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GLI IMPUNITI: Cesare Battisti, terrorista di “sinistra”, marzo 2015

Creato il 04 marzo 2015 da Paolo Ferrario @PFerrario

BattistiCesare Battisti, 60 anni, potrebbe essere espulso dal Brasile. Verso il Messico o la Francia, i paesi attraverso i quali è fuggito per raggiungere il Sudamerica. Un giudice federale ha accolto il ricorso della Procura che chiedeva di annullare il provvedimento con il quale, nonostante il parere contrario della Corte suprema, l’allora Presidente della Repubblica Inacio Lula da Silva aveva concesso all’ex terrorista la residenza nel paese come rifugiato politico. Nel decreto firmato dalla magistrata Adverci Tariffe Mendesd de Abreu si spiega che la decisione non contrasta con la misura adottata dal capo dello Stato. «Cesare Battisti — osserva il giudice federale di Brasilia — è un cittadino straniero condannato per reati commessi nel suo paese di origine. Non ha quindi diritto a restare in Brasile. Per tanto annullo l’atto di concessione del soggiorno di Battisti in Brasile e chiedo che venga applicato il decreto di espulsione». Espulsione, dunque. Non estradizione. Due provvedimenti diversi. L’ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo (Pac), condannato in via definitiva a quattro ergastoli per altrettanti omicidi, banda armata, armi e violenza, dovrà lasciare il paese, ma il decreto non è ancora esecutivo. Dovrà essere ratificato dall’Uniao, la figura giuridica che rappresenta il governo federale. I legali di Battisti annunciano che faranno ricorso. Ma anche loro sanno che ci sono pochi margini giuridici per annullare il decreto. Secondo gli esperti e alcuni commentatori brasiliani, è alta la probabilità che Battisti verrà espulso. La procedura prevede che sia spedito in Messico o in Francia. Dipende da chi è disposto ad accoglierlo. Se dovesse finire a Parigi scatterebbero subito le procedure per l’estradizione verso l’Italia. E si rimetterebbe in moto il vecchio provvedimento interrotto dalla fuga dell’ex militante dei Pac.


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