L’uso di droghe si diffonde a macchia d’olio tra i giovani che, con grande facilità, fumano cannabis o sniffano cocaina in quelle che dovrebbero essere tranquille serate tra amici. Ma al di là di una facile morale, c’è da chiedersi se chi utilizza tali sostanze sia consapevole degli effetti che le stesse hanno sul proprio organismo.
Lo chiarisce un’indagine condotta dal Dipartimento per le Politiche Antidroga (DPA) che, con la collaborazione dell’Unità di Neuroscienze del Dipartimento delle Dipendenze Ulss 20 di Verona e l’Unità di Neuroscienze dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Borgo Trento (Verona), ha effettuato una mappatura delle alterazioni microstrutturali e funzionali sul nostro cervello dovute al consumo di cannabis e cocaina, tramite risonanza magnetica al alto campo.
Effetti collaterali di cannabis e cocaina: ne siamo coscienti?
Le sostanze stupefacenti prese in esame dai ricercatori italiani sono le due più diffuse, ovvero la cocaina e la cannabis. Per entrambe il dato scientificamente fondamentale si è rivelato un’interazione diretta tra il consumo di droga e la risposta della corteccia prefrontale, ovvero la cosiddetta “area del controllo”.
Le conseguenze della cocaina sono indubbiamente più pericolose rispetto alla cannabis, poiché gli effetti a lungo termine di questa sostanza stupefacente riguardano dipendenza, irritabilità, irrequietezza, paranoia, allucinazioni uditive, malattie cardio-vascolari e infarto, difficoltà respiratorie, spasmi muscolari e tremori, problemi gastrointestinali, convulsioni, nausea, dolori al torace, febbre e coma. Abbiamo voluto inserirli tutti volontariamente, senza tralasciarne neanche uno.
Per ciò che riguarda l’uso di cannabis, invece, le risonanze hanno evidenziato deficit nella memorizzazione e nell’apprendimento. Come sottolinea Giovanni Serpelloni, capo del DPA, capire quali meccanismi neurologici si inneschino prima, durante e dopo l’assunzione di droghe, come ad esempio la riduzione del recettore del glutammato, il più importante neurotrasmettitore eccitatorio del sistema nervoso centrale, significa fare un passo in avanti nella possibilità di dare risposte concrete alla sfida della prevenzione dall’uso di queste sostanze.