L'Italia prova a farsi avanti e prendere coraggio. Il goal di Cassano al '35 del primo tempo arriva come una liberazione. Si va nello spogliatoio sull'1 a 0. L'Italia rientra in campo con l'intenzione di raddoppiare. Ma non le riesce. Almeno, non subito. Chiellini si infortuna ed entra Bonucci. Diamante sostituisce Cassano e Balottelli entra al posto di Di Natale. La tensione è alta, sembra un film già visto nei match precedenti. Basta un errore e un pareggio segnerebbe il rientro a casa senza scuse, senza giustificazioni. Un occhio al cronometro e uno al campo, il tempo che sembra inceppato. Spagna e Croazia un pensiero ricorrente. Il goal del raddoppio non arriva. Ci sono scontri, gomiti troppo alti, nervosismo. Balottelli appena entrato rischia di farsi espellere per una gomitata che per fortuna non va a segno. Balottelli è lento, impreciso, involuto. Non lo si comprende. La Spagna intanto è passata in vantaggio.
Un irlandese, ammonito, viene espulso per proteste e scaglia il pallone contro il CT azzurro. Siamo al '90 e Mario Balottelli segna il goal che non ti aspetti, con una tranquillità disarmante che ti fa incavolare pensando alle volte che si trascina lento per il campo e si muove contro tutti, istintivo rissoso, dimenticando di essere lì prima di tutto per giocare a calcio. Sembra tutto fatto. I commentatori Rai gridano che serve il terzo goal. Io non capisco perchè, mi sono persa nel calcolo dei goal fatti e subiti, degli scontri diretti. Nella mia beata ignoranza scopro solo dopo il fischio finale che bastava un pareggio 1 a 1 di Spagna e Croazia per interrompere il sogno europeo degli Azzurri.
Che dire, missione compiuta. L'italia passa il turno ma quanta fatica.