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Gli attivisti per i diritti umani russi si appellano agli intellettuali del loro paese... ma contro la xenofobia

Creato il 22 agosto 2013 da Matteo
Perché tacete?
Appello degli attivisti per i diritti umani ai rappresentanti dell'intellighenzia russa
21.08.2013
Egregi signori!
Ci rivolgiamo a voi – studiosi, scrittori, artisti, compositori e attori, in quanto vi riteniamo l'élite dell'intellighenzia russa – e speriamo che alla vostra opinione dia ascolto il grande pubblico che vi conosce. Ci rivolgiamo a voi con l'appello a intervenire con tutti i mezzi a voi accessibili per placare quell'isteria anti-immigrati che si rafforza ogni giorno.
La nostra società si sta infossando in una voragine d'odio così impenetrabile da avere una sola uscita – la guerra civile. La situazione nel paese è talmente esplosiva che per farla scoppiare è sufficiente un fiammifero e questo "fiammifero" possono essere i rapporti interetnici – il materiale più facilmente infiammabile. Le autorità, utilizzando la xenofobia da esse inculcata nella popolazione, deviano da se gli umori di protesta sul "nemico n°1" – gli immigrati. E' in corso una cinica manipolazione della coscienza sociale e oggi sono troppo importanti le voci di rinsavimento di persone note e stimate dalla società e non partecipi di giochi politici. Ma tali voci, purtroppo, quasi non si sentono.
Capiamo: vi è difficile proporre un uscita dal vicolo cieco in cui si è cacciata oggi l'emigrazione in Russia. E' uno scandalo che milioni di emigranti giunti da noi non da paesi in cui facevano una bella vita per guadagnare i mezzi per la sussistenza delle proprie famiglie siano costretti al lavoro nero. Ma questi entrano del tutto legalmente, secondo un regime senza visti, poi da noi cadono in trappola: è impossibile registrarsi e ricevere un permesso di lavoro legalmente, anche se il lavoro c'è sempre. Ecco pronto l'immigrato clandestino. E' noto che l'immigrazione clandestina è il Klondike per ogni genere di corruzione e difficilmente gli insaziabili corrotti si metteranno a lottare con ciò che è così vantaggioso per loro. Ma ecco che gettare polvere negli occhi al popolo va sempre bene.
L'attuale ondata di "lotta" all'immigrazione clandestina è semplicemente un'operazione di PR prima delle prossime elezioni. Essenzialmente, cos'è successo? C'è un'agitazione come se un gruppo di extraterrestri (un nugolo di cavallette?) fosse improvvisamente calato sulla capitale e infatti si è verificata la rissa al mercato Matveevskij [1]. Dei venditori del Daghestan hanno picchiato un poliziotto, cioè dei cittadini russi si sono azzuffati con dei cittadini russi, ma in un campo di tende montato in fretta (con ordinamenti da campo di concentramento) chissà perché hanno chiuso a chiave centinaia di vietnamiti e chissà perché in tutto il paese si acchiappano tagiki-uzbeki-chirghisi. Beh, ma i vietnamiti (questi, è chiaro, in un qualche momento sono giunti da noi con dei visti, ma questo, come vediamo, non gli ha affatto impedito di diventare immigrati clandestini) adesso vengono mandati in patria con gli aerei (peraltro con denaro pubblico, cioè a spese nostre, di noi contribuenti). E al contempo i candidati della competizione elettorale, dimenticate le divergenze, chiedono unanimemente di introdurre i visti per i paesi della CSI. Sanno, a dire il vero, che la Russia non ha una frontiera reale con questi paesi e che l'organizzazione di posti di frontiera e così via richiede spese della misura del bilancio annuale del paese, ma questo fatto chissà perché non agita affatto alcuno dei politici.
In generale, nell'orto c'è un sambuco e a Kiev [2]… A sua volta l'elettorato, accecato dall'odio per la "gente arrivata", non nota il cumulo di assurdità, molti si rallegrano: "Almeno grazie alle elezioni il potere si è dato da fare con gli immigrati". Che siano regolari o no, per l'elettorato è indifferente per principio: "Cacciare tutti! Cos'è, noi russi non sapremo lavorare come netturbini?!"
