Magazine Rugby

Gli Harlequins aprono a nuove dinastie

Creato il 27 maggio 2012 da Rightrugby
Gli Harlequins aprono a nuove dinastie Aviva Premiership Final - Twickenham
Harlequins 30 - 23 Leicester Tigers

Nello scenario di un Twickenham che registra 81.779 spettatori, alzando l'asticella dei record di pubblico, e in un pomeriggio di sole che illumina Londra, gli Harlequins vincono la Premier battendo in finale i Leicester Tigers per 30-23.  I primi hanno trascorso la stagione regolare sempre in vetta, i secondi dopo essersi ritrovati all'11° posto ad inizio campionato hanno risalito la china non risparmiando nessuno, nemmeno gli stessi Quins poche settimane fa con la vittoria che valse il secondo posto ai danni dei Saracens, gli ormai ex campioni in carica - sconfitti poi in semifinale una settimana fa. La formazione di Leicester ha monopolizzato gli ultimi dieci anni di Premier, disputando otto finale di fila con il 50% di trionfi. Nuove dinastie si affacciano Oltremanica, il titolo rimane nella capitale per il secondo anno consecutivo e il match di Twickenham regala emozioni. Arbitra Wayne Barnes.

La cronaca. Per farla loro, gli Harlequins devono disputare la finale come meglio sanno: impostando ritmo e creando una mole di gioco che costringa gli avversari sulla difensiva e soprattutto a rincorrerli e così fanno per tutto il primo quarto di gara. Ad aizzare è il mediano Danny Care che conquista il primo calcio di punizione che il collega di reparto Nick Evans spedisce tra i pali al 3'. Quindi Tom Williams e George Lowe provano a scattare lungo la fascia destra e arriva un secondo penalty che da posizione defilata va a sbattere sul palo: l'inerzia degli arlecchini ha giri talmente alti che i Tigers faticano ad allontanare l'ovale dai loro 22 dopo averlo recuperato. E al 10', complice un mancato placcaggio del tallonatore George Chuter, la seconda linea George Robson si inventa uno spunto che consente di avere superiorità al largo dove giunge l'estremo Mike Brown: Evans sbatte di nuovo contro il palo, ma intanto è già 8-0 per la squadra londinese. 

Leicester inaugura il proprio tabellino con il piazzato del teenager George Ford per un fuorigioco, dopo lo scatto del pilone Marcos Ayerza per andare oltre la trincea. La scena che meglio racconta quanto succede in campo nasce dal drop di ripartenza, conquistato facilmente da Nick Easter che si ritrova palla in mano dopo che il ricevitore Tiger prende male le misure nel salire sull'ascensore. E' comunque il dna argentina a dare la sveglia al Leicester, con l'ala Horacio Agulla, ma un avanti nella trasmissione interrompe l'azione. Care non cambia strategia, batte veloce una punizione dopo la mischia ordinata e i Quins sono subito nella metà campo avversaria. Intanto al 22' Evans allunga (11-3) e Ford da lontano sbaglia, ma rimedia al 27' per un tenuto di Joe Marler. Qualcosa sta cambiando: il timbro lo mette Alesana Tuilagi che piomba all'isolana su Brown. 
E' la mezz'ora quando i Quins perdono una rimessa nei 22 opposti, Dan Cole è il più lesto a conquistare il possesso e a girare subito per Steve Mafi che ha terra libera di fronte a lui e con un perfetto contropiede va a segno per quello è che il sorpasso dei Tigers: 11-13. Il ritmo si è abbassato, Leicester erode nel breakdown e non è costretta a rincorrere gli avversari, rubano in ruck e contrattaccano. Gli Harlequins perdono la seconda touche di fila, ma a dargli una mano ci pensa il Numero 8 Thomas Waldrom: al 38' Barnes gli mostra il giallo per un cynical foul e Evans riporta avanti i suoi prima di andare negli spogliatoi. 

La ripresa è una fotocopia dell'inizio del primo tempo: Tigers che mancano troppi placcaggi e ci aggiungono l'indisciplina di modo che Evans al 44' e al 47' si presenta in piazzola e non sbaglia per portare il punteggio sul 20-13: i dieci minuti in superiorità numerica annullano la meta di Mafi. Waldrom nel frattempo rientra e subito si fa pescare in fallo da Barnes, mentre Brown si dispera per un fischio dell'arbitro inglese arrivato nel momento in cui intercetta un ovale e già ha visualizzato il corridoio per aggirare la difesa. Williams corre via dall'avversario, serve quindi Evans al largo che tenta a sua volta di rientrare per Robshaw, ma è provvidenziale l'ottimo posizionamento di Agulla sulla linea dei 5 metri per recuperare il pallone. 

Al 55' Cole lascia il posto per Martin Castrogiovanni, ma l'equilibrio non cambia tant'è che subito i Quins graffiano per la seconda volta: rimessa fuori dai 22, la terza linea Maurie Fa'asavalu marcia in avanti, Care aggiunge velocità, l'accampamento è stabile nei 22 e Robshaw completa l'opera, complice anche un errore di Castro ed è 27-13. Entrati nell'ultimo quarto, Evans fissa il 30-13 grazie al suo pack che mette alle strette quello dei Tigers. Sembra fatta, le tigri però non muoiono mai specie se il cacciatore si addormenta.
Il ruggito ha le sembianze di Ben Youngs, che al 66' batte veloce una punizione, gli Harlequins tardano nello schierarsi, si beve quasi tutta la metà campo prima di servire il centro Anthony Allen che va per il touchdown del -10. E al 69' si scende a distanza di meta con il piede di Ford. Evans si sacrifica ricevendo la testata del gigante Geoff Parling, che sale in cattedra. I compagni sono travolti dalla paura e dalla frenesia e non conservano il possesso, regalano punizioni e Billy Twelvetrees, entrato per Ford, risale il campo di calcio in calcio. Per di più, a tre dalla fine la mischia dei Tigers schiaccia quella degli Harlequins e si va dunque sui 5 metri per l'ultimo assalto. Barnes fischia dopo la rimessa, ordinando un altro paio di giri in mischia. Leicester cerca disperata il pareggio per agguantare i supplementari, quindi la palla esce per i trequarti, ma arriva il richiamo arbitrale per una irregolarità in ruck quando è entrato in azione Twelvetrees. Il tempo è scaduto e i Quins cominciano a far festa ancora prima che l'ovale sia calciato fuori.

Pare un riassunto della regoular season: londinesi che guidano il gruppo, tigri che quando sembrano tagliati fuori rialzano la testa e giungono a pochi passi dal colpo che avrebbe probabilmente cambiato i destini della finale. Dopo la Challenge Cup 2011, la formazione londinese mette un altro trofeo in bacheca: il loro primo scudetto, dopo il titolo della Championship nel 2006, anno che li ha riportati ai piani alti del rugby inglese. Per chi guarda allo sport come redenzione, si segnala il caso di Williams, che rimase coinvolto nel Bloodgate
Sull'altro fronte, la presenza di Stuart Lancaster allo stadio l'hanno percepita i due mediani: Care per farsi perdonare le scorribande alcoliche, Youngs per riprendersi un posto da titolare nella nazionale: va a redarguire il grande e grosso Waldrom che, in pieno stato confusionale, calcia direttamente in rimessa un pallone portato nei 22 mentre il compagno, da dietro, gli diceva di tenerlo in campo. E Waldrom ci resta male. Due finali perse di fila per Richard Cockerill e i suoi: nuove dinastie si fanno strada all'orizzonte, le tigri continueranno a difendere la tana con le unghie e con i denti a partire dal prossimo settembre.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :