Quest’ultima frase – decontestualizzata, scorciata, modificata e citata senza neppure riportare il nome dell’autore – compare adesso su un manifesto del Partito democratico a favore della rielezione di Gigi Spagnolli. Ne è nata una polemica animata dalla candidata dei Verdi, Cecilia Stefanelli, indignata per l’uso strumentale di Langer, e proseguita con la risposta piccata del sindaco: “Langer è di tutti”.
Che in effetti Langer sia ormai “di tutti” è innegabile. Arnold Tribus, in un intervento pubblicato nel volume collettaneo guarda caso intitolato proprio “Fare ancora. Ripensando a Alex Langer” (Edizioni alphabeta Verlag, 2011), ha scritto: “Oggi Langer è di tutti. Non ha eredi politici, ma rimane vivo il suo ricordo e le moltissime cose sagge che ha scritto”. Tra le moltissime cose sagge che ha scritto spiace quindi veder menzionato ormai solo il suo ultimo messaggio, perché la sensazione è che sul resto si preferisca sorvolare. Chi non lo fa, chi cioè ancora oggi desidera frequentare l’opera di Langer e meditare su questa figura di “uomo e politico esemplare, intelligente, colto, gentile, illuminato, poliglotta, umanista, rivoluzionario” (ancora Tribus) dovrebbe aver cura a non cavarne un facile slogan, men che meno elettorale.
La vicenda ci offre l’opportunità di cogliere una lezione langeriana. Da alcuni suoi appunti sparsi leggiamo: “Vivresti effettivamente come sostieni si dovrebbe vivere?”. Si tratta di un invito ad adeguare i più nobili propositi a una forma di vita lontana da un deteriore impulso celebrativo. Valeva per lui e a maggior ragione vale per chi intende richiamarsi al suo insegnamento.
Corriere dell’Alto Adige, 22 aprile 2015