THERIOS
La sregolatezza dei grandi, sebbene sia di per se stessa un male, non è tanto grave, quanto il fatto che sorgono moltissimi imitatori. Così il paragone (mi sembra) di Platone: qui musicorum cantibus mutatis ait mutari civitatum status. Infatti è facile accorgersi, se guardiamo la storia, che ogni qual volta le classi dirigenti hanno certi comportamenti, questi sono stati imitati dalla massa dei cittadini: qualsiasi mutamento di costumi si determinasse nei governanti, lo stesso si riproduceva nel popolo. Per questa ragione i grandi che conducono una vita disonesta sono doppiamente responsabili della corruzione di uno Stato, perché non solo accolgono la disonestà in se stessi, ma la propagano nella cittadinanza, e non sono soltanto dannosi perché essi stessi degenerano, ma anche perché corrompono gli altri e finiscono per nuocere maggiormente più con l'esempio che con il loro cattivo operare. (Ricordo da un racconto di Therios).
NEW YORK (parte)
I miserabili sono bianchi e neri:
la povertà non è sempre razzista
anche se non è vero che affratella.
In questo ghetto orribile
anche il ladro e il killer
sputano sul povero.
-Renzo Ricchi-
Vedi: LA MADONNA DELL'UMILTA' (28 aprile 2015)