Gli esami non finiscono mai: ecco l'Australia

Creato il 06 settembre 2011 da Rightrugby

Purtroppo per noi, la strategia per i Mondiali enunciata dal coach australiano Robbie Deans sarà giocare ogni partita come fosse una finale, non prenderne nessuna sottogamba.
Si tratta di un avviso soprattutto ad uso interno, relativo alla mentalità con cui approcciare almeno tre delle quattro gare "a rischio" (distrazione) in programma nel corso del girone C. Per evitare cali di tensione e capitalizzare poi l'abbrivio di un head start nelle fasi ad eliminazione diretta. Nel 2007, ricordiamo, al predecessore di Deans John Connolly funzionò solo la prima parte del piano: gli Aussie risultarono thrashing nel girone (4 vittorie con un 91-3 al malcapitato Giappone e un decente 32-20 al Galles), ma poi furono fiacchi nel quarto di finale perso coi super-conservativi inglesi (altro che Sudafrica!) per 10-12.
Stavolta non deve andar così, dato che la prima della Pool C, posto prenotato Aussie, incontrerà nel quarto la seconda "a sorpresa" della livellatissima Pool D: potrebbe essere Galles, Fiji, una rivincita con Samoa o, hai visto mai, addirittura un close encounter of the third kind col Sudafrica.
Per coach Deans la parola d'ordine Mondiale pare essere concentrazione. Vista l'età media della squadra (la minore di tutte le 20 del Mondiale), la storia passata e certi guai notturni recenti (protagonista O'Connor), è probabilmente l'approccio giusto. Il tutto coniugato, almeno inizialmente, a relax e assenza di pressione, isolando tutti nel paradiso terrestre di Hanmer Springs nell'Hurunui District tra le montagne a nord di Christchurch. Keep calm and carry on.
Purtroppo per noi, si diceva: il coach ha annunciato la formazione per la prima partita (qui su RR Tumblr) domenica 11 settembre contro gli Azzurri: sono paro paro i vincitori nel decider del TriNations a Brisbane, esclusione di James O'Connor compresa. Squadra che vince non si cambia, visto che serve dare il tono a tutto il percorso Mondiale: quindi c'è Adam Ashley-Cooper spostato all'ala, Anthony Fainga'a al centro (che partitone attento il suo contro gli All Blacks in reparto con Pat McCabe: subirono le due mete ma ne evitarono almeno altrettante) e l'esperto Dan Vickerman in seconda linea. E tutti gli altri titolari: Will Genia e Quade Cooper, Digby Ioane e Kurtley Beale, Rocky Elsom, David Pocock e Radike Samo, capitan Horwill. Da non sottovalutare nemmeno la prima linea, tipica area di debolezza e "solo mestiere" dei Wallabies: l'inserimento del loosehead Sepoke Kepu pare aver dato un ancoraggio più che decente al reparto di Ben Alexander e Stephen Moore.
Non ci resta che sperare nel solito "sottogamba" individuale da parte dei giovanotti Ozzy, che sempre han nutrito scarsa considerazione nei nostri confronti, cosa che recentemente ci ha fatto quasi volare a Padova, ma che ci ha confortato anche a Firenze. Deans l'ha ricordato in conferenza stampa, a scanso di equivoci.
Purtroppo per noi, ma in fondo anche no: l'Italia deve presentarsi alla gara d'apertura del Mondiale non certo per vincerla - "ci proveremo" etc., cose che si dicono ai giornalisti - ma nemmeno va preparata alla "persa per persa", schierando rincalzi. Al contrario, sarà un fondamentale, utilissimo warm up, non essendo bastati gli striminziti due effettuati sinora per chiarire tutto a mangement e e giocatori.
E' l'ultima occasione di Test probante, dopo avremo due cavalcate nel rough con Usa e Russia, dense solo di rischi - frustrazioni, inciampi, destabilizzazioni, imboscate e anche di farsi male - dove ci sarà gran poco da imparare. E poi l'unica vera nostra gara esiziale, l'Alfa e l'Omega del nostro Mondiale 2011: il 2 ottobre a Dunedin contro l'Irlanda.
E' un percorso guarda caso del tutto analogo a quello di Francia 2007, speriamo con esito lievemente, solo lievemente diverso: basterebbe aver la forza - e la fortuna - per vendicare il drop di O'Gara al Flamino, magari con un piazzato centrato da Mirco, che riscatti quell'errore dalla piazzola di Bortolussi contro la Scozia, nel 2007. Conservativi quanto basta e serve.
Tornando alla prima mondiale al North Harbour Stadium con l'Australia, se le dichiarazioni dell'ambiente Casa Italia sono di circostanza ("dovremo essere in grado di sfruttare ogni occasione", evabbè), Nick Mallett ci tiene a non sporcarsi la fedina, non certo brillante ma finora mai macchiata da bastonate eccessive. Inoltre si diceva, servono verifiche probanti un po' ovunque, tranne che in prima linea. A partire dalla cruciale seconda linea e annessa rimessa laterale, dove i Wallabies troneggiano (probabilmente torna Bortolami), poi in terza per chiarire chi parte con Parisse e fa pochi falli e dietro, non certo per "slegarsi" offensivamente ma per serrare le righe difensive: la dimensione della sconfitta dipenderà molto dalla difesa dei nostri trequarti, assieme dalla disciplina, ultimamente latitante, del pack - Quade si prepara a riguadagnarsi il posto di kicker titolare, facendo il discobolo in favore di telecamere ... Del kicker Azzuro invece non parliamo: non serve far training, ogni singolo calcio piazzato di questa edizione sarà per noi un thriller devastante che Dario Argento se lo sogna.
Amarus in fundo (dopo il caffè c'è l'amaro no?), la questione apertura. Qui Mallett come sceglie, casca male: con Quade Cooper davanti a prender per il naso l'opposto, si rischia di bruciare Bocchino o di destabilizzare definitivamente Orquera. Tant'è, mica potrà metter Luke McLean all'apertura .... Però che idea eh? Qualcuno mandi un sms al nostro ammiraglio a Nelson, presto! (Ammiraglio, Nelson: calembour, ridiamo per non piangere).
Warm up non solo tecnico e tattico, ma anche psicologico. Sarà uno splash down duro per i nostri; nessuno si sarà certo fatto illusioni diverse, ma c'è da sperare che dopo nessuno "sfrucugli" tal fallosità e talaltro errore più di tanto. Per fortuna sono distanti dall'Italia, anche se gli inviati con le loro domande e soprattutto Internet arrivano ovunque.


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