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Gli equilibristi

Creato il 05 marzo 2015 da Lamacchinadeisogni

gli_equilibristiTITOLO: GLI EQUILIBRISTI

GENERE: DRAMMATICO

RATING:  * * *

TRAMA:

Un errore può gettare una bellissima famiglia tra le fiamme di un inferno. Lo capirà molto bene Giulio, padre di una famiglia piccolo borghese, che si troverà ad affrontarne le conseguenze. La separazione, il divorzio, è un lusso che pochi possono permettersi, per tutti gli altri esiste solo la miseria e la strada …

(Regia: Ivano De Matteo – anno 2012)

COMMENTO:

Valerio Mastandrea è un artista al contrario! Normalmente un attore adatta la mimica facciale alle diverse situazioni che di volta in volta il racconto richiede, lui no, la sua espressione è sempre quella un po’ malinconica e triste dello sfigato, sia che interpreti una colonscopia che una vincita al superenalotto; le soluzioni in questi casi sono due:  o cambi attore o costruisci la storia attorno a quella espressione; nel film Gli equilibristi forse hanno optato per la seconda.

Un film crudo che riprende la grande tradizione neorealista italiana. La bravura di Ivano De Matteo è tale da ricordarmi le atmosfere intimistiche del maestro Pietro Germi! Ottimo lo stile asciutto ed essenziale del racconto: il film si apre con una scena di sesso, consumata in uno squallido archivio comunale deserto, che si chiude immediatamente senza attardarsi in inutili dettagli. Quel tradimento sarà l’incipit della distruzione della bellissima famiglia di Giulio (un Valerio Mastandrea in splendida forma), composta dalla moglie Elena e i due figli Gabriele, troppo piccolo per rendersi conto di cosa veramente succede, e Camilla, la figlia adolescente che invece ha tutti gli strumenti per partecipare sino in fondo al dramma familiare.

All’inizio si fatica a comprendere l’atteggiamento scontroso e acido di Elena, ma poco dopo si capisce che dietro c’è un dolore troppo grande da sopportare anche se l’alibi fosse il bene dei figli. Il merito del film è l’originalità e l’attualità del soggetto, che porta sotto i riflettori del cinema la tragedia umana dei padri che per affrontare la separazione finiscono letteralmente in miseria, vittime di una tutela giudiziaria forse troppo squilibrata che non tiene conto delle reali possibilità economiche di un impiegato del comune con uno stipendio da 1.200 € al mese, salari di mera sussistenza cui sono oggi ridotti gli ex appartenenti al ceto medio. Una tema socio-politico che denuncia una situazione assai diffusa in tutti i paesi del mondo, dove ormai si registra un indice di concentrazione della ricchezza sempre crescente e non più tollerabile!

Tornatene a casa, magari ti aggiusti per un po’ sul divano … il divorzio è per i ricchi!” è il consiglio di un uomo stanco che Giulio incontra in un ufficio pubblico dove spera di trovare un aiuto.

Durante questo passaggio dal ceto medio alla povertà si assiste impotenti alla cruda verità della lotta per la sopravvivenza, invisibile a chi ha le spalle coperte, ma ben nota ai tanti strani compagni di viaggio e sventura che Giulio incontrerà sulla sua strada. Un fisico che non è temprato per affrontare i lavori di facchinaggio al mercato, le umiliazioni di chi credevi amico cui tendi la mano, i figli da non deludere perché ti credono un eroe, delle prove troppo dure per chiunque; prove che, dopo averti fiaccato, alla fine ti spezzano. E non ci si senta diversi o superiori come se la cosa non ci riguardasse; è un attimo ed esiste per chiunque una soglia di rottura.

Sullo sfondo una Italia quotidiana che tutti conosciamo ma di cui non si parla volentieri, quella fatta dai lavori e degli affitti pagati in nero, dalla distruzione dello stato sociale e dalla Caritas, unico vero aiuto che la nostra comunità riesce ancora a tenere in piedi.

Commovente il rapporto tra la figlia Camilla (la brava Rosabell  Laurenti Sellers) ed il padre. Tristissima ed impietosa la trasformazione psichica di Giulio che da padre amorevole, presente ed affettuoso, si trasforma in un uomo buio, spento, scontroso e schivo, perché se ti portano via la dignità lentamente muori. Una pellicola il cui peso ti accompagna per diversi giorni.

Uno degli insegnamenti più importanti di questo bel film?  L’unica cosa che conta nella vita è la famiglia!



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