Rabbiosi talk-show sui danni fatti dagli immigrati hanno riempito tutti i canali televisivi, i giornali interrompendosi l'un l'altro sommergono il pubblico di cifre prese chissà dove sull'aumento della criminalità e sull'infettività degli immigrati (e non ha importanza che questi spauracchi contraddicano le statistiche del Ministero degli Interni e del Ministero della Salute). Ma ecco che nessun giornalista che corre dietro a cose sensazionali chissà perché ha ricordato questo strano fatto: la fabbrica scoperta (all'improvviso!) con vietnamiti tenuti in schiavitù e il campo di tende si trovano sul territorio dello stesso tristemente famoso quartiere di Gol'janovo [3], dove alla fine dello scorso anno un gruppo di volontari liberò dalla schiavitù i lavoratori del negozio "Produkty" [4]. La storia fu clamorosa, ma finora non si è riusciti a portare il caso in tribunale, nonostante la professionalità e la caparbietà e dei giuristi del comitato "Collaborazione Civica". Però adesso, cioè, con la schiavitù combattono quei "tutori dell'ordine" di Gol'janovo che per 10 anni hanno preso bustarelle dal negozio "Produkty" (peraltro questo negozio e i suoi padroni prosperano come prima).
Beh, guardate: il nostro paese davanti agli occhi di tutto il mondo si sta trasformando in uno stato schiavista, ma le autorità indicano come colpevoli di questa vergogna le vittime stesse.
Non ricordiamo un solo clamoroso processo agli schiavisti, anche se conosciamo molti casi (abbiamo portato noi stessi le vittime in procura) in cui i lavoratori edili immigrati vengono gettati per strada, gli vengono presi i documenti e non gli viene pagata un copeco per il lavoro schiavile. A voi, signori, non fanno affatto pena gli schiavi? Tra l'altro appellarsi oggi alla misericordia, difendere i diritti degli immigrati è come sputare controvento. Adesso non si tratta già più dei diritti degli immigrati, ma dell'oscurantismo nei confronti dei nostri stessi cittadini e del futuro del paese. Basterebbe portare l'elettorato a conoscenza almeno di una cifra del genere: la popolazione in età lavorativa della Russia si riduce di un milione di persone (ogni anno!). Cosa sarà della Russia quando gli emigranti si volgeranno verso altri, più benevoli paesi? Numerosi studi lo dimostrano: senza l'afflusso di immigrati l'economia della Russia inizierà a deperire e ognuno di noi russi diventerà più povero. Oggi il contributo degli immigrati alla nostra economia è il 7% del PIL.
La campagna nel contempo si allarga, dure retate poliziesche si sono già svolte in molte città e paesi della Russia. I mezzi di comunicazione di massa riferiscono con un fervore da commentatori sportivi il numero di persone acchiappate, le gesta delle milizie popolari (le ha chiamate in aiuto lo FMS [5]) e le mostruose iniziative locali. A Kronštadt [6], per esempio, nei luoghi frequentati hanno posto cassette per le denunce anonime e si sta introducendo una linea telefonica gratuita – riferite della "gente che arriva", non abbiate paura! Hanno anche pensato già di mettere qualche marchio sugli abiti degli immigrati (perché non subito delle stelle gialle?)
Tutto ciò ricorda tanto i metodi con cui Hitler, giunto al potere, conquistò l'amore delle grandi masse, ispirando e compattando la nazione…
Forse non sentite, egregie personalità della scienza e della cultura, come il cielo sopra il nostro paese si copre di un acre fumo marrone? Perché tacete? Forse non vi indigna la sfacciataggine della stampa e della televisione? Perché non chiedete voi stessi che vi diano una tribuna? Chi se non voi può far rinsavire i nostri concittadini stanchi degli inganni? Anche voi siete stanchi e vi siete disperati? Ma le persone oneste oggi non possono tacere. Infatti domani potrebbe già non ascoltarvi più nessuno…
Ljudmila Alekseeva,
Gruppo di Helsinki
[7] di Mosca
Svetlana Gannuškina,
Comitato "Collaborazione Civica"

Lidija Grafova,
"Forum delle organizzazioni per i migranti"

Sergej Kovalëv,
Centro Sacharov

Arsenij Roginskij,
Associazione internazionale "Memorial"
[8]
"Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/politics/59601.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] Mercato della zona sud-occidentale di Mosca. [2] "Nell'orto ho un sambuco e a Kiev uno zietto" si dice in Russia a chi dice cose sconnesse. [3] Quartiere della periferia orientale di Mosca. [4] "Generi Alimentari". [5] Federal'naja Migracionnaja Služba (Servizio Federale per l'Immigrazione). [6] Isola del Mar Baltico presso San Pietroburgo. [7] Il Gruppo di Helsinki nacque per chiedere all'URSS il rispetto degli impegni per i diritti umani presi nella Conferenza di Helsinki del 1975. Impegni spesso disattesi anche dalla Russia di Putin... [8] "Memoriale", associazione nata per difendere la memoria delle vittime delle repressioni sovietiche e ancora attiva sul fronte della difesa dei diritti umani.

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