Gli imprenditori del Lambretta e dello Zam ( un gruppo di ragazzi della Milano bene restati senza paghetta ) che già gestiscono ( in nero ) una serie di multisale abusive a Milano, inaugurano la loro season commerciale con l’apertura di un nuovo store al quartiere Isola: multisala con restaurant, loughe bar e palestra . Una beauty farm in piena regola , senza però l’emissione di scontrini fiscali e con personale in nero, e con gravi deficienze igieniche. Ma che rende almeno 4.000 euro a week end, un fatturato esentasse che si spartiscono questi innovativi imprenditori social amati dalla giunta milanese.
Manca per ora il bistrò e la tavola calda, pericolosamente all’insegna del colera, come nella tradizione della maison di ristorazione Lambretta -Zam, che non bada molto all’igiene nei piatti pronti .Per il weekend prossimo è prevista però l’occupazione di un nuovo store con tavola calda per il centro sociale Zam: il calendario di iniziative autunnali del movimento milanese di “imprenditorialità social” è molto caro ai leoncavallini della giunta milanese che nell’ombra lo indirizzano e lo sponsorizzano con “dritte” verso imprenditori immobiliari nemici .Una sorta di volante rossa per ammorbidire il mattone.
Ecco intanto le foto esclusive dello store abusivo di via Ferravilla, in viale Romagna, disoccupato dal prefetto dopo i tanti tentennamenti di Pisapia, che mal digeriva le proteste dei residenti : la disoccupazione voluta dall’Alea , dal Prefetto ed eseguito dalle forze dell’ordine rivela ora l’orrore igienico di questi “store”, tanto cari alla giunta arancione.
Ecco le foto dei bagni delle cucine dell’ex store del Lambretta: la situazione igienica è opto grave e le foto della “gestione” di questi originali imprenditori del divertimento giovanile, che ora aprono nuovi spazi al quartiere Isola, tra l’irritazione e lo sconcerto dei residenti, parla chiaro.
Il cuore di ogni “store” è ovviamente il bar: il lLambretta, lo Zam, il Kantiere, sono centri organizzativi di un “movimento” alcolizzato che vede nel cupito, nella sbronza e nelle droghe la via per una Revolucion Bonyta Y felzi di stampo meneghino. La cantina di ogni store rende almeno 4000 euro in nero ai gestori di queste
vere e proprie attività commerciali.
Gli alcolici vengono acquistati in nero contraffatti da imprenditori cinesi o rumeni .
Ecco le foto del bar di viale Romagna, che verrà ricostruito e riproposto all’Isola. Per gli allacciamenti a luce e acqua provvedono gli stessi imprenditori social con innesti abusivi, nel disinteressamento della giunta milanese che non si oppone al fatto che le utenze le paghino i milanesi.
Ora nell’ex store di viale Romagna le ruspe del Comune stanno staccando le varie allacciature abusive, mentre camion con potenti sifoni stanno disinfettando i locali invasi dai topi.
E’ la situazione igienica che attende gli sfortunati abitanti dell’Isola.Una epidemia di colera è
dietro l’angolo.