gli “indignados” spiegati ai grandi

Da Ducdauge @ducdauge

I giovani d’oggi siamo contro la politica. I giovani d’oggi siamo in grado solo di far casino e manifestare senza creare qualcosa di costruttivo. I giovani d’oggi non siamo più quelli di una volta.
I giovani d’oggi comunicano su Twitter, su Facebook e non hanno contatto con la realtà. I giovani d’oggi, i cosiddetti Millennials, nati tra il 1980 e il 2000, siamo le pecore nere da generazioni di lavoratori e ideali andati ormai in pensione.
Ci definiamo e definiscono indignados: indignati di quei rappresentanti dei nostri padri che non hanno saputo darci un Paese migliore. Un mondo dove i governi degli Stati non contano nulla, in cui il vero potere si concentra nelle mani della finanza, delle banche e delle multinazionali.
Fino a una decina di anni fa li chiamavate No Global, ragazzi e ragazze con una grande forza di volontà e tanto coraggio per poter cambiare il mondo, ma senza gli strumenti necessari. Ieri i No Global erano fondamentalmente di Sinistra, se la prendevano coi Mc Donald’s, con la Coca-Cola, armati di bandiere con falce e martello in primo piano.
Oggi la politica non centra: non ci sono indignati di destra o di sinistra. C’è un gruppo di giovani e meno giovani che non vedono un futuro come quello che i propri genitori hanno avuto garantito. Per fare progetti a 25 anni abbiamo ancora bisogno della firma di papà. Il piacere dello studio si è confuso con la domanda “E dopo cosa puoi fare?”

Oggi noi indignados ci serviamo di internet, dei social network, il nostro vero punto di forza rispetto ai No Global e alle generazioni precedenti. Abbiamo nuovi mezzi di comunicazione e sappiamo utilizzarli in maniera costruttiva.
Avete ragione quando dite che non facciamo politica: noi non facciamo la vostra sporca politica, fatta di “do ut des“, di privilegi e di lusso, che si occupa dei vizi sgangherati di un vecchietto depravato più che dei bisogni reali dei cittadini.
Noi proponiamo una nuova politica, senza il patrocinio di banche e finanzieri, fatta da tutti e per tutti, dove si premiano le buone idee e la voglia di fare, una politica come servizio e non come privilegio.
Oggi d’improvviso anche voi siete indignati per quei gruppetti di ragazzini che hanno manifestato violentemente. E ve ne infischiate se questi gruppi rappresentavano solo l’1% di tutti i partecipanti, facendoci apparire come “il solito movimento violento politicizzato di sinistra”. Quegli altri, più che indignati, sono indegni.

Noi indignados non siamo né di destra né di sinistra. Noi siamo la nuova politica. Noi siamo il futuro, migliore di quello che voi vorreste lasciarci.


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