Magazine Africa

Gli Hazdabe...sconosciuti e "felici" /Spazio Antropologia

Creato il 23 giugno 2014 da Marianna06

NW_Hadza-women-children_TZ

 

Chi sono? Sono una popolazione di cacciatori e raccoglitori, che vivono, ancora oggi, nel nord del Tanzania.

Incontrarli non è semplice ma ,una volta accaduto, è come tornare all’improvviso, con l’orologio biologico, indietro di millenni. Ed è anche un’esperienza stimolante e,ad un tempo, gratificante.

Stimolante in quanto suscita inevitabilmente un confronto con i nostri odierni stili di vita, con la cosiddetta civiltà dei nostri giorni.

Stili impensabili se confrontati con i loro, e poi  perché ci fa riflettere sul “come eravamo” noi alle origini del mondo creato.

Gratificante inoltre , perché una volta entrati in contatto, nel rapportarsi a queste genti ci sentiamo sereni, quasi felici  di averli incontrati, appagati  di una essenzialità che abbiamo da troppo tempo dimenticato.

Gli uomini Hazda vanno a caccia, le loro donne sono raccoglitrici di erba, di radici e di frutti. E, poi, si condivide tutto dinanzi a un bel fuoco.

E’ una società del collettivo anche se uomini e donne fanno cerchio, separatamente, per genere.

Ma, quanto a programmi e decisioni, le donne contano come gli uomini.

Questo è il loro modo di vivere.

E quando ai tempi dell’Ujamaa di Nyerere si pensò di dare a questa popolazione un’abitazione stabile e di urbanizzarli, in un certo senso, la cosa non funzionò affatto.

Essi ritornarono poco dopo in foresta, ai loro villaggi, alle loro abitazioni tradizionali, prive assolutamente di ogni cosiddetta modernità.

Rispetto ai fieri Masai,che hanno accettato un piccolo compromesso con la nostra civiltà,  essi ci dicono che non conoscono  né siccità, né carestia.

Meglio non ne conoscono i pericoli.

E questo proprio per quell’essenzialità di cui dicevamo sopra.

Ed è il loro orgoglio. Un orgoglio che dà sicurezza. Che appaga in pieno  e non genera confronti con chicchessia.

Cioè è difficile che loro manchi qualcosa. Madre natura offre loro sempre, grazie sopratutto alle abilità che hanno sviluppato e posseggono,tutto quello di cui possono avere bisogno.

Per saperne di più, se questa breve nota ha suscitato una qualche curiosità, andare a leggere, se si mastica l’inglese, il libro di Daudi Peterson, antropologo, il cui titolo è : “Hadzabe, alla luce di un milione di fuochi.”, Mkuki na Nyota Publishers, Dar es Salaam 2013.

Sarà un’opportunità di conoscenza che potrebbe preludere simpaticamente a un programma di viaggio, dal momento che si avvicina il periodo delle cosiddette “vacanze”.

E non mi pare affatto un'idea malvagia.

 

            a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :