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GLI ERMAFRODITI DI LUCA SCARLINI | CHIMERE E PRODIGI DEL CORPO – Letto e recensito da Amedit

Creato il 06 ottobre 2015 da Amedit Magazine @Amedit_Sicilia
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ermafroditi_luca_scarlini_carocci_editore (2)GLI ERMAFRODITI DI LUCA SCARLINI

Chimere e prodigi del corpo tra storia, cultura e mito

Si tuffò in questo / Fonte, e n’uscì con doppio sesso;

un membro / Ebbe dal padre e dalla madre il resto.

Marziale

di Giancarlo Zaffaroni

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Il libro di Luca Scarlini è la mappa sintetica e densa di un vasto percorso di ricerca multidisciplinare nelle culture, società e arti di molti tempi e latitudini sulle tracce dell’ermafrodito/androgino, figura più volte doppia: fusione di due sessi, in bilico fra corporeità ed elementi simbolico-spirituali, maledizione da eliminare o astratta sintesi di perfezione. Il racconto si snoda a partire dal mito classico, passando per il pensiero cristiano gnostico e l’alchimia, delizie rinascimentali e metamorfosi barocche, l’alba dell’interesse scientifico e la perfezione dell’androgino romantico, l’invasione nella letteratura francese fra Rivoluzione e Restaurazione, la visione simbolista, metafisica, surrealista e dannunziana, “er manfrodito de Trastevere”; letteratura, cinema e moda, processi, cronache, diari e l’inizio delle metamorfosi chirurgiche nel Novecento. Molte cosmogonie iniziano da un essere unico che, per essere fecondo a immagine umana, contiene i due sessi; essere che genera creature ermafrodite come Adamo, che nel pensiero gnostico ricorda l’androgino platonico poiché la donna fu tratta da una sua metà. Al contrario, il figlio di Ermes e Afrodite acquista il doppio sesso quando la ninfa Salmace ottiene dagli dei di fondere il suo corpo con quello dell’amato. Ovidio racconta anche di ermafroditi in successione come Tiresia, che visse da donna sette anni ritornando poi uomo; la ninfa Cenis stuprata da Nettuno e trasformata in guerriero invulnerabile che, soffocato dai Centauri, in punto di morte vola via come fenicottero per ritornare donna nell’Ade; e Ifi, che venne allevata come maschio dalla madre affinché il padre povero non l’uccidesse e, innamoratasi di un’altra ragazza con terribili sensi di colpa, fu trasformata in uomo da Iside nell’imminenza delle nozze. Se l’ermafrodito mitico rappresenta la perfezione divina, qualunque deviazione dall’apparente normalità fisica di maschio e femmina va eliminata: l’antica legge romana stabiliva che il neonato deforme fosse annegato, mentre ai giorni nostri tutto viene sanato in sala parto, più spesso in senso maschile.

A metà del trecento appare il rebis ermafrodita, simbolo di una ricerca compiuta felicemente, rappresentato come corpo unico con due teste cornate. Il percorso alchemico fu usato da Carl Gustav Jung come immagine di quello di individuazione, che permette di passare dall’Io razionale al proprio Sé. Scarlini racconta che Jung fu consulente intellettuale di Forrest Bess, pittore americano che ricercò chirurgicamente l’ermafroditismo. Tecniche chirurgiche, protesi e cure ormonali permettono oggi cambiamenti di sesso riconosciuti giuridicamente, ma non del tutto dalla società. Anche James Hillman, discepolo eretico di Jung, usa metafore alchemiche e invita al recupero delle vecchie storie dei miti per indagare i nostri rapporti con noi stessi e con il mondo. In conclusione viene davvero naturale leggere le storie raccolte da Luca Scarlini come solide basi culturali per una presa di coscienza positiva del miscuglio di maschile e femminile che costituisce ogni persona, da contrapporre all’asfittico dibattito corrente sulla “teoria del gender”. Questa teoria immaginaria, secondo Giovanni Dall’Orto analoga ai Protocolli dei Savi di Sion, è descritta collezionando mistificazioni di Gender studies, Queer theory e conoscenze scientifiche in un pastone indigeribile, paventando una lobby gay che vorrebbe abolire le differenze di genere manipolando l’educazione scolastica dei bambini sulla base del principio che ciascuno può sentirsi ciò che vuole e fare sesso con chi gli pare, al di là del genere biologico e fors’anche dell’età e della specie, inneggiando alla cosiddetta famiglia naturale come soluzione a tutti i mali delle persone.

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La richiesta di uguali diritti parte invece dal fatto che ogni persona – senza distinzioni di sesso (l’articolo 3 della Costituzione dice sesso, non genere!) e tenendo conto di sfumature e gradazioni fra gli estremi di maschio e femmina, estremi che a ben guardare non sapremmo definire oltre gli sterili stereotipi –, porta in sé diritti fondamentali, e dovrebbe essere rispettata e aiutata a svilupparsi secondo la proprie qualità positive all’interno di regole sociali non coercitive, anche quando non sta bene con il proprio sesso biologico o vuole avere dei figli legalmente. È necessario ritornare ai diritti fondamentali della persona, superando sia le entomologiche classificazioni queer, forse attualmente LGBTQIAE, sia l’arroccarsi delle gerarchie ecclesiastiche in posizioni anacronistiche insieme alle parti politiche che ipocritamente sostengono ed esasperano le loro idee senza fondamento culturale e giuridico. Si tratta di applicare integralmente il principio di uguaglianza, declinandolo semplicemente nel diritto alla diversità.

Giancarlo Zaffaroni

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Cover Amedit n. 24 - Settembre 2015

Cover Amedit n. 24 – Settembre 2015
“Noli Me Tangere” omaggio a Pier Paolo Pasolini.
by Iano 2015

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