e da UJ7 in L4 nel 1999.

Le osservazioni più approfondite del XXI° secolo hanno chiarito che questi corpi sono di pochi chilometri e di composizione diversificata.

Uno studio del 2005 condotto da Hans Scholl del Observatoire de Cote d'Azur di Nizza (Francia) ha dimostrato che tutti e tre gli oggetti persistono in orbita marziana dagli inizi del Sistema Solare, così come quelli di Giove.

Da allora, però, non ne sono stati scoperti altri nonostante i miglioramenti tecnologici e la crescente attenzione verso gli asteroidi.

Christou ha deciso quindi di indagare.
Spulciando la banca dati del centro Minor Planet, ha contrassegnato sei oggetti aggiuntivi come potenziali asteroidi troiani marziani e simulato l'evoluzione delle loro orbite per un arco di tempo di 100 milioni anni.
Almeno tre dei corpi selezionati hanno dimostrato di avere orbite stabili, compreso un oggetto originariamente identificato da Scholl, 2001 DH47.
Così, il risultato della ricerca ha più che raddoppiato la popolazione di asteroidi troiani nota, portando il numero da 3 a 7.

Ma la storia non finisce qui. Tutti questi asteroidi, tranne uno, seguono Marte dal punto di Lagrange L5 e le orbite di cinque, dei sei troiani in L5, sono tutte condensate attorno ad Eureka.

"Ciò che osserviamo oggi deve essere il risultato di qualche processo passato", spiega Christou..

Secondo Christou questi asteroidi devono esser stati più grandi rispetto a quelli che vediamo attualmente: una serie di collisioni avrebbero provocato la rottura e creato frammenti sempre più piccoli. Il risultato sarebbe la distribuzione e la dimensione (alcune centinaia di metri) degli asteroidi presenti oggi e la formazione del "gruppo Eureka".
Questo lo scenario descritto in un articolo pubblicato sulla rivista Icarus a maggio 2013.

Christou sottolinea l'importanza dello studio anche nell'ottica di salvare la Terra da potenziali asteroidi pericolosi.
Cercare di utilizzare cariche esplosive per deviare l'orbita di un corpo in rotta di collisione con il nostro pianeta, potrebbe invece farlo in mille pezzi, generando una vera e propria "bomba a grappolo" fatale per la Terra.

Gli asteroidi troiani marziani offriranno in tal senso un gran bel "simulatore" naturale.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog