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Gli attori del Rossese: Maixei

Da Vini&terroir

La Cooperativa Riviera dei Fiori scarl nasce nel 1978 per riunire i produttori di vino Rossese di Dolceacqua sparsi sul territorio. Dopo pochi anni, grazie all’impegno dei viticoltori, la produzione di Rossese di Dolceacqua ha avuto uno slancio qualitativo notevole, ottenendo riconoscimenti importanti nel settore enologico Nel 2007 la cooperativa crea la linea di vini Maixei. Il termine dialettale maixei [che si pronuncia /maiƷεi/] è usato nel ponente ligure per indicare i muretti a secco che sostengono le fasce di terra destinate alla coltivazione di vigneti, uliveti, fiori e ortaggi. Su questi terreni coltivati a terrazze, che rendono così caratteristico il paesaggio, crescono le vigne del Rossese da cui nascono i vini Maixei

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Ecco l’intervista con Fabio Corradi, enologo e responsabile tecnico e commerciale dell’azienda.

Potete descriver e la vostra azienda ( storia,situazione,vitigni, superficie) e il vostro incqrico all’interno della stessa?

La nostra azienda è una cooperativa. Produciamo circa 30-35 mila bottiglie di vino all’anno, principalmente Rossese di Dolceacqua. Abbiamo circa una trentina di soci che conferiscono l’uva da entrambe le vallate che costituisco la DOC Dolceacqua. Abbiamo anche alcuni con feritori per Vermentino e Pigato tra Dolceacqua, Imperia e Albenga. Io sono enologo e nell’azienda sono il responsabile tecnico e commerciale.

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Come è nata la vostra passione e c’è un vino che ha fatto iniziare il tutto?

La passione per il vino è una passione legata al Rossese e al nostro territorio su cui opera da molto tempo la cooperativa Riviera dei Fiori, la cantina, una branca della cooperativa, è nata per l’esigenza di aiutare i piccoli vignaioli che non erano in grado di vinificare e soprattutto commercializzare il vino. La nostra missione è quindi quella di dare la possibilità a questi vignaioli di continuare a coltivare preservando un territorio già fragile. Personalmente la passione per il vino è nata leggendo di come magicamente si mescolavano i profumi del vino all’interno del bicchiere.

Quali sono i vostri progetti futuri?

Molta strada è stata fatta dalla cooperativa negli ultimi anni nel senso della qualità, ma è un percorso in cui non si è mai arrivati, per cui i progetti sono quelli di continuare a percorrere questa strada

Un vino della vostra azienda a cui siete particolarmente legati?

Senza dubbio il Barbadirame sia per il nome che porta, che lo lega all’Arte, alla nostra terra, sia perché lo sento un po’ come figlio mio

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Potete descrivere in termini sensoriali questo vino?

E’ un Dolceacqua Superiore con le tipiche speziature legate al vitigno, ma l’affinamento in barriques di secondo-terzo passaggio gli dona un pizzico di dolcezza e di rotondità in più. Ovviamente senza stravolgerne il carattere

Un vino, del panorama enologico internazionale e nazionale, che vi ha stupito positivamente?

Nel panorama internazionale lo Chateauneuf du Pape Vieux Telegraphe e in quello nazionale il Gaja e Rey di Angelo Gaja

Perchè avete scelto questi vini ?

Due vini che mi hanno sedotto per i loro profumi e per una naturale capacità di unire potenza ed eleganza

A che vitigno o vino internazionale piace paragonare il vostro?

Al Pinot Nero, ma solo perché hanno in comune la possibilità di essere abbinati al pesce, caratteristica rara per vini rossi

E’ un segnale positivo o negativo paragonare un vostro vino ad un altro più conosciuto internazionalmente?

Credo negativo perché un vino dovrebbe essere autonomo, ma quando si è fuori regione, spesso capita di dover spiegare il vino a persone che magari lo conoscono solo di nome e allora il paragone ti aiuta

Un vostro sogno nel cassetto?

Continuare a fare vino e fare un vino sempre più buono con il quale potermi identificare

La regione italiana, la nazione europea o extra europea dove vendete il maggiore numero delle bottiglie?

La nostra, la Liguria

Come vedete il futuro enologico della vostra DOC?

Uscendo dalle discorso delle mode che sono sempre dannose, credo che lo spazio per un vino così particolare e così raro come il Rossese non sia difficile da trovare neanche in futuro

Come vorresti una tua DOC ideale?

Una DOC che possa salvaguardare la tipicità del vino senza però affossarsi in un immobilismo perpetuo

Legno oppure no?

Se per legno intendiamo lo strumento e non il fine, certamente legno

Perchè un consumatore dovrebbe scegliere i vostri vini piuttosto che altri?

Per l’immediatezza

Il futuro commerciale del vino è legato a quale fattore? ( esempio: vendita on line, mercati esteri, agenti commerciali oppure no etc etc)

Credo che il futuro commerciale del vino sarà sempre più legato all’aspetto umano, a quello che il produttore riuscirà a comunicare di se stesso oltre che del suo prodotto

Credete nelle guide enologiche?

Sempre meno

I concorsi sono utili?

Non credo

Meglio i concorsi italiani oppure esteri?

Non saprei

Marketing oppure no?

Il marketing è ovunque e non è pensabile farne a meno, ma va inteso come saper comunicare il vino e il suo territorio

Bianco, rosso oppure rosè siete tradizionalisti oppure innovatori?

Direi tradizionalista sul rosso, che deve mantenere una sua tipicità, mentre vedo di buon occhio tecniche di vinificazioni più “spinte” su bianchi e rosè

La figura del sommelier è ancora importante ?

Certo, ma come ogni professionista dovrebbe essere una figura discreta e mai saccente, deve aiutare il cliente e non metterlo in soggezione

Un vino che vorreste assaggiare almeno una volta nella vita?

Questa è facile… Romanèe Conti de la Domaine de la Romanèe Conti

Andreste ad investire nelle nuove aree vinicole dei paesi emergenti del New World ( Sud Africa, Stati Uniti, Cile, Argentina,Uruguay,Brasile)?

Li andrei a visitare

 


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