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Gli avvocati dei supereroi ti peleranno i glutei

Creato il 11 giugno 2014 da Mcnab75

pelare il culo

(Da una storia vera).
Con 1600 “amici” su Facebook capita spesso di leggere storie bizzarre o incredibili, magari riguardanti persone che hai sì tra i contatti, ma con cui non hai mai interagito direttamente.
Settimana scorsa mi sono imbattuto nel resoconto affranto di un tizio, che raccontava di aver ricevuto una denuncia tramite avvocato, da parte di una famosa casa di produzione di fumetti e film con sede negli Stati Uniti. Quando dico “famosa” intendo proprio una delle due arcinote… ma non vi dirò quale, perché non m’importa fare nomi.
Perché questo tizio è stato denunciato? Come ha fatto a finire, lui misero e tapino, nel radar di una multinazionale ricchissima? Semplice: tizio replicava i costumi di scena dei supereroi sotto copyright e li vendeva sul suo store online. Forse, essendo “piccolo” e sconosciuto, credeva di farla franca. Invece certe società hanno avvocati appositamente pagati per scovare i furbetti che credono di operare in modalità stealth, protetti dall’anonimato.
E infatti è andata proprio così.

La cosa paradossale è stata un’altra, vale a dire leggere i commenti di sostegno a tizio.

“Ma perché i cinesi possono vendere magliette tarocche e tu no?”

“Il costume del supereroe XY è un patrimonio dell’immaginario popolare, non possono averne l’esclusiva!”

“Tanto non possono farti causa perché tu sei italiano e loro americani!”

“Ma tu non hai copiato, ha reinterpretato…”

“Ha detto mio cugggino che una volta lui vendeva le magliette col logo di Batman, e nessuno gli ha fatto causa.”

“Potresti cambiare i nomi dei personaggi… basta una lettera diversa, Betman, Capitan Svizzera, Suppaman…”

“Eh, ma allora denunciassero anche tutti quelli che fanno i cosplayer!”

Ok, l’idiozia di tali commenti è palese, credo non ci sia bisogno di aggiungere granché.
Quel che fa più rabbia è però il sostegno verso un’operazione che, senza troppi giri di parole, cade direttamente nel reato di contraffazione. Che non è cosa da poco, anzi. Ci sono i margini per azioni legali pesanti, altro che solidarietà.

Il copyright, piaccia o meno, esiste e in quanto tale va rispettato.
Essendo stato, pur nel mio piccolo, vittima di un plagio, so quanto la cosa risulti fastidiosa e insopportabile.
Copiare è un gesto antipatico e sgradevole. Copiare a fini di lucro è reato.
In realtà le leggi italiane sono lacunose, in questo campo. Ben diverse sono quelle che regolano i diritti d’autore in paesi giuridicamente più severi, come gli Stati Uniti. Non bisogna scherzare col fuoco. Se lo si fa non si può poi dare la colpa alle fiamme, se ci si scotta.

La proprietà intellettuale va tutelata.
Io la vedo così.
Con essa molta gente ci campa. I ricchi quanto i poveri. E, visto che non si può legiferare per fascia di reddito, vanno tutelati tutti, indistintamente.
Chi sbaglia deve pagare.

cazzate

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(A.G. – Follow me on Twitter)


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