Un gran numero di informazioni sulla natura della musica e sul suo ruolo nel mondo ci viene dai miti della creazione. Tutte le volte che la genesi del mondo è descritta con sufficiente precisione, un elemento acustico interviene nel momento decisivo dell’azione.
Nell’istante in cui un dio manifesta la volontà di dare vita a se stesso o a un altro dio, di far apparire il cielo e la terra oppure l’uomo, egli emette un suono. Espira, sospira, parla, canta, grida, urla, tossisce, espettora, singhiozza, vomita, tuona, oppure suona uno strumento musicale. La fonte dalla quale emana il mondo è sempre una fonte acustica. L’abisso primordiale, la bocca spalancata, la caverna che canta, il singing o supernatural ground degli Eschimesi, la fessura nella riccia delle Upanisad o il Tao degli antichi Cinesi, da cui il mondo emana “come un albero”, sono immagini dello spazio vuoto o del non essere, da cui spira il soffio appena percettibile del creatore. Questo suono, nato dal Vuoto, è il frutto di un pensiero che fa vibrare il Nulla e, propagandosi, crea lo spazio. E’ un monologo, il cui corpo sonoro costituisce la prima manifestazione percepibile dell’invisibile. L’abisso primordiale è dunque un “fondo di risonanza“, e il suono che ne scaturisce deve essere considerato come la prima forza creatitrice.
In origine il termine Brahman significava “forza magica, parola sacra, inno”. E’ dalla “bocca” di Brahma che uscirono i primi dei. Le Upanisad non si stancano di ripeterci che i suoni OM o AUM sona la sillaba immortale e intrepida creatitrice del mondo.Gli Iakuti, come pure gli antichi Egizi e alcune tribù primitive dell’Africa, immaginano Dio come un grande urlatore. Nella mitologia cinese numerosi gli dei che operano essenzialmente mediante grida o strumenti musicali. molto spesso il canto del creatore è identificato con il tuono. Tale assimilazione è sicuramente molto antica: la troviamo infatti già nella mitologia di popoli primitivi come i Californiani, gli Arandadell’australia, i Samoiedi e i Coriakidell’Asia settentrionale.
In certi miti, il suono creatore non è simboleggiato direttamente da uno strumento musicale, ma da alcuni oggetti ai quali si attribuisce la capacità di risonare. E’ molto probabile che la canna di cui parlano i miti giapponesi fosse un flauto di bambù. Il fumo della pipa, nel quale il gran Manitù raccoglie le anime umane, simboleggia il ponte sonoro del sacrificio. Numerosi racconti californiani ci riferiscono che il mondo sorse dal canto di una penna o di una piuma.
Se il creatore è un canto, è evidente che il mondo a cui dà vita è un mondo puramente di vibrazioni.