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Gli incontri ai tempi dei social network

Da Leggere A Colori @leggereacolori

Lei tiene dentro sempre tutto. Per paura che gli altri non capiscano, che ignorino, che dimentichino troppo presto. Questa sera invece é un fiume in piena, che trasborda senza controllo. Allora poggia le dita sui tasti e lascia scivolare fuori un pezzo d´anima con dita certe e respiro incontrollabile. Un clic e via.

Il pensiero mi ha cullato la notte, sai? La gioia di sapere che al risveglio troverò un tuo messaggio. Un semplice "buongiorno "mi può far nascere un sorriso. Quello che conosco di te è solo ciò che leggo nei nostri discorsi. Ho cercato di dare un volto al tuo nome, ma non ci riesco. Forse le anime sono troppo belle per essere immaginate. Ho creato una cartella per conservare le nostre conversazioni. Una cassaforte di piccole emozioni, che apro ogni volta che mi sento vuota. Mentre faccio colazione, penso a ciò che preferisci al mattino, come ti piace prendere il caffè? Se come me preferisci un cappuccino, molto denso. T'immagino mentre corro tutto il giorno, immersa nella quotidianità, se sono stanca basta pensarti e nasce un piccolo sorriso.Un tuffo rigeneratore. Quando sono in auto ogni canzone mi porta a te. Anche quando il traffico è incessante, la pioggia che scende e i vetri appannati, tu mi fai sorridere il pensiero. Quando mi ritrovo a parlare dei social , io sento il bisogno di difenderti. Perché sai , senza esso non starei scrivendo di te, in questo pomeriggio di dicembre.

È come se ti conoscessi da sempre. È come se ci fossi sempre stato nella mia vita. È come se qualcosa mi avesse diretto da te. Un bellissimo incontro in questo mondo virtuale, che visto da fuori è freddo e spento. Ad esempio , prima lo vedevo solo come un oggetto per lavorare e invece con te è diventato una terapia per la mia anima spenta. Sei stato l'incontro più bello di quest'anno, sei stato il mio regalo di Natale in anticipo. Tutto questo è per te, e tu sorridi mentre leggi queste righe che volano come farfalle. Quando ci vedremo, scoprirò che in realtà sei me.

Il nostro linguaggio è unico. È la sensazione che provo tutte le volte che parlo con te. Sono riuscita a buttare su bianco qualcosa che descriva ciò che provo per te. Sei necessario, senza paragoni e siamo entrambi un tassello nel mosaico dell'altro senza il quale, beh sarebbe incompleto. Tante volte sai, io mi specchio in te, se mi ritrovo in libreria penso a cosa mi consiglieresti. Sarebbe bello leggere le trame e commentarle o leggere poesie ed emozionarci con parole che passeranno i secoli , resteranno immortali. Ogni volta che stacco per il troppo sonno, è sempre difficile dirti "buonanotte". Infatti dura parecchio, poi quando inizio a non scrivere bene, con parole manciate per il sonno, andiamo a letto. Chissà se prendi subito sonno, chissà a cosa pensi. Di certo andremo a dormire con le stesse parole e forse non chiedo di piú.

18 Dicembre 2010, area messaggi di Facebook

Lui si rimprovera troppo spesso di non saper intuire, di non saper leggere tra le parole, di non interpretare l´alternarsi di silenzi e presenze. Di non essere abbastanza, forse per nessuno. Questo messaggio non se lo sarebbe mai aspettato da lei, non era da lei osare e non era da lui essere oggetto di attenzioni. Il mondo virtuale di Facebook nasconde sempre mille insidie, chi dice di volersi bene in realtá non se ne vuole, imbianca una facciata, e chi non dice niente alle volte nasconde il bene. Incontri. Si sentiva affondato, come a battaglia navale, ma con tanto ossigeno per riemergere ancora. Allora, per capire sé stesso, avrebbe scritto. A lei che le aveva dato tutto in una sera, nero su bianco in un monitor di luce fredda piccole emozioni calde.

Dopo mesi mi sento qualcosa, tu mi porti ad essere il qualcuno che ho dimenticato. Quello che é capace in fondo di dare ancora qualcosa anche se si sente senza. A volte non diamo le dimensioni alle cose, non prendiamo le misure solo per paura di ammettere che ci sono, le teniamo distanti come se a guardarle da lontano non si possano rovinare. Ma da lontano non possono essere nostre. Forse é bello credere che le cose restino sempre come sono, come di plastica, morte come sono e colorate come sono. Forse saremmo stati di piú che per gli occhi ed invece siamo un disperato tentativo di fare una mossa nella scacchiera senza cambiare le sorti della partita. Vorrei pesarti, vorrei fare strada in quelle parole che escono dalle tue labbra e prendertele, quelle labbra insieme alle parole e farle affogare in me. Vorrei riempirmi dei tuoi spazi vuoti e farti spiegare, ogni volta che é necessario, chi sei. In te c´é una parte di me che ho custodito a lungo, quella capace di prendere l´amore. E so che resterá naufraga, spezzata e sola. Le tue parole non sono solo bit, sono carezze per svegliarmi, ma il mio destino é perdere sempre tutto. Ti aspetto ovunque, con il cuore in gola e un biglietto sola andata. E che tu mi ricordi, nella tua complicata vita e ti nutra delle mie parole lontane come se fossero abbracci pesanti. E forse non chiedo di piú.

Fabio Pinna e Maria

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