Magazine Cultura
Giuliano Giuggioli è nato il 14 luglio 1951 a Vetulonia, in provincia di Grosseto. La sua formazione artistica ha seguito un iter consueto in altri tempi: autodidatta, ha appreso tutte le tecniche pittoriche e di stampa frequentando assiduamente le botteghe, le stamperie e i cantieri artistici, formandosi una solida cultura generale e soprattutto professionale. Attualmente la sua produzione spazia dalle grandi tele ad olio, alle sanguigne, alle tecniche su carta e legno, affreschi, murales, ceramiche, acqueforti, serigrafie e litografie.
Nel 2004 si è dedicato anche all'attività di scenografo, realizzando le scene per il musical "CLEOPATRA", di Lamberto Stefanelli. Ha partecipato alle ultime cinque edizioni dell' Art Expo di New York, dove, inoltre, è stato ospite dell'esclusivo Circolo degli Artisti della città. Molte sue opere sono state pubblicate dalla rivista "ANIMA MUNDI", edizioni Eri/Rai, diretta da Gabriele La Porta.
I suoi lavori, presenti in numerose collezioni pubbliche e private sia in Italia che all'estero, si trovano in permanenza presso la galleria che egli stesso da molti anni cura a Follonica (Grosseto), città in cui vive e lavora, presso la GALERIA ZABBENI 1 a Vevey (Svizzera), presso la DENNIS REA FNE ART a San Francisco.
Tratto da: I GIUDIZI DI SGARBI
Editoriale Giorgio Mondadori, 2005
L'arte di Giuliano Giuggioli riveste interesse in quanto le sue immagini scaturiscono da una cultura interiorizzata ricollegabile all'iconografia surrealista, da cui tuttavia egli si differenzia per un atteggiamento più romantico e letterario, abbastanza prossimo alle elaborazioni visive di Max Ernst. La sua operatività febbrile lo rende infatti alieno dagli automatismi, scegliendo piuttosto la riaffermazione visiva di una mitologia rivelatrice non solo delle profondità dell'inconscio, ma anche della persistenza della memoria della letteratura classica, così come è percepita nelle prime letture fatte da ragazzo.
Se questi dati contribuiscono alle premesse creative di un esercizio quasi concettuale della fantasia, dal punto di vista stilistico Giuggioli imprime ai suoi lavori una corposità sensuosa, neobarocca, evocativa di un' arcaicità fuori della storia, che si attua in assunti scenografici proposti visivamente come una concreta esperienza di viaggio nel tempo e nello spazio. I suoi lavori sono quanto mai avvincenti , in quanto propongono una situazione antinaturalistica, che ricorda molto da vicino quello che teorizzava Alberto Savinio, per il quale la cosa dipinta va tenuta lontana dai pericoli della natura.
Nel senso proprio di questo ammonimento antidogmatico, Giuggioli ama evidenziare una sorta di quella divina incertezza che si situa ben al di là dell'irrazionalismo, e che spinge l'impaginazione dei suoi paesaggi mentali nel territorio di una costante verifica e messa in discussione dei loro stessi valori narrativi. Il percorso pittorico di questo artista si sviluppa negli ambiti eterogenei di una formazione culturale che attiene anche all'interpretazione onirica di una vissuto archetipico.
Facendosi coscientemente coinvolgere da una realtà fantasticata, egli opera una mediazione visiva per ottenere una rappresentazione quasi sacrale, dove la sua esplorazione nel mito si riveste di una dimensione archeologica, ovvero del senso di una riscoperta oggettiva. Ma le sue ricognizioni sono comunque serene a causa del gioco mentale che le guida, e si mantengono sul filo di un'ironia sottile e di un distaccato senso dell'assurdo, come nel caso de
LA CASA DEI GEMELLI, o come nell'opera magicamente sospesa de LA NOTTE PRIMA DELLA INAUGURAZIONE.
Giocando sui simboli dell'inconscio in ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE, o in PREPARATIVI PER LA PARTENZA, Giuggioli mostra tutta la sua attenzione agli aspetti più scenografici della raffigurazione, che comunque riferisce dei suoi stessi viaggi interiori, riportati su un territorio familiare.
Sono quindi evocati i particolari di una città o di un interno, che sostanziano una visione metafisica, o che alludono a un evento del tutto insolito. Quando ad esempio la sua cultura lo riporta nell'antichità romana, e quindi a paesaggi come IL RESTAURO, avviene una ricostruzione ludica della nobile architettura, fatte con i legnetti colorati dai bambini e giocata sui contrasti cromatici.
Il nucleo della ricerca espressiva di Giuliano Giuggioli sta proprio nella confutazione del reale e nella tipologia immaginifica della sua pittura, alla quale il suo colorismo conferisce una bellezza infuocata.
Tutta la sua produzione si colloca in una filosofia in parte iconoclastica, ma anche capace di riscoprire la suggestione dei richiami visivi che appartengono alla storia o alla favola. Parlando inoltre per enigmi, al primo sguardo le sue opere sembrano nascondere oracoli e divinazioni, salvo poi lasciare scoperto il gioco amabile di un manipolatore che tende inusitate trappole visive per suscitare stupore e meraviglia.
Fonte
http://www.giuggioli.it/
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