Gli elefanti sembrano infatti letteralmente terrorizzati dalle api. Se avvertono la sensazione di averne una sul corpo, fanno di tutto per levarsela di dosso, addirittura emettendo un richiamo d'allarme per gli altri elefanti vicini.
Il richiamo, un suono a bassa frequenza udibile dagli altri elefanti, è stato notato durante una serie di due esperimenti condotti da Lucy King, ricercatrice comportamentale animale che ha pubblicato i suoi risultati sulla rivista Public LIbrary of Science.
Nel primo esperimento, King ha registrato il ronzio delle api per poi riprodurlo nei pressi degli elefanti. Il risultato è che i pachidermi si sono dati alla fuga terrorizzati, non solo quelli a portata della registrazione, ma anche quelli per i quali sarebbe stato impossibile sentirla, suggerendo che gli elefanti potessero dare l' "allarme ape" attraverso suoni a bassa frequenza impercettibili per l'orecchio umano.
Nel secondo esperimento invece King ha piazzato dei microfoni ultra-sensibili sugli alberi del parco nazionale Samburu in Kenya, registrando i suoni a bassa frequenza emessi dagli elefanti nell'arco di due mesi.
"Abbiamo posizionato gli altoparlanti in una foresta, lontano dall'automobile, non volevamo subire una carica" afferma King. Ha poi riprodotto il suono emesso dagli elefanti in caso di allarme, spaventandoli e confermando l'ipotesi che possano comunicarsi segnali di pericolo attraverso suoni a bassa frequenza.
Sebbene ulteriori ricerche siano necessarie, sembra che questa scoperta possa aprire il campo ad un'applicazione molto pratica e risolutiva per un problema che sembra irrisolvibile: la conservazione delle colture locali e, contemporaneamente, della popolazione di elefanti.
Esseri umani ed elefanti infatti sono in continuo conflitto in Kenya, per via del fatto che un singolo elefante affamato può spazzare via un'intera piantagione a conduzione familiare in una sola notte.
Questo costringe gli agricoltori locali ad accendere fuochi durante tutta la notte nel periodo del raccolto per tenere lontani gli animali, ma questo metodonon sembra funzionare, e non tutti i campi possono essere sorvegliati.
Questo porta spesso ad un contatto ravvicinato tra uomo ed elefante, e a farne le spese è spesso il pachiderma, anche se non mancano casi di morti di esseri umani. Mettetevi voi a combattere contro un elefante...la maggior parte delle uccisioni degli animali avviene ad opera dei ranger, ma quando i contadini si trovano a fronteggiare da soli alla minaccia, la situazione si inverte, ed il rischio di perdere la vita in difesa dei propri campi diventa estremamente elevato.
La scoperta che gli elefanti siano terrorizzati dalle api quindi può portare alla creazione di recinzioni a "effetto ape": i pali che compongono la recinzione sono provvisti di alveari, che vengono scossi da cavi azionati dagli stessi pachidermi nel caso tentassero di attraversare la recinzione.
Sembra infatti che anche solo il rumore delle api, non solo la presenza sul corpo, sia sufficiente a spaventare gli elefanti.
"E' impossibile ricoprire l'Africa di recinzioni elettriche" sostiene King. "Le infrastrutture necessarie non esistono in molti posti, e restringerebbero gli spostamenti degli animali. Questo metodo [le recinzioni con api] potrebbero essere un modo migliore per dirigere gli elefanti lontano dai campi".
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