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Gli attori del Rossese: Tenuta Anfosso

Da Vini&terroir

Marisa Perrotti e suo marito Alessandro Anfosso nel 2002 sono subentrati nella conduzione dei vigneti al papà Anfosso Luciano, hanno così intrapreso l'avventura nel mondo del vino. La loro è una giovane azienda ma di antiche origini vitivinicole, infatti nel 1888, il bisnonno Anfosso Giacomo reimpiantò il vigneto Poggio Pini a Soldano, piante in parte ancora esistenti, dove nasce il loro Rossese di Dolceacqua Superiore. Oggi l'azienda si estende per circa 42000 mq, di cui 13000 mq. di vigneti a Soldano in Poggio Pini e 29000 mq. di vigneti nel Comune di San Biagio della Cima in Località Luvaira.

Gli attori del Rossese: Tenuta Anfosso

Con fatica e sudore si coltivano le vigne, dislocate in collina tra il mare e la montagna, con forti pendenze, in fasce tenute su da muretti a secco dove l'opera dell'uomo è costante e la meccanizzazione è nulla.Ci vuole passione e amore per una terra così dura ma che riesce nel frattempo a dare grandi soddisfazioni nella qualità delle sue uve e dei suoi vini.

Alessandro e Marisa hanno diversi vini: Rossese di Dolceacqua dal classico alle cru di Luvaira e Poggio Pini e con la chicca del Rossese Bianco.

TENUTA ANFOSSO Potete descriver e la vostra azienda ( storia,situazione,vitigni, superficie) e il vostro incarico all'interno della stessa?

La nostra è un'azienda storicamente legata al vino da sei generazioni ma per le prime 4 si vendeva solamente a botti e prevalentemente nelle vicinanze, commercializzazione in uso per la totalità dei viticoltori, era vino diverso da come lo si intende oggi più portato alle quantità che alla qualità, con l'uscita della DOC nel 1972 si è iniziato a vendere in bottiglia ma il cambiamento più significativo per la qualità si è avuto negli ultimi 15 anni. L'azienda è stata fondata nel 2002 da Alessandro e sua moglie Marisa che hanno preso in mano dal papà di Alessandro, Luciano, i vecchi vigneti di famiglia, di cui 6000 mq datati 1888 in Poggio Pini. Oggi la situazione è in crescita, si stanno reimpiantando nuovi vigneti in terreni vergini, con una superficie aziendale di 42000 mq di cui 35000 vitati, tra il comune di Soldano e San Biagio della Cima. Il vitigno prevalente è il Rossese rosso ( Dolceacqua) e una piccola parte coltivata a Rossese bianco di cui parecchie piante prefilossera. Io in azienda faccio tutto, vigneron, cantiniere, agronomo e commerciale.

La mia è una passione nata nel vero senso della parola, ci sono cresciuto nelle vigne, mi son sempre piaciute era logico che ci sarei finito a lavorare, il vino è stato quello di mio nonno, a quei tempi Rossese di Soldano.

Quali sono i vostri progetti futuri?

In primis cercare di far conoscere il Rossese di Dolceacqua oltre che agli appassionati al grande pubblico che ancora vede la regione Liguria una terra di soli bianchi e questo per quel che riguarda la D.O., per l'azienda spero che possa continuare a crescere con me e poi i miei figli.

Un vino della vostra azienda a cui siete particolarmente legati?

Rossese di Dolceacqua Poggio Pini

Potete descrivere in termini sensoriali questo vino?

vino di colore rosso rubino con archetti fitti. Al naso, è speziato, fruttato e tostato, di una grande eleganza che fa di questo Rossese la sua più grande caratteristica, i profumi sono molto intensi e di facile distinzione come le more, fragoline di bosco ("merelli" termine dialettale), gelso, rosa passa, tabacco, pepe bianco e acetone. Al palato predominano le morbidezze, la glicerina e l'alcol ma sopportate da una buona freschezza e una discreta tannicità e sapidità il tutto legato in un piacevole filo armonico. Ottima struttura ed equilibrio si distingue per l'intensità e persistenza.

Un vino, del panorama enologico internazionale e nazionale, che vi ha stupito positivamente?

Barolo

Perchè avete scelto questo vino?

Perché è uno dei tanti vini esistenti che riesce a dare invecchiando sensazioni diverse e complesse.

A che vitigno o vino internazionale piace paragonare il vostro?

Pinot Nero

E' un segnale positivo o negativo paragonare un vostro vino ad un altro più conosciuto internazionalmente?

Può essere positivo per far capire inizialmente il Rossese, avendo molti punti in comune soprattutto cromatici ma poi si deve puntare alle potenzialità del nostro vino.

Un vostro sogno nel cassetto?

Sono tanti, preferisco elencarli man mano che da sogni diventano realtà, alcuni lo sono già altri lo saranno, bisogna venire nelle vigne e toccarli con mano.

La regione italiana, la nazione europea o extra europea dove vendete il maggiore numero delle bottiglie?

In ordine: Italia, USA, UK.

Come vedete il futuro enologico della vostra DOC?

In salita.

Come vorresti una tua DOC ideale?

Unita ( parlando dei produttori)

Legno oppure no?

NO, il rossese è vino con tannini molto fini, molto territoriale, il legno andrebbe a coprire profumi e darebbe del suo, per usare barrique vecchie per ovviare a tale processo tento vale usare Inox o cemento vetrificato.

Perchè un consumatore dovrebbe scegliere i vostri vini piuttosto che altri?

Quando un nuovo cliente viene da noi deve vedere i vigneti, deve capire che se facciamo 15000 bottiglie in meno è perché si cerca la qualità a tutti i costi e che lavoro c'è dietro alla bottiglia che si stà avvicinando ad acquistare.

Il futuro commerciale del vino è legato a quale fattore? ( esempio: vendita on line, mercati esteri, agenti commerciali oppure no etc etc)

Nel caso del Dolceacqua il futuro commerciale è nella vendita all'estero.

Credete nelle guide enologiche?

Alcune, ma direi di no.

I concorsi sono utili?

Sono pochi oggi i concorsi seri ma non servono commercialmente, almeno per quel che mi rigarda.

Meglio i concorsi italiani oppure esteri?

Non saprei.

Marketing oppure no?

Per le quantità che abbiamo serve ma a piccole dosi.

Bianco, rosso oppure rosè siete tradizionalisti oppure innovatori?

Tradizionalista, si per il bianco, rosso e rosè.

La figura del sommelier è ancora importante ?

Si

Un vino che vorreste assaggiare almeno una volta nella vita?

Domaine de la Romanèe Conti

Andreste ad investire nelle nuove aree vinicole dei paesi emergenti del New World ( Sud Africa, Stati Uniti, Cile, Argentina,Uruguay,Brasile)?

NO, per svariate ragioni.


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