Forse sarebbe giusto racchiudere tutto in una parola:caos.Il caos ovunque regna,nella testa della gente e le azioni,spesso,agguantano i momenti della cronaca.
Come il caso del piccolo Loris.
All’entrata a scuola,da giorni,i genitori guardano i loro figli entrare in aula con piu’ attenzione,con sguardi guardinghi annusano l’aria in cerca di pseudo possibili pedofili.
All’uscita stessa cosa,attesa e vigilanza.
Ma abbiamo per forza di cose bisogno di un input esterno per essere genitori attenti,elettori astuti,cattolici praticanti?
Insomma la cronaca fatta dagli altri,nel bene o nel male,ci trascina a essere maturi,consapevoli di giudizi di autocritica personale che,a volte e non per tutti,devono essere strappati dalla nostra anima da qualcuno,qualcosa.
E’ la vita di oggi,quella virtuale che ci aiuta a perdere una logica realista su cio’ che ci circonda e che,spesso,noi virtualmente la rendiamo vera.
Catapultati nel mondo dell’hd ,dei social e degli smartphone,perdiamo cio’ che dovrebbe essere veramente il pensiero sulle nostre azioni,comportamenti e modi di fare.
E allora,come la moda dei tatuaggi tribali di anni fa,siamo capaci di metterli sul braccio,pentendoci di averli addosso e come idioti ci accorgiamo dopo dell’errore,sperando che non sia troppo tardi…purtroppo.