Errori nella gestione della piazza probabilmente sono stati fatti da entrambi i lati, organizzatori e forze dell’ordine.
Le frange violente ed organizzate erano almeno due: uno dentro il corteo l’altro direttamente in piazza San Giovanni per impedire il comizio finale.
Digos e Ros, da ieri si focalizzano sulla ricostruzione di quanto è avvenuto. Emerge un dato per altro sconcertante, le frange estremiste e violente erano giovani, giovanissime, tra loro anche minorenni, pare infatti che la maggior parte di essi abbia una età media che va dai 17 ai 25 anni, abbastanza allenati e molto internauti.
Le forze dell’ordine hanno filmati dell’arrivo dei violenti a partire da sabato mattina, pare infatti che intorno alle 11 i carabinieri di POmezia inseguono una 600 Fiat con a bordo un ragazzo e 3 ragazze e, all’interno dell’auto vengono rinvenuti 5 zaini con caschi da motociclista, maschere antigas, bilie di vetro, fionde, mefisti, parastinghi, mazze, piede di porco e molotov.
Nel rapporto già trasmesso alla magistratura si parla di «elementi appartenenti all’area anarcoinsurrezionalista». (Corriere della Sera) Inoltre pare vi siano riprese su come “Molti giovani che si ritrovano alla «partenza» della manifestazione, in piazza della Repubblica, si sono mossi in maniera autonoma, almeno nell’ultima fase. Ognuno di loro ha nello zaino il proprio equipaggiamento: fionde, biglie, un po’ di sassi. C’è chi ha il casco da ciclomotore agganciato all’asola laterale dei pantaloni. Chi nasconde la maschera antigas, particolare che rimanda alle proteste contro l’Alta Velocità. Un centinaio si sistema in fondo al corteo, una cinquantina comincia a risalire verso la testa. In tutto, questa è l’ultima stima, potrebbero essere circa cinquecento, mimetizzati tra i manifestanti e pronti a tirare giù il passamontagna e su il cappuccio per «travisarsi» quando bisogna entrare in azione.” Dalle riprese della polizia poi si notano anche le buste bianche che servono per segnalare le aree in cui infiltrarsi, e, udite udite il percorso è disseminato di pali divelti e di sampietrini!
Per le forze dell’ordine questa preparazione segnala una sorta di “trama”gestita da esperti. Il primo attacco è alle 14,35 area supermercato Elite, le forze dell’ordine non reagiscono come ordine impartito dal questore Francesco Tagliente vieta di intervenire all’interno del corteo per non mettere a rischio l’incolumità di chi sta sfilando. Da lì in poi è una violenza che cresce. All’altezza di via dei Serpenti c’è chi cerca di «spezzare» il corteo. Parte una carica della polizia, i teppisti rispondono lanciando bombe carta, sassi, bottiglie. Altri stanno sfasciando alcune vetrine. Altri ancora entrano in un albergo sperando di trovare una via di uscita laterale che li porti verso il centro di Roma, in prossimità di quelle sedi istituzionali che rimangono comunque l’obiettivo primario. I servizi di sicurezza degli hotel li rispediscono indietro e i violenti rientrano nel corteo, si mescolano con calma tra la folla. Un altro gruppo però nel frattempo è giunto al Colosseo. La questura evita la reazione perchè il rischio di coinvolgere il corteo è immenso, inoltre ci sono poche vie di fuga, se non la metropolitana, ad altra pericolosità. Il calcolo delle forze dell’ordine si rivela sbagliato. Gli autonomi ed i black bloc ormai marciano in assetto di guerra verso piazza San Giovanni e scatenano guerriglia contro carabinieri e gdf. Entra in scena un probabile altro blocco organizzato per la battaglia finale. I manifestanti si schierano verso la Basilica, alcuni si disperdono ed altri però scendono in campo e si uniscono ai violenti.