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Gli ex consiglieri testimoni

Creato il 16 settembre 2015 da Nonzittitelarte

Gli ex consiglieri testimoni

Gli ex consiglieri testimoni al processo contro il sindaco (ed ex presidente) Zedda

Decine di curriculum di aspiranti sovrintendenti in attesa di essere visionati e uno, «non protocollato», che invece, «spuntò fuori dalla giacca del presidente». La linea dell’accusa prende corpo in aula, al processo contro il sindaco Massimo Zedda: è imputato di abuso d’ufficio in veste di presidente del teatro per la nomina a sovrintendente di Marcella Crivellenti e l’estromissione dal cda di Giorgio Baggiani. I componenti del Consiglio di amministrazione, ieri sentiti come testimoni, hanno un ricordo quasi identico delle due sedute del Cda (del primo e del 15 ottobre 2012) in cui “spuntò” il nome della manager barese, ex addetta alla biglietteria, proposta dal primo cittadino. «Era una candidatura arrivata fuori dai termini previsti dal bando», ha precisato Felice Contu davanti ai giudici della prima Sezione, e la sua nomina fu poi bocciata dal Tar nel 2013.
IL CURRICULUM «In apertura di seduta del cda», ha ricordato Maurizio Porcelli, «il presidente tirò fuori dalla tasca della giacca un curriculum che non faceva parte dei 44 pervenuti: quello della Crivellenti. Tutti gli altri non erano nemmeno stati messi a disposizione nel corso della riunione». Sarebbero quindi stati ignorati, a detta dei testi chiamati in aula dal pm Giangiacomo Pilia. Ricorda Contu: «Il presidente ritenne che fosse una selezione con carattere non sostanziale, ma soltanto esplorativo. In fondo», ha però aggiunto, quel giorno «nessuno si era opposto alla proposta» di Zedda «nonostante tutti fossimo contrari». I consiglieri aspettarono. Chiesero un parere legale per capire «se fosse necessario un esame comparativo tra le diverse candidature» e ottennero risposta positiva: «Gli avvocati ci dissero che era irregolare».
LE CONTESTAZIONI Il problema fu sollevato nella riunione successiva da Oscar Serci: «Disse: “Abbiamo sicuramente commesso un errore da correggere”», ricorda ancora Contu, «e chiese che il Consiglio annullasse quanto fatto in sede di autotutela, e io mi associai». A quel punto, si sarebbe opposto Zedda, portando così quattro consiglieri a lasciare l’aula e due a «rassegnare le dimissioni».
LE POSIZIONI È proprio per chiarire quanto accaduto in Consiglio, che i difensori del sindaco, Giuseppe Macciotta e Fabio Pili, prendono la parola: l’intento è capire se, nella prima seduta del Cda, ci fu o meno opposizione alla proposta di Zedda. La testimonianza di Serci sul punto è chiara: «Quel giorno non espressi alcun voto, ma dissi che per me si sarebbe trattato di una mancanza di fiducia nel presidente non accettare la sua proposta». Lo ricorda anche Porcelli: «Alcuni consiglieri dissero che non erano d’accordo. Io, Contu e Gualtiero Cualbu eravamo intervenuti, ritenevamo che il sovrintendente dovesse essere nominato all’unanimità. Ma non c’era un accordo unanime su quel nominativo, non c’è stato un voto ma soltanto la volontà di dare fiducia al presidente, purché si prendesse lui la responsabilità della proposta».
NESSUN VOTO Per quanto riguarda Contu, i difensori si accontentano di una sola risposta: «Dopo la considerazione fatta da Serci c’era un po’ di imbarazzo, stavamo partendo all’attacco ma non l’abbiamo fatto. Non c’è stata votazione, ma sostanzialmente non ci siamo opposti». Il polverone si sollevò nella seduta successiva: «Nel verbale», sottolinea Porcelli, «c’era scritto che i consiglieri votavano all’unanimità per la Crivellenti, ma non era vero».
L’INTERDIZIONE La decisione d’appello (attesa per ieri) sulla richiesta di interdizione per Zedda dalla carica di presidente non è arrivata, e non arriverà: il pm ha rinunciato dopo gli ultimi sviluppi della vicenda, le dimissioni del sindaco e la nomina a suo sostituto del magistrato della Corte dei conti (in pensione) Mario Scano. Si torna in aula il 18 novembre e il 16 dicembre.
Veronica Nedrini

L’Unione Sarda

